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IL VINO BEVUTO NEI CALICI DELLA LETTERATURA. A MILANO L’AIS LOMBARDIA ISTRUISCE GLI SCRITTORI

Un corso sommeliers riservato a narratori e poeti per favorire l’intreccio tra cultura alta e cultura materiale. Grande la soddisfazione da parte degli intellettuali invitati. Secondo il presidente Luca Bandirali, per valorizzare al meglio la bevanda di Bacco occorre coinvolgere anche chi scrive i romanzi

09 aprile 2005 | Ludovica Riposto

L’idea è del direttore di “Teatro Naturale” Luigi Caricato e del presidente Ais Lombardia Luca Bandirali. Tra febbraio e marzo si è tenuto un corso per sommelier riservato a un’utenza insolita, quella degli scrittori. Non di coloro che occupandosi di gastronomia firmano articoli su riviste specializzate o su grandi periodici a carattere divulgativo. In questo caso a essere mobilitati sono stati gli scrittori che firmano invece romanzi, saggi o poesie. Il corso di introduzione alla conoscenza dei vini e dei distillati è piaciuto, anche con l’applicazione pratica che prevedeva le degustazioni in chiusura di lezione. In quattro incontri si è così dato un sapere agli intellettuali che hanno partecipato ai quattro incontri.

Tra i docenti i sommeliers professionisti che rispondo al nome di Luca Bandirali, presidente di Ais Lombardia, e a seguire in ordine di cronologico Rossella Romani, vicepresidente nazionale dell’Ais, quindi l’enologo Mario Maffi e infine il referente didattico per l’Ais regionale Lombardia Fiorenzo Detti. Ivano Asperti è stato invece il paziente sommelier che ha accolto ogni sera i partecipanti e versato loro i vini e i distillati in assaggio.

Grande la soddisfazione, al punto che la narratrice Bianca Garavelli con un libro in uscita a giorni per l’editore Passigli, ha deciso di aggiungere nel suo nuovo romanzo-thriller, dal titolo Il passo della dea, alcuni riferimenti ai vini.
Soddisfatto anche Maurizio Cucchi, il quale ritiene che i vini siano il segno della grande intelligenza e laboriosità dell’uomo nell’ottenerli. Di lui Mondadori ha pubblicato in gennaio il romanzo Il male è nelle cose, ma Cucchi in verità è assai noto per le sue poesie, tutte edite da Mondadori, nella celebre collezione dello “Specchio”.

La passione per il vino di Cucchi è antica: “ho sempre apprezzato bere, è un piacere grande”. E’ un nostalgico e così ai wine bar preferisce di gran lunga le vecchie osterie. “I vini della mia terra, la Lombardia, li ho sempre amati, tanto che per un certo tempo ho pure acquistato damigiane di San Colombano da imbottigliare con gli amici”

Anche Ermanno Krumm si dice contento. In aprile esce per Mondadori un libro di poesie dal titolo di Respiro; ma quando si parla di vino sorride con piacere. “Il vino – annuncia – mi dà un senso di benessere e di prosperità”.
L’esperimento insomma ha funzionato. Gli scrittori coinvolti – da Giampiero Neri a Valeria Poggi, da Gabriella Cherubini a Giuseppe Casa, da Alberto Pellegatta a Mary Barbara Tolusso e Meeten Nasr ed altri ancora che si sono succeduti – sono rimasti colpiti dalla professionalità dei corsi Ais. “E’ stata – hanno detto – una vera e propria educazione sensoriale”.

La poetessa Mary Barbara Tolusso

Tra questi, Giampiero Neri in particolare si dice molto lusingato per l’invito rivoltogli dall’Ais Lombardia a partecipare agli incontri. Neri con il vino ha dei legami più forti. Suo zio aveva degli stabilimenti vinicoli a Squinzano e da piccolo lo andava a trovare curiosando nelle campagne salentine .“Sono rimasto colpito dalla facondia dei sommeliers, sono per davvero dei bravi ed esperti professionisti. Ho trovato pertinenti le loro definizioni perché precise e aderenti alla realtà. Questo sapere diffuso a un pubblico vasto serve a qualificare anche i consumi del vino”, ammette Neri. “Sarebbe auspicabile – aggiunge il poeta Giampiero Neri – che anche il consumatore medio acquisisca tale sapere. La conoscenza aiuta a bere bene”.

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