Italia
Campagna olearia già conclusa nel Veneto

Il problema che sta segnando l'olivicoltura veneta è strutturale, dovuto a cascole anomale. I cambiamenti climatici influiscono sulla produzione
14 novembre 2023 | C. S.
La situazione olivicola in Veneto si presenta particolarmente difficile.
Secondo i dati 2022 di Veneto Agricoltura, la superficie a olivi in produzione è di 5.142 ettari, in lieve calo rispetto al 2021 (-0,8%). Circa il 70% delle piante è situato in provincia di Verona (3.565 ettari), seguita da Treviso (563 ettari) e Padova (440 ettari). La produzione 2022 è stata di 14.761 tonnellate.
Oggi la situazione appare complessa, secondo le prime indicazioni di Confagricoltura Veneto.
“Per certi aspetti il 2023 è stato migliore dell’anno scorso, segnato dalla siccità che aveva causato una forte cascola – spiega Leonardo Granata, presidente degli olivicoltori di Confagricoltura Veneto e produttore dei Colli Euganei -. La situazione, tuttavia, è disomogenea anche negli stessi areali: ci sono aziende agricole che portano a casa una buona produzione, mentre altre non hanno prodotto nulla o quasi. Diciamo che, in media, si prevede un bilancio con una percentuale del 50-60% di raccolto rispetto al 45% del 2022. Ringraziamo le piogge, che hanno favorito la buona qualità delle olive, anche se ci sono stati danni consistenti da grandine, soprattutto in aprile, che hanno colpito ampie fasce della Pedemontana veneta: dal Garda a Vittorio Veneto, passando per i Colli Euganei. D’altra parte, la situazione climatica è questa e dobbiamo abituarci, se pensiamo che negli ultimi cinque anni c’è stata solo una stagione che si è salvata pienamente senza soffrire gelo, grandine o siccità."
Il problema che sta segnando l'olivicoltura veneta è però strutturale, dovuto a cascole anomale.
Veneto Agricoltura ha finanziato un progetto dedicato ad alcuni aspetti dell’oliveto, in modo particolare a fioritura, allegagione e cascola. È partito un monitoraggio su oliveti campione tra Garda, Valpolicella, Colli Euganei e Alta Trevigiana per capire quali interventi fare sono necessari per ridurre il fenomeno.
L’Università di Verona sta studiando i problemi causati a chiome e cortecce da insetti come l’euzophera.
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