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I russi preferiscono l'olio di sansa

Un'analisi di un bacino di sbocco che presenta elevate potenzialità. Per i prodotti di qualità l'unica strada sono le grandi città. Nei centri minori l'olio d'oliva è quasi sconosciuto

02 giugno 2012 | Ernesto Vania

Il mercato russo rappresenta un potenziale sbocco importante per la produzione oliandola del nostro paese ma, attualmente, nonostante la crescita delle importazioni, rappresenta più una bella promessa che un mercato maturo.

E' quanto emerge dall'analisi di Banca Intesa sul business oliandolo in Russia nel 2011.

Da un’analisi della storia delle importazioni di olio di oliva in Russia emerge che alla fine degli anni 1990 il mercato russo di questo prodotto si sviluppava a balzi, ogni tanto raddoppiando o addirittura triplicando i volumi delle importazioni. Invece, nel 2008 le importazioni di olio di oliva in Russia sono diminuite rispetto a quanto registrato nel 2007 (meno 2% in termini quantitativi). Dopo la crisi del 2009, nel 2010 i volumi di importazioni di olio di oliva sono aumentati di nuovo del 65% in termini quantitativi. Lo scorso anno le importazioni hanno registrato una dinamica piuttosto moderata: nel 2011 le importazioni russe di olio di oliva di tutti i tipi sono aumentate rispetto al 2010 soltanto del 7% in termini quantitativi e soltanto dell’1% in termini di denaro.

Gli esperti russi sono d’accordo che nei prossimi anni il volume reale delle importazioni potrebbe crescere entro i limiti del 5-10% all’anno.

Nella struttura interna delle importazioni è aumentata la quota di olio di sansa di bassa qualità, acquistata dai ceti meno abbienti. E ciò evidenzia che i volumi di consumi pro capite di olio d’oliva non sono  aumentati mentre è cresciuto il numero di consumatori. Inoltre è  la domanda di olio da parte delle aziende dell’industria dei generi alimentari.

Comunque, neppure l’arrivo sul mercato russo di prodotti a basso costo, in primo luogo provenienti dai paesi africani, permetterà nell’immediato futuro all’olio di oliva di competere alla pari sul mercato russo con il più tradizionale olio di girasole.

I russi della terza età, cresciuti nell’era sovietica, continuano a percepire l’olio di oliva come un prodotto del tutto estraneo alla cucina e alla dieta russa.

Nonostante l’olio di oliva sia presente sul mercato russo da più di 10 anni, la popolarità di questo prodotto tipico della cucina Mediterranea rimane molto bassa tra la popolazione.

Nel 2010 il consumo medio annuo di olio di oliva in Russia è stato di 190 grammi per persona. Nel 2011 il consumo è cresciuto leggermente, salendo a 195-200 grammi per  persona.

Il maggiore fornitore di olio di oliva sul mercato russo è la Spagna. i suoi produttori controllano il 55% delle esportazioni verso la Russia sia in termini quantitativi che in quelli di valore.

Il secondo maggiore esportatore di olio di oliva verso la Russia è l’Italia con il 26%. Al terzo posto si piazzano i produttori della Grecia.

 

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