Italia 16/03/2021

I successi di Luna Rossa all'America's Cup cominciano a tavola

I successi di Luna Rossa all'America's Cup cominciano a tavola

Gli atleti impegnati nelle regate si concedono piatti della cucina mediterranea, semplici, facilmente digeribili. E il Parmigiano va fortissimo: l'equipaggio ne consuma un chilo al giorno. Senza dimenticare le bollicine


A 19mila km di distanza, mentre in queste ore si discute di parità, assetti e venti, sempre imprevedibili nel Golfo di Hauraki, c’è chi si pone il problema di cosa portare in tavola. Perché per mettere il turbo agli 11 atleti di Luna Rossa Prada Pirelli, in questi giorni impegnati in finale nel Match di America’s Cup contro il defender Emirates Team New Zealand, occorre – anche - calibrare bene i pasti. Lo sa bene Manuel Sanna da San Gavino Monreale, sardo del Medio Campidano, 37 anni, chef responsabile del team italiano, in cambusa insieme ad altri quattro colleghi suoi conterranei. Che nel partire a settembre da Cagliari (dal 2018 base operativa del team presso il molo Ichnusa) ha fatto inviare in Nuova Zelanda 1000 kg di pasta toscana, 500 kg di pelati sardi e altrettanti di riso di Oristano, 400 litri di olio evo e ben 700 kg di Parmigiano Reggiano, sponsor ufficiale agroalimentare dell’impresa. Insieme al Gruppo Lunelli, partner non solo con un numero imprecisato di bollicine Ferrari ma anche con l’acqua minerale Surgiva (il consumo medio giornaliero di acqua alla base è di tre litri a persona) e i vini fermi di Tenute Lunelli. 

Un compito, quello di Sanna, di tutto rispetto. Visto che l’equipaggio non può superare i 990 kg complessivi a bordo. E che i velisti vengono pesati tutti i giorni e prima di ogni regata (la competizione è al meglio delle 13), consistenti in sfide relativamente brevi al ritmo di due al giorno. “E’ importante non solo la qualità ma anche la quantità”, spiega Sanna via whatsapp da Auckland. “Perché se al buffet è possibile scegliere insalate, frutta e pane, primi e secondi sono calibrati ad personam in cucina. Ognuno ha un suo peso forma da mantenere, a seconda dello sforzo fisico: e se i grinder (gli atleti chiamati a pompare sui sistemi idraulici del monoscafo Ac75 perché questo possa librarsi in volo grazie ad alette e foil basculanti ndr) mangiano un po’ di più, il timoniere Checco Bruni o il randista e stratega Pietro Sibello devono stare più attenti. E’ una questione di bilanciamento. Ma devo dire che tutti sono molto bravi nell’autoregolarsi”. 

Sotto le vele della Luna i dialetti parlati sono però molteplici, dal palermitano (il Circolo della Vela Sicilia è lo yacht club sfidante in questa 36ma edizione) al ligure, passando per l’emiliano, il trentino e il napoletano. Tante regioni, tanti gusti? “Cerco di accontentare tutti”, racconta ancora Sanna, “preparando di volta in volta pasta alla Norma, cacio e pepe, risotti alla milanese. In generale però sono piatti delle cucina mediterranea, semplici, facilmente digeribili, cotti alla perfezione e nelle tempistiche richieste. Il Parmigiano? Va fortissimo, ne consumiamo in media 3kg al giorno per tutta la base e 1kg quotidianamente solo per l’equipaggio, che a volte in allenamento se lo porta a bordo a scaglie, in vaschette apposite. Le bollicine per il team sono invece centellinate, riservate alle giornate di festa. Ma qualche risotto alle erbette con il Ferrari l’ho sfumato”. Insomma nessuna nostalgia per il Made in Italy. 

