Gastronomia
Ecco il marchio “pizza napoletana”
18 febbraio 2008 | C S
A margine della pubblicazione, nella Gazzetta Ufficiale Europea (GUCE)-C 40-, della proposta del riconoscimento del marchio per S.T.G. (specialità tradizionale garantita) della Pizza Napoletana, è intervenuto il Presidente del Comitato, Rosario Lopa. Il Comitato insieme al ministero e alle associazioni di riferimento-interviene Lopa-si rese promotore del cordinamento per la stesura finale del disciplinare che ha portato al riconoscimento europeo del marcio STG, (specialita'tradizionale garantita). Naturalmente-prosegue l'esponente del Comitato- stiamo predisponendo la possibilita'che le attivita'di formazione dei pizzaioli siano previste per tutelare la professionalità dei nostri Pizzaioli.Ormai in tutti i paesi del mondo-continua Lopa- l'alimento pizza è presente ma non è prodotto con i giusti elementi e con le dosi più equilibrate, indispensabili per una corretta alimentazione e per proseguire, nel modo più opportuno, i canoni della ricetta tradizionale Partenopea. Gli ingredienti base della pizza sono essenzialmente poveri e di facile reperibilità (farina, pomodori, mozzarella) e consentono una preparazione veloce purché si impieghi una tecnologia avanzata e uno specifico know how. Raggiungendo una visione d'insieme più ampia sui comportamenti e i bisogni attuali propostoci dalla figura professionale dell'esercente pizzaiolo e dall'operatore dipendente, bisognera'organizzare corsi per dare la possibilità a giovani interessati alla ristorazione di apprendere la professione del pizzaiolo e prepararli ad un inserimento nel tessuto sociale/economico della ristorazione stessa. Questa considerazione si è evidenziata maggiormente in relazione alle ricerche di opportunità di recupero, mirato e valido ad offrire una concreta risposta ad una richiesta specifica espressa nel settore turistico e ristorativi. La Pizza, alimento principe della dieta mediterranea e un business di oltre