Italia 25/05/2022

Un nuovo progetto italo-statunitense per insegnare l'olio di oliva e le sue virtù

Un nuovo progetto italo-statunitense per insegnare l'olio di oliva e le sue virtù

Collaborazione tra tre dipartimenti dell’Università di Verona, diverse realtà agricole e produttive venete e l’Università di Tucson per un proficuo scambio di attività di ricerca, d’insegnamento e di studio


Dagli Stati Uniti al Veneto per 4 settimane alla scoperta dei segreti della dieta mediterranea e delle eccellenze del nostro territorio.

Si riconferma anche quest’anno l’appuntamento del gruppo di studenti del Dipartimento di Scienze dell’Alimentazione dell’Università statunitense di Tucson. Prima tappa del programma Frantoio Bonamini che, come da decennale tradizione, ha accolto 25 tra i più promettenti alunni degli Stati Uniti nella sua suggestiva location tra gli ulivi in Val d’Illasi. Un’occasione unica per studiare i processi di produzione e i benefici sulla salute dell’olio extravergine d’oliva, alimento dai molteplici valori nutrizionali sempre più studiato, apprezzato e ricercato nei mercati Oltreoceano.

Il programma della giornata si è diviso in tre parti: una scientifica di apprendimento teorico accademico, la visita alle attività produttive, in cui Sabrina Bonamini ha guidato i ragazzi in un percorso alla scoperta dell’arte della produzione dell’olio, e una parte pratica per una sperimentazione in prima persona di quanto appreso.

Lo chef Sagramoso del ristorante Le Cedrare, recente vincitore del premio “4 Ristoranti” all’interno del celebre programma televisivo di Alessandro Borghese, si è esibito in uno showcooking allestito in frantoio. Il menù olio-centrico, da lui ideato per l’occasione, ha permesso agli studenti di degustare l’olio di Frantoio Bonamini in tutte le sue potenzialità, forme e applicazioni gastronomiche.

"Ho sempre pensato che l’olio extravergine d’oliva sia da considerarsi più di un semplice condimento. È un alimento vero e proprio con moltissime proprietà nutritive ed organolettiche a cui si aggiunge un’estrema versatilità di lavorazione in differenti forme e consistenze. Un ingrediente molto ricco, da tutti i punti di vista, un vero e proprio oro verde" Chef Marcantonio Sagramoso

Preziosa e formativa da molteplici punti di vista la decima edizione del programma “Mediterranean Diet and Health” si arricchisce d’importati novità.

La base del programma resta quella del progetto formativo consolidato nel corso degli anni ma vede in quest’edizione l’allargamento del target accademico ad un più ampio ventaglio di discipline. Agli alunni che si occupando di materie scientifiche e dietologia si aggiungono quelli impegnati nello studio di altre branche della conoscenza: dalla farmacologia alla psicologia, dalle public art alla comunicazione a tutto tondo. L’ambizioso obiettivo è quello di cercare di cambiare il sistema agroalimentare americano.

"Viviamo in un mare di challenges e opportunity. Crediamo che creare ambienti interessanti ed opportunità possa mettere in moto conoscenze e sinergie per fare del cambiamento un elemento tangibile e concreto nelle nostre vite. Abbiamo allargato la rete e il bacino d’iscrizione degli studenti perché vogliamo seminare più possibile un uovo messaggio. Come in una piramide vogliamo cercare di allargare nel tempo la base d’interesse per far diventare ogni ragazzo il volano di un messaggio importante, per una divulgazione e diffusione più ampia in diversi settori" Professor Donato Romagnolo, responsabile e organizzatore del progetto

L’altra importante novità è l’accordo di collaborazione firmato con Università di Verona che si ufficializzerà il 13 giugno nella storica sede accademica veronese di Santa Marta. Durante questo evento verrà presentato il programma del progetto che riguarderà la collaborazione tra: tre dipartimenti dell’Università di Verona (Biotecnologie, Medicina ed Economia), diverse realtà agricole e produttive venete e l’Università di Tucson. Una sinergia di settori e conoscenze che si concretizzerà in un proficuo scambio di attività di ricerca, d’insegnamento e di studio; una nuova e luminosa porta aperta per creare punti di connessione con il desiderio di migliorare sia l’approccio americano che quello veneto nei cruciali ambiti agroalimentare, economico e salutistico.

Un’iniziativa resa possibile dalla lungimiranza di diversi collaboratori come Diego Begalli e Elisabetta de Strobel e che, unitamente a Frantoio Bonamini, credono fortemente nell’importanza di ricerca, insegnamento, formazione e collaborazione come traino per un mondo più sano, per generazioni più informate e consapevoli.

di C. S.