Italia

I TERRITORI DEL MOLISE, CON LA LORO STORIA, CULTURA E BONTA’ DI PRODOTTI PRESENTATI IN DUE INCONTRI NELLA MARCA TREVIGIANA

La cronaca di un viaggio all'insegna del gusto con protagonista Pasquale Di Lena. A Treviso e a Venegazzù, alla scoperta delle espressioni agroalimentari più tipiche. Forte la curiosità, molteplici gli apprezzamenti. Al centro dell'attenzione gli "alberi della vita", l'olivo e la vite

14 aprile 2007 | Pasquale Di Lena

Due giornate intense di incontri e di visite quelle vissute, in questa metà settimana, in quel territorio ricco di acque e di verde e di centomila imprese che è la Marca Trevigiana.

Sono stato ospite del Consorzio per la promozione di questa stupenda e complessa realtà, su invito del Rotary Club di Montebelluna, Distretto 2060, che vede attualmente Prefetto e animatore dell’emerito sodalizio, il Prof. Roberto Contento, mio amico e conosciuto dirigente del mondo dello sport, quale direttore della Scuola dello Sport del Coni, quella straordinaria università dello sport nazionale che ha formato tutti i nostri più famosi campioni delle varie discipline sportive, nonché direttore, per dieci anni, della Federazione Italiana Sport Invernali.

Una magnifica occasione che mi ha dato modo di vivere una esperienza che ha visto il territorio protagonista, con il racconto che ho fatto di quello molisano e l’assaggio di alcuni suoi prodotti, e, con la scoperta di quello della Marca Trevigiana.

Il primo incontro a Treviso con una ventina di operatori economici per parlare del Molise e, in particolare, dei suoi valori storico-culturali espressi da un territorio così ricco di bontà agroalimentari, dagli oli ai vini, dai latticini ai tartufi, dalla ventricina al pescato del suo mare.

Forte la curiosità per la Ventricina, “il salume che non si taglia, ma si scava”, come mi capita spesso di ripetere per dare a questo prodotto, così particolare, della Valle del Trigno segnata da Vasto in Abruzzo e da Montenero in Molise, un segno di diversità, dovuto al suo utilizzo nel tempo, che diventa curiosità e, quindi, richiamo, memoria, per il consumatore.

Grande l’attenzione per l’olio presentato da chi ha avuto il merito di ideare e realizzare, proprio nel Molise, l’Associazione Nazionale delle Città dell’Olio, oggi forte di oltre 300 adesioni di Comuni, Province e Comunità Montane.
Grande, anche, l’interesse per la degustazione guidata da Alessandro Patuto, autore di oli vincitori e degustatore, quale membro del Panel test di Larino, di oli del Molise, in una realtà, la Marca Trevigiana, che vede l’olio protagonista con la sua dop “Veneto del Grappa”, ricavata, almeno per il 50% dalle varietà di “Frantoio” e di “Leccino”, e poi da altre diffuse in questo territorio guardato dal Monte Grappa, come la “Grignano”, la “Padanina”, l’impollinatore per eccellenza, il “Pendolino” ed altre ancora.

Sicuramente l’olio proveniente da una olivicoltura, quella più spostata a nord del nostro Paese, poche centinaia di quintali sufficienti per segnare un territorio, che nella provincia di Treviso, è ricco di altre bontà, in particolare il radicchio rosso, oggi noto in tutto il mondo; il sempre intrigante “Prosecco”, il vino che sta conquistando i mercati del mondo e le nuove generazioni con le sue bollicine e sta affermando la bellezza del territorio che ruota intorno a Conegliano e Valdobbiadene.

In questa area la visita di una nota azienda, l’Astoria, che con le sue attenzioni alla qualità e le sue cure e premure per il territorio e per la ospitalità, dà un grosso contributo alla crescita della immagine e della fama del “Prosecco”, ma non solo, anche dei Cabernet, dei Sauvignon e dei Merlot, che caratterizzano i vigneti che fiancheggiano il fiume dei “Ragazzi del ‘99”, il Piave, il fiume che tutti gli italiani sentono proprio per quello che esso ha rappresentato nella prima metà del secolo scorso. A proposito di Sauvignon, quello che mi è stato offerto insieme ad un Cabernet Franc e ad uno delizioso prosecco millesimato, è uno dei migliori, il più caratteristico che ho avuto la fortuna di assaggiare in questa mia vita segnata da un lungo rapporto con i grandi vini italiani.

Il secondo incontro a Venegazzù, da Celeste, il ristorante che ospita gli incontri del Rotary di Montebelluna, distretto 2060, dove è stato allestito un buffet per la presentazione e la degustazione degli oli “Gentile di Larino” della Coop. Olearia larinese e di un biologico della Biosapori di Casacalenda, insieme ai deliziosi sottoli di questa cooperativa al femminile, fra i quali il germoglio di aglio, che ha incuriosito molto gli ospiti presenti al pari della ventricina e del caciocavallo della Di Vaira e della sopressata e salsiccia dal delicato sapore della azienda familiare “Castrum Monacilionis” del piccolo paese situato nell’area che dà salumi molto particolari.

Subito dopo, presentato dal Presidente del Rotary, l’arch. Marco Ditadi, sono stato chiamato a sviluppare il tema “gli alberi della vita”, l’olivo e la vite, che hanno segnato la storia, la cultura, i paesaggi e le tradizioni dei popoli di quella culla di civiltà che è sempre stato il Mediterraneo, a fianco dell’uomo per dare benessere, salute, forza, luce, ispirazione, fiducia, emozione; per ritmare il piacere della vita e renderla piena di valori.

Alberi della vita ed, oggi sempre più del mondo, così importanti che, con l’apertura dei mercati e gli scambi culturali promossi da quella realtà ampia e complessa che è il mercato globale, si stanno diffondendo un po’ ovunque, dalle Americhe al Giappone, dal Sud Africa all’Australia, dalla Cina all’India, a significare le novità di territori che l’uomo del duemila vuole arricchire di antiche storie e di nuovi valori per vivere e godere i colori, i profumi ed i sapori di un alimento e di una bevanda come l’olio ed il vino.

È un modo per prepararsi al domani, non lontano, quando il mondo si dividerà sempre più tra chi ha la fortuna di trovare e mangiare questi prodotti naturali e chi, invece, dovrà accontentarsi, per vivere, di cibi uguali ovunque, preparati dalle industrie multinazionali, con milioni di uomini che avranno, purtroppo, poco o niente da mangiare se le cose continueranno ad andare avanti senza il sentimento della pace e della solidarietà, ma sulla spinta dell’avidità e dell’egoismo.

Si amplia così la missione propria dell’olivo e della vite, questi due alberi a noi così familiari e così cari.
Una piacevole serata che ha dato lo spunto anche per pensare come cogliere una opportunità e dare ad essa una continuità con una iniziativa sul radicchio nel Molise, una mostra mercato dei prodotti molisani a Treviso, una visita dei soci del Rotary di Montebelluna alla Regione che ha nell’olio di Venafro e di Larino le testimonianze, non solo di una storia antica, ma anche della bontà che gli oli di queste due antiche capitali significavano per il gastronomo e il consumatore esigente ai tempi dei sanniti e dei romani.

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