Italia

Reggio Emilia colpita dal maltempo, danni all’agricoltura

Problemi per cereali, foraggi, vite e pomodoro

20 giugno 2008 | C S

Si precisano ogni giorno di più i danni che il periodo di maltempo da poco trascorso ha provocato al settore agri-colo reggiano, territorio dove sono caduti mediamente dal primo giugno 140 millimetri di piaggia in montagna e 130 in pianura. Oggi è il direttore della Cia provinciale Francesco Zambonini a fare il punto: “Stiamo raccogliendo elementi e ci rendiamo conto man mano dei danni diretti ma anche di quelli indotti. Per quanto riguarda i cerea-li, possiamo stimare una perdita di produzione dal 20 al 30%, considerando l’effetto diretto sulla maturazione, ma anche lo sviluppo di attacchi fungini e la vastità degli ‘allettamenti’ soprattutto sull’orzo; il cereale steso dal maltempo infatti, maturerà male e ci sarà un’ulteriore perdita a causa delle difficoltà che le mac-chine avranno durante la raccolta. Il mais, sta manife-stando a sua volta problemi di allettamento. Per quanto riguarda i foraggi, i problemi sono di perdita quantita-tiva ma anche qualitativa in montagna, più che altro qua-litativa nelle aree di pianura. Tra le colture erbacee sembra avrà grossi problemi, causa forti attacchi di pe-ronospora, il pomodoro. La vite invece sembra essere sta-ta difesa piuttosto bene dalla peronospora, ragionando però di problemi indiretti, va detto che avendo dovuto ricorrere più volte ai fitofarmaci ‘sistemici’, i costi di difesa risultano triplicati rispetto al normale”.
“Tutto questo –conclude il direttore Cia- ci fa ritenere necessario che da parte della Regione Emilia-Romagna si attui un monitoraggio attento della situazione, per apri-re eventalmente la dichiarazione di stato di calamità na-turale”.
Il responsabile ambiente della stessa Cia, Antonio Senza, si sofferma invece su altri aspetti messi in luce dal maltempo: “Si manifesta con chiarezza il fatto che il no-stro territorio agricolo è stato trascurato ed ignorato. La mancanza di una visione comune e di un efficace coor-dinamento tra gli Enti pubblici ha portato al moltipli-carsi di insediamenti urbani ed industriali senza la pre-visione del rischio idraulico connesso. L’eccessiva an-tropizzazione ed impermeabilizzazione del territorio, che grava per lo scolo delle acque su una rete idraulica co-struita oltre un secolo fa, porta al ripetersi di episodi di allagamenti per la tracimazione di corsi d’acqua, per la cattiva manutenzione, per l’eccessivo carico d’acqua, per la sua più rapida corsa verso i corsi d’acqua, per il livello del Po che rende più difficile lo scarico delle nostre acque nel suo alveo”.
“Al di là dei discorsi di circostanza -aggiunge Senza- preoccupa il persistere di una mancanza di coordinamento tra istituzioni, consorzi di bonifica e settori produtti-vi, ed il fatto che sul rifacimento della rete idraulica di bonifica, che necessita di forti investimenti per ade-guarla alla situazione attuale territorio, non si vedano da anni che promesse, che non servono a pagare i lavori necessari”.

Fonte: Gianni Verzelloni

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