Italia 11/06/2021

Il turismo può salvare l'olio di oliva italiano dalla decadenza

Il turismo può salvare l'olio di oliva italiano dalla decadenza

La necessità di vendere, in particolare durante l'emergenza Covid19, ha fatto trascurare ai produttori buona parte i punti di forza valoriali specifici del prodotto olio che ne definiscono i contorni e possono tracciare anche un destino peculiare


Il Consorzio Turismo Olio Evo Dop, Igp, Bio si è presentato  al pubblico lo scorso 8 giugno a Palazzo Camozzini a Verona.

La formula del dibattito ha permesso l'emersione di tematiche forti che ispirano il Consorzio. Prima fra tutte la qualità del prodotto che, come ha specificato la presidente Mariagrazia Bertaroli, è un prerequisito. La qualità infatti non deve essere una variabile ma una costante a partire dalla quale procedere alla valorizzazione del territorio e delle sinergie che facciano degli oliveti e delle aziende olivicole, un prodotto turistico.

La presenza di un comitato tecnico scientifico, presentatosi in occasione dell'incontro, ha chiarito l'impostazione della progettazione consortile che strizza l'occhio anche alla ricerca e al savoire faire dell'accoglienza italiana. In questi anni i produttori si sono riuniti nel tentativo di parlare di mercato e di produzione, trascurando in buona parte i punti di forza valoriali specifici del prodotto olio che ne definiscono i contorni e possono tracciare anche un destino peculiare.

Il settore turistico rappresenta oggi per i produttori la possibilità di individuare e conoscere questi valori che lavorano per far emergere un aspetto evolutivo di questo prodotto. Ada Rosa Balzan, membro del Comitato Tecnico Scientifico, ha molto insistito sulla sostenibilità, uno degli argomenti cardine del Consorzio. Non si può più evitare di trascurare una certa attenzione all'ambiente e all'impatto ecologico.

La rinnovata attenzione alle certificazioni invece mette in primo piano lo sforzo di autoregolamentazione di chi sceglie di produrre Dop, Igp e bio, ma anche di non permettere  che cultivar minori vadano perdute.

Il Consorzio vuole incentivare e sostenere i produttori attraverso la creazione  di percorsi di valorizzazione dei territori e di formazione, ma anche coordinare i bisogni del mondo turistico  con la necessità di una migliore consapevolezza della bellezza e delle possibilità di narrazione che questo mondo nasconde. 

C'era davvero bisogno di un'altra aggregazione di aziende? Sì, per evitare la tentazione di qualsiasi operazione di make up, a favore di sostanza, cura e visione prospettica.

di Elisabetta De Blasi