“Ci sentiamo come a casa, abbiamo tutto. Un importatore ci rifornisce di salumi e formaggi. E poi qui ci sono ottimi prodotti freschi, dalle verdura alla carne di manzo, al pesce, come lo snapper, un parente del nostro dentice”. Se l’emergenza Covid ha limitato la consueta ospitality presso la base, vera vetrina del (finger) food e del bere italiano, le bollicine Ferrari, sparkling partner della Luna, hanno tenuto banco alla grande: bagnando lo scorso 21 ottobre la vittoria italiana della Prada Cup (la competizione che selezione gli sfidanti alla Coppa America, svoltasi sempre ad Auckland) di Maximum Blanc de Blancs Trentodoc. La cui foto ha fatto il giro del mondo, condividendo così il palcoscenico con lo champagne Mumm, sponsor ufficiale. “Siamo due brand sullo stesso evento sportivo ma con due funzioni ben definite, nel pieno rispetto dei ruoli altrui”, sottolinea Camilla Lunelli, direttore PR e Comunicazione del Gruppo. “Noi infatti siamo la bollicina ufficiale di uno dei team, Mumm dell’intera manifestazione: ognuno ha quindi il suo momento. Ma certo rimaniamo competitor dello champagne ovunque, su tutti i mercati…”. 

Leader del settore in Italia, con 4 milioni e 800mila bottiglie prodotte nel 2020 e un fatturato 2019 pari a 79 milioni di Euro, Ferrari esporta i suoi Trentodoc in oltre 50 paesi (con Giappone, Germania e Stati Uniti in forte ascesa). L’emisfero australe prossimo mercato di penetrazione? “Per noi una collaborazione del genere è innanzitutto un’operazione di comunicazione”, spiega Lunelli, “e le vendite nel mercato australe non sono mai state una scelta prioritaria. Luna Rossa e tutta l’America’s Cup sono infatti una magnifica piattaforma di lifestyle per tutto quanto concerne l’italianità e noi siamo orgogliosi di essere parte di questa avventura che sta entusiasmando il paese. Seguiamo Luna Rossa fin da ottobre 2019, con il varo a Cagliari della barca da parte di Miuccia Prada. E se non se non fosse stato per il Covid avremmo seguito, con eventi, anche le prime regate, purtroppo saltate, in Italia e in Gran Bretagna, sbocchi sicuramente più interessanti della Nuova Zelanda. Paradossalmente il primo mercato di questa operazione resta proprio l’Italia: è vero che l’America’s Cup ha una grandissima risonanza mondiale, ma il fatto di aver sostenuto un’avventura totalmente italiana è stata molto apprezzata dai nostri connazionali, appassionati di vela e non”. 

La prova? Il successo clamoroso della Limited Edition Luna Rossa Prada Pirelli, bottiglia speciale di Ferrari Maximum Blanc de Blancs dedicata al team, prodotta in 2021 esemplari numerati (per celebrare l’anno così ricco di sfide). E andata subito a ruba dopo la sua presentazione i primi di febbraio. Ma non solo bollicine beve la Luna. 

A bordo si degustano infatti anche i vini del Gruppo (107 milioni di fatturato complessivo nel 2019) e cioè l’Aliotto Toscana Rosso IGT Tenute Lunelli, prodotto a Podernovo, in provincia di Pisa, primo vino bio delle Tenute, e lo chardonnay Pietragrande Vigneti delle Dolomiti IGT. “Rappresentano le due anime delle Tenute Lunelli, quella più mediterranea e quella più nordica”, spiega ancora il direttore PR. “Come sono stati scelti? Per via della loro grande flessibilità negli abbinamenti ai piatti”. Come abbiamo visto essere molto vari a bordo. 

Lo sa bene James Spithill, asso australiano co-timoniere di Luna Rossa. Che alla domanda su quale fosse la differenza tra fare la Coppa con un team italiano o con uno yankee, ha avuto una sola risposta: “La cucina!”. Alla via così. 

di C. S.