Italia

Reazioni al veleno per le inchieste sul vino

Dure le prese di posizione del comparto vitivinicolo e dell’intero settore agricolo. Colpire i criminali senza dimenticare che i controlli ci sono e funzionano

12 aprile 2008 | C. S.

L’inchiesta “Velenitaly” de “L’Espresso” e quella sul Btunello di Montalcino hanno provocato una serie di reazioni, molto dure, da parte di tutto il mondo agricolo italiano.

“In queste ultime settimane – ha afferma il Ministro De Castro - assistiamo ad un violento attacco ai prodotti Made in Italy e dunque agli sforzi e all'impegno spesi in questi anni dai governi e dalle imprese per affermare la qualità di nostri prodotti all'estero. I risultati del nostro impegno sono sotto gli occhi di tutti: l'export agroalimentare è secondo soltanto alla meccanica . Questa azione irresponsabile ha inevitabilmente colpito e danneggiato i produttori onesti, seri, che da sempre con sacrificio lavorano per costruire e difendere, giorno dopo giorno, annata dopo annata, un patrimonio che non è solo economico produttivo, ma anche culturale, storico, di tradizione e che, nonostante le azioni criminose di pochi, in passato come oggi, rimane motivo di orgoglio e distinzione per il nostro Paese all'estero. E' un attacco con il quale si è scelto volutamente di seminare il panico tra i consumatori - aggiunge De Castro - nonostante l'efficienza del sistema italiano di controlli, indagini e sanzioni che il Ministero delle politiche agricole ha voluto rafforzare sin dai primi mesi di Governo. Siamo fiduciosi nell'operato della Magistratura e convinti che le indagini in corso, avviate per iniziativa del Ministero delle politiche agricole forestali e alimentari con l'Ispettorato controllo qualità e il Corpo forestale dello Stato, procederanno con solerzia e celerità per offrire ai cittadini italiani le risposte che attendono. Non è la prima volta che in questo Paese ci troviamo a dover combattere non solo i criminali delle adulterazioni ma anche la paura, seminata da una cattiva informazione - conclude De Castro - che, voglio pensare, sia dovuta all'ignoranza, intesa come poca conoscenza, piuttosto che alla malafede.”

Per un prodotto come il vino che realizza quasi un terzo del proprio fatturato all'estero l'ombra di sospetto che si è generata rischia di provocare danni economici e di immagine incalcolabili. E' quanto afferma la Coldiretti in riferimento agli effetti della frode scoperta nel settore del vino. Il vino con un fatturato di oltre 9 miliardi di euro "offre opportunita” di reddito ed occupazione a decine di migliaia di lavoratori, ma è anche il prodotto agroalimentare italiano più esportato all'estero dove particolarmente forte è la pressione concorrenziale dei vecchi e nuovi paesi produttori che rischiano di avvantaggiarsi della situazione". "Per questo", conclude la Coldiretti, "occorre chiudere con decisione le porte a tutti i tentativi di frode e sofisticazione per difendere i primati conquistati dal vino italiano senza cadere nella tentazione dell'allarmismo".

Contro chi ha inquinato e sofisticato il vino non ci può essere alcuna tolleranza. La Cia-Confederazione italiana agricoltori si costituirà parte civile nei confronti di questi criminali. Bisogna contrastare con la massima severità i responsabili di questi atti che nulla hanno a che vedere con l’agricoltura. Serve un segnale realmente forte per debellare l’azione di pochi delinquenti che rischiano di provocare conseguenze devastanti sui produttori e sull’immagine stessa del “made in Italy” agroalimentare. Per tale ragione la Cia è pronta a promuovere le procedure necessarie per costituirsi parte civile nel percorso giudiziario che si avvierà verso i responsabili di questa sofisticazione che può avere gravi riflessi per gli interessi di tutti i produttori onesti, che rappresentano la stragrande maggioranza del settore. Il comportamento di pochi delinquenti non può infangare l’intero settore vitivinicolo che garantisce qualità e salubrità ed ha ottenuto risultati eccezionali in tutto il mondo. Non è possibile -conclude la Cia- paghi a carissimo prezzo emergenze nate per colpa di singoli e circoscritti episodi criminosi che, comunque, vanno perseguiti con rigore dalla legge.

“Si parla di vino da tavola indifferenziato – ha commentato Secchioni, Presidente di Confagricoltura - di fasce di prezzo molto basse, assolutamente lontano dal vino delle grandi denominazioni che si è dato regole ferree. Siamo di fronte a due diversi sistemi produttivi assoggettati a regimi di controllo assolutamente differenti. E’ impensabile associare le due problematiche. Dove c’è agricoltura vera non c’è spazio per le sofisticazioni. La terra e l’imprenditore che coltiva e trasforma il suo prodotto sono la prima garanzia contro le frodi.”
Per questo Confagricoltura ha invitato a distinguere nettamente il caso Brunello dalla scoperta di gravi episodi di sofisticazione alimentare denunciati. Il sistema di controllo, pur in situazioni diverse, ha dimostrato la sua attendibilità.

Unione Italiana Vini plaude alle azioni di sequestro di vino sofisticato condotte in queste ore su tutto il territorio nazionale con grande efficacia dalle forze dell’ordine.
È la dimostrazione che in Italia i sistemi di controllo che garantiscono il massimo livello di genuinità delle nostre produzioni vinicole a tutela del consumatore funzionano, e funzionano bene.
Unione Italiana Vini auspica che le indagini facciano presto piena luce sulle responsabilità soggettive e sulla reale entità della frode e ribadisce che si tratta di un atto criminale che va punito.
Quanto accaduto non può e non deve ribaltare l’immagine di un settore sano, né può compromettere un comparto produttivo serio ed affidabile che rappresenta una voce fondamentale della nostra bilancia agroalimentare e una ricchezza del tessuto economico e sociale italiano.
Unione Italiana Vini invita inoltre ad un’attenta riflessione generale sulla presenza nel mercato di prodotti venduti a prezzi decisamente poco giustificabili alla luce dei notevoli rincari del prezzo delle uve e dei costi di produzione registrati nel corso dell’ultima vendemmia.
Consapevole che la tutela del consumatore e la garanzia qualitativa e di sicurezza alimentare dei prodotti sono la condizione irrinunciabile dell’attività imprenditoriale, Unione Italiana Vini in questa direzione ogni anno investe ingenti risorse in specifiche collaborazioni dei propri laboratori con il mondo universitario, oltre a quelle già efficacemente sperimentate con i più qualificati operatori del trade.

“Stiamo parlando di malavitosi ed è bene che questo sia chiaro a tutti”.Con questa affermazione il Presidente di Fedagri-Confcooperative, Paolo Bruni a nome del Coordinamento di tutte le organizzazioni nazionali della cooperazione agroalimentare (Fedagri-Confcooperative, Legacoop Agroalimentare, AGCI Agrital, ASCAT Unci) ha commentato il recente scandalo di sofisticazione del vino. “Chiediamo alle istituzioni che venga fatta immediata chiarezza – ha aggiunto Bruni – che siano resi pubblici i nomi dei criminali che hanno danneggiato l’immagine e il prestigio dei vini italiani. Questi nomi devono scomparire dal panorama vitivinicolo e subire pesanti condanne penali. Gli eventuali prodotti contraffatti o adulterati devono essere immediatamente ritirati da tutto il mercato”.

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