Italia

Danni maltempo: non solo Veneto

Anche in Campania, già sommersa dai rifiuti, si contano danni per centinaia di milioni di euro. Nella sola provincia di Salerno sarebbero 800 i posti di lavoro a rischio

13 novembre 2010 | C S

Finita la pioggia, in Campania si cominciano a contare i danni. La più colpita è la provincia di Salerno: 3.500 ettari, quasi 500 milioni di euro tra produzione e danni strutturali, almeno 8.000 posti di lavoro a rischio. Queste, nel provvisorio bilancio di Confagricoltura, le cifre del disastro causato dalla forte ondata di maltempo che ha flagellato, in questi giorni, una delle aree meridionali a più alto valore agricolo. Sono in pericolo le coltivazioni e le produzioni di pregio nella Piana del Sele e nel Vallo di Diano, tra le terre più fertili della zona. Le eccezionali precipitazioni hanno fatto esondare i fiumi Sele e Tanagro, provocando ingenti problemi soprattutto ai frutteti, agli agrumeti, alle serre, al vivaismo e alle colture invernali di ortaggi. Particolarmente critica situazione ad Eboli e Capaccio, zona di produzione del carciofo bianco e di quello di Paestum IGP.

L’emergenza dell’agricoltura nel salernitano si configura come un problema nazionale e servono stanziamenti immediati ed adeguati per rimediare ai danni e far ripartire il settore. Confagricoltura sottolinea la gravità dell’allarme chiedendo al ministro Galan di intervenire sul Governo e al presidente della Regione Campania, Caldoro, di dichiarare lo stato di calamità per le zone flagellate dal maltempo.

“Il problema è non solo ambientale, ma anche sociale - rileva Confagricoltura - perché il comparto agricolo è ad elevatissima occupazione, in virtù delle colture specializzate caratteristiche del territorio. E nei prossimi mesi si stima che possano saltare 8.000 posti di lavoro”.

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