Italia
Una campagna olearia da dimenticare in Basilicata e basso Molise

Dopo l'exploit della scorsa campagna olearia c'era già chi sperava in una produzione media d'olio di oliva ma le aspettative sono andate via via deluse in Basilicata e nel Molise
05 settembre 2024 | C. S.
Si torna indietro di due anni, ovvero alla produzione della campagna olearia 2022/23, in due piccole regioni olivicole del sud Italia: Molise e Basilicata.
Dopo l'exploit della scorsa campagna olearia c'era già chi sperava, vista la fioritura, in una campagna media ma le aspettative sono andate via via deluse.
La siccità prolungata e le alte temperature comporteranno un crollo del 95% nella produzione di olio extra vergine di oliva lucano: è la stima che è stata fatta da Oprol-Olivicoltori Lucani.
"Non solo è saltata la produzione nella sua totalità per la campagna di autunno - ha detto il presidente di Oprol, Paolo Colonna - ma se perdurano le attuali condizioni climatiche, si metterà una pesante ipoteca sulla campagna 2025/26".
La richiesta prioritaria in questa fase di emergenza sarà "il riconoscimento dello stato di calamità, per il settore agricolo nel suo complesso e nello specifico per quello olivicolo". "Chiediamo politiche a sostegno della olivicoltura lucana - ha aggiunto - fatta non dai grandi numeri, di aziende familiari, ma da eccellenze legate ai territori".
Anche il basso Molise è in crisi, per le stesse ragioni.
Poche le olive giunte a maturazione sugli alberi rispetto alla produttività ordinaria dell'anno. Il calo attestato è quasi del 50 per cento rispetto al 2023. A renderlo noto all'Ansa sono diversi produttori di olio extravergine del territorio. "Non c'è stata la possibilità di fare irrigazione di soccorso per cercare di limitare i danni - dichiarano alcuni operatori della costa - e abbiamo olive piccole con poca polpa. Si avranno ripercussioni sulla produzione di olio extravergine. E' un'annata difficile per le poche olive con poca produttività".
I problemi sono iniziati già dalla primavera a causa del fenomeno della scarsa allegagione. "Si tratta del passaggio dal fiore al frutto - spiegano i produttori - una fase delicata e importante dello sviluppo del futuro raccolto. Si erano già visti dei problemi a causa del gran caldo. I segnali c'erano e ora c'è la conferma alle preoccupazioni iniziali. Ci sarà poco olio rispetto allo scorso anno".
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