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E' scontro su bilancio Ue e fondi Pac

Agricoltori pronti alla mobilitazione. Mentre i grandi d'Europa discutono rischia di slittare di un anno l'entrata in vigore dei Psr 20014-2020

24 novembre 2012 | T N

Un braccio di ferro quello che è andato in scena per definire il bilancio europeo 2014-2020 ma si è concluso con un nulla di fatto. Tutto rimandato a inizio 2013, salvo un miracolo.

La proposta del presidente del Consiglio europeo Van Rompuy ha scontentato tutti.

Ritenuto troppo morbido dai rigoristi del nord Europa e troppo drastico da quelli mediterranei, blocco di cui fa parte anche la Francia. Non a caso il primo ministro francese Jean Marc Ayrault ha dichiarato che "non può in nessun caso essere considerata come una base per il negoziato".

Ma è proprio sul testo di Van Rompuy che si discute tra veti incrociati e una tensione crescente, viste le dichiarazioni del Ministro degli Affari europei della Svezia che ha definito i tagli proposti come non sufficienti. Tutti cercano di tirare l'acqua al proprio mulino, con Gran Bretagna e Danimarca che premono, minacciando il veto, se non verranno confermati i loro “sconti” alla contribuzione del bilancio Ue.

Anche l'Italia, per bocca del Ministro agli Affari europei Moavero, ha recentemente fatto la voce grossa, minacciando il veto, se verranno confermati i tagli previsti. Il nostro paese è già oggi contribuente netto dell'Ue. Infatti paga al bilancio comunitario 14,8 miliardi di euro, ovvero il 13,5% del totale, ricevendone 10,3 miliardi di euro. Uno sbilancio di 4,5 miliardi che potrebbe arrivare a 6, se i tagli, come prospettati, fossero confermati.

Intanto gli agricoltori sono pronti alla mobilitazione. Nel corso di un Praesidium straordinario svoltosi giovedì mattina a Bruxelles poche ore prima dell’avvio del Vertice europeo dedicato alle prospettive finanziarie dell'Unione Europea, il Copa-Cogeca ha ribadito la ferma opposizione ai tagli significativi al bilancio agricolo contenuti nella proposta del Presidente del Consiglio dell’Ue Van Rompuy. Il sindacato europeo dei produttori e delle cooperative agricole giudica inaccettabili  ulteriori riduzioni delle risorse destinate alla Pac e si è detto pronto ad una grande mobilitazione volta a difendere un settore strategico in termini di crescita e occupazione nella strategia 2020 dell'Unione Europea.

L’Europa e l’Italia non possono tornare indietro sulle politiche per la qualità e la sicurezza agroalimentare e perdere quindi le opportunità di crescita sostenibile offerte da uno dei pochi settori che possono rilanciare l'economia e l’occupazione. E’ quanto ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini in riferimento alle trattative comunitarie per il bilancio dell'Unione Europea nel sottolineare che “l’Italia deve porre il veto sulla proposta in discussione se questa non rispondesse positivamente alle istanze dei nostri cittadini e fosse gravosa per le imprese e il Paese”

Confagricoltura – ha dichiarato il presidente Guidi– e tutti gli agricoltori europei ribadiscono la richiesta di mantenere la spesa agricola della Ue ai livelli attuali, per continuare a fornire derrate alimentari sane e sicure a 500 milioni di consumatori”. Il  presidente di Confagricoltura ha inoltre ricordato “come la spesa per la politica agricola comune  ammonti a meno dell'0,5% del Pil della UE e come da molti anni sia costantemente diminuita, mentre altri Paesi, come gli Stati Uniti, la Cina e il Brasile, stanno portando avanti politiche ed investimenti nei rispettivi settori agricoli, per mantenere la competitività e la crescita economica e per una popolazione in continuo aumento”.

“Davanti a un cattivo accordo è molto meglio nulla- ha dichiarato il presidente della Cia Politi - quanto proposto per la Pac ha dell’assurdo. Il taglio di 29 miliardi di euro per l’agricoltura -aggiunge Politi- significa rimettere in discussione l’intera riforma, con conseguenze deleterie per le aziende agricole, molte delle quali rischierebbero di andare fuori mercato. Per non parlare poi dell’occupazione che nel settore subirebbe un colpo micidiale”.

Il problema per le aziende agricole non è però solo risultante dall'importo complessivo dei fondi destinati alla politica agricola comunitaria. Vi è anche la questione dei tempi, come ricordato dall'assessore all'agricoltura della regione Liguria.  Se il negoziato sulla Pac “non si concluderà entro l’estate, il rinvio dei Piani di Sviluppo rurale 2104-202 di un anno è certo” ha affermato Giovanni Barbagallo

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FRANCO FERRONI

24 novembre 2012 ore 16:54

FALLITO IL VERTICE EUROPEO SUL BILANCIO
WWF: “SERVE PIU’ CORAGGIO E LUNGIMIRANZA PER ASSICURARE UN’EUROPA CAPACE DI FUTURO”

Si conclude con un fallimento il Consiglio Europeo che si è svolto negli ultimi due giorni. I leader dell'UE hanno deciso che non era possibile trovare un giusto compromesso tra le diverse posizioni.
I futuri negoziati richiederanno un nuovo approccio, che metta all’ordine del giorno invece dello scontro sui tagli al bilancio l’obiettivo di "spendere meglio" in futuro le risorse dell’Unione Europea. Senza un impegno a migliorare la qualità della spesa dell’Unione Europea corriamo il rischio che si verifichi uno di questi disastrosi scenari:
Nel primo scenario i leader europei potrebbero limitarsi ad un accordo sulla richiesta del primo ministro britannico di maggiori riduzioni di spesa e imporre un taglio indiscriminato lineare su tutti i fondi, indipendentemente dalla qualità della spesa necessaria per conseguire obiettivi ambientali, sociali ed economici.

Nel secondo possibile scenario, ancora peggiore, il bilancio dell’Unione Europea resterebbe congelato al 2013 e gli Stati membri allungherebbero i tempi rinviando le decisioni sulla nuova programmazione al 2014. In pratica l’Unione Europea resterebbe senza le necessarie riforme della propria Politica Agricola Comune e della Politica di Coesione e di Fondi essenziali come la Politica di Sviluppo Regionale, il fondo LIFE per l’ambiente ed il Fondo per lo Sviluppo Rurale sarebbero congelati, restando senza risorse.

Per Stefano Leoni, presidente del WWF Italia "Questo fallimento non è una sorpresa. Abbiamo più volte messo in guardia i leader europei a Bruxelles e nelle capitali dei 27 Stati membri sui rischi di un confronto limitato ai massimi sistemi. Un dibattito solo sui tagli al bilancio è la ricetta per il disastro dell’Europa. E’ necessario invece un impegno per assicurare una maggiore efficienza ed efficacia della spesa, considerando anche i benefici non economici del prossimo quadro finanziario pluriennale, in modo che il bilancio comunitario sia in grado di assicurare il raggiungimento degli obiettivi fissati dalla Strategia Europa 2020. Un greening efficace per la PAC, la garanzia che il 25% del prossimo bilancio europeo sia impegnato per azioni a tutela del clima, un impegno maggiore per la conservazione della biodiversità, la progressiva eliminazione delle sovvenzioni dannose per l’ambiente, sono alcuni dei principi che devono guidare i leader europei alla ricerca di un indispensabile compromesso finale".

“L’unico aspetto positivo di questo rinvio dell’accordo sul bilancio europeo per il periodo 2014-2020 – continua Stefano Leoni del WWF Italia - è la possibilità per gli Stati membri di correggere alcune pessime decisioni che si stavano assumendo sulla riforma della PAC, con un taglio gravissimo dei finanziamenti per lo Sviluppo Rurale, sulla conservazione della biodiversità con previsioni di spesa per il programma LIFE insufficienti, sulla cooperazione internazionale con una prevista riduzione degli investimenti per contrastare la povertà, il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità nei paesi in via di sviluppo. Per raggiungere l’atteso accordo sul futuro bilancio europeo serve più coraggio e lungimiranza da parte dei Governi nazionali”
Il WWF sta facendo pressione in tutti i 27 Paesi membri dell’Unione Europea per sostenere l’approvazione di un quadro finanziario pluriennale in grado di promuovere uno sviluppo sostenibile a basso tenore di carbonio, proteggere il nostro ambiente e la biodiversità, obiettivi fondamentali per uscire dalla crisi economica, sociale ed ecologica che affligge l’Europa e il resto del mondo.