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LE PREDICHE IN DIALETTO CONTADINO

Una nota di Sandro Magister intorno a uno dei libri autobiografici di Giovanni Paolo II

02 aprile 2005 | T N

A un rapporto carismatico con le masse, ad esempio, si è certamente allenato in Polonia. Di suo vi era poco portato, era un intellettuale e prediligeva i colloqui a tu per tu. Ma aveva anche fatto teatro, da giovane, e nella sfida contro il regime comunista mise a frutto anche l´altro linguaggio, liturgico e scenico: quello dei grandi pellegrinaggi mariani, quello delle messe natalizie all´aperto, nel gelo di Nowa Huta, per protestare contro la vietata edificazione di chiese, quello delle processioni del Corpus Domini. Dal filosofo Tischner, che teneva seminari in dialetto con i contadini perché li giudicava i più naturali interpreti dell´ontologia greca, imparò a inframmezzare le sue omelie all´aperto con battute in "montagnard". Se un elicottero scendeva a disturbare la cerimonia, lo salutava irridente: "Abbiamo anche ospiti non invitati".

Testo tratto da: Sandro Magister in "L´espresso" n. 20 del 14-20 maggio 2004