Italia 10/10/2016

Controlli troppo lenti e il falso bio è in tavola

In cinque anni 350mila tonnellate di grano falso biologico, in realtà prodotto in modo convenzionale, sono transitate nel nostro paese. Report spiega come basti avere le entrature giuste. A essere truffati dal sistema anche Coop ed Esselunga

 


Il granaio d'Italia, ovvero la provincia di Foggia, al centro di un traffico di falso grano biologico che diventava pasta bio.

La scoperta grazie a un'inchiesta su 11 mila tonnellate di falso grano bio partita da San Paolo Di Civitate (FG). I truffatori hanno alterato un numero del certificato e così sono riusciti, anche grazie a una catena di controlli particolarmente lenta, a smerciare il prodotto. Quando gli enti di certificzione se ne sono accorti, sei mesi dopo, il prodotto a scaffale non c'era più, già tutto acquistato e consumato.

A essere truffati, oltre ai consumatori, anche due grandi catene di supermercati: Coop ed Esselunga, le cui dichiarazioni sull'accaduto riportiamo in coda all'articolo.

L’inchiesta di Report di Bernardo Iovene esplora il mondo dei certificatori e si sviluppa in Romania dove alcuni enti di certificazione italiani sono stati sospesi perché certificavano come biologici prodotti da imprenditori veneti trattati con fitosanitari e pesticidi. Gran parte del grano biologico che consumiamo arriva dai paesi dell’Est.

Bernardo Iovene si è trasformato in imprenditore agricolo per ricostruire come è stato possibile che in cinque anni siano transitate 350 mila tonnellate di falso biologico in Italia. A vigilare su tutto c’è il ministero delle Politiche agricole, ma proprio nel ministero e nel posto cruciale potrebbero annidarsi relazioni pericolose.

"Abbiamo scoperto che basta imbroccare il canale giusto e ti si apre tutta la filiera: da chi fa le fatture a chi certifica il prodotto- ha dichiarato Milena Gabanelli a Tv Sorrisi e Canzoni - E si scopre che tonnellate di cereali sono state vendute come biologiche quando non era vero. Va però detto che è un sistema che ha dei buoni anticorpi, per esempio Federbio sta facendo bene il suo mestiere. Questo per dire che non è tutto nero”.

La replica di Coop

Coop per il prodotto a marchio non ha rapporti diretti commerciali con gli operatori da voi citati. A fronte della notizia dataci da Federbio, con il quale è attivo un accordo di collaborazione per il contrasto alle frodi, del coinvolgimento dell’azienda Liuzzi con la possibile commercializzazione di grano non biologico, abbiamo attivato le procedure di verifica dei prodotti Viviverde Coop (la linea biologica a marchio Coop) che ha standard più restrittivi rispetto ai prodotti tradizionali. Il nostro sistema di verifica dei prodotti biologici prevede infatti la possibilità di risalire la filiera fino alle aziende agricole e grazie a questo sistema abbiamo chiesto ai nostri produttori di tracciare il grano bio in tutti i prodotti a marchio biologici per verificare se vi erano state forniture dalla suddetta azienda. Il 21 aprile abbiamo ritirato in via precauzionale e tempestivamente alcuni lotti di 4 referenze di pasta Viviverde che avevano lotti di semola che potevano contenere grano duro anche dall’azienda Liuzzi, fornito dal Molino Grassi. Siamo purtroppo stati vittima della frode come il nostro produttore, una prima stima del danno subito si attesta intorno ai 60.000 euro senza tenere conto delle mancate vendite e ancora di più dell’eventuale danno reputazionale. L’avvio pressoché immediato delle procedure di ritiro ha circostanziato l’episodio. Coop dunque nella vicenda trattata è parte lesa, ha comunque agito responsabilmente e sta lavorando per evitare in futuro il ripetersi di casi simili. Coop ha già richiesto da tempo ai fornitori il controllo della filiera e l’adesione alla banca dati dei cereali di Federbio, una misura adeguata a garantire un controllo più puntuale.

La replica di Esselunga

Esselunga conduce una politica di estrema tutela nei confronti del consumatore. Infatti seleziona e qualifica direttamente i fornitori eseguendo audit frequenti e sottopone i prodotti ad un piano di campionamento annuale; Infatti per i fornitori in causa (De Matteis e Molino Grassi) ha siglato capitolati tecnici dove ha richiesto la presenza di un sistema di qualità gestito che controlli e verifichi l’operato dei sub fornitori e che vengano eseguite analisi su materie prime (grano), semilavorati (semole) e prodotti finiti (pasta). Ogni fornitore esegue almeno 60 analisi/anno per la ricerca dei soli agro farmaci (pesticidi) ed in particolare i due fornitori specifici complessivamente hanno eseguito analisi su circa 300 campioni di grano, semola e pasta. Tutte le analisi sono risultate conformi. I fornitori sono Certificati da uno degli organismi preposti dal Ministero e subisce dagli stessi audit con relativi verbali di sorveglianza biologica che evidenza la conformità degli stessi. Questo è quanto abbiamo verificato in fase di audit. I fornitori devono approvvigionarsi da sub fornitori certificati a loro volta e in caso di dubbio chiedere conferma di verifica al proprio organismo di certificazione. Nel caso in esame non sono state evidenziate criticità. I relativi organismi di certificazione hanno visitato i fornitori, i sub fornitori ed eseguito analisi su diverse materie prime senza evidenziare anomalie. Al fine di rendere più sicure le proprie filiere Esselunga ha già definito ulteriori prerequisiti ancora più restrittivi, e chiesto ai fornitori di: – eseguire obbligatoriamente audit ai subfornitori circoscrivendo il numero; – eseguire analisi in tutte le fasi della filiera; – rendere la filiera visibile e trasparente con l’adesione alla piattaforma informatica ideata dalla Federazione del Biologico. Anche i rapporti commerciali con i fornitori sono molti stretti con ordini giornalieri continui e costanti e con telefonate di messa a punto frequenti; le promozioni sono programmate secondo un piano istituzionale definito e preciso, in modo da permettere ai fornitori degli approvvigionamenti programmati anche in occasione di grandi volumi.

 

di C. S.