Italia
L’agroalimentare “regge” crisi e crollo dei consumi, a febbraio fatturato +0,5%
19 aprile 2013 | C. S.
Mentre il fatturato dell’industria scende ancora a febbraio, segnando il 14esimo calo tendenziale a -4,7 per cento, l’agroalimentare continua a “tenere” sui mercati e a registrare un +0,5 per cento di ricavo. A dispetto della crisi e nonostante il crollo dei consumi interni. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, in merito ai dati diffusi dall’Istat.
Il settore dell’auto, che da sempre è stato un traino dell’industria “made in Italy”, è in profonda sofferenza con riduzioni drastiche a febbraio sia a livello di produzione (-16,6 per cento) che di ordinativi (-14,1 per cento) che di fatturato (-18,1 per cento) -sottolinea la Cia-. All’opposto, il segmento alimentari e bevande “resiste” meglio degli altri comparti alla congiuntura negativa e anche a febbraio riesce ad aumentare la produzione (+3,5 per cento), a non perdere ordini e, soprattutto, a mantenere il fatturato in territorio positivo (+0,5 per cento).
Questo significa che il nostro agroalimentare è sempre più strategico e che oggi può rappresentare davvero un volano per la ripresa del Paese. Ecco perché -osserva la Cia- è sempre più urgente agire con una valorizzazione adeguata del comparto, costruendo una vera politica per l’agroalimentare “made in Italy” che finora non c’è mai stata, con misure di sostegno “ad hoc” a cominciare dall’agricoltura, che fornisce all’industria oltre i due terzi dei suoi prodotti.
D’altra parte -ricorda la Cia- già oggi il nostro agroalimentare riesce a muovere ogni anno quasi 250 miliardi di euro, circa un quarto del Pil, trascinato in alto dalle performance eccezionali di prodotti come il vino, che tocca i 14 miliardi di euro di fatturato annuo complessivo (4,7 miliardi solo con l’export); la pasta con un giro d’affari di oltre 4,5 miliardi (di cui il 40 per cento destinato ai mercati oltreconfine); l’olio con un fatturato di 3 miliardi (di cui 1,2 miliardi attraverso le esportazioni).
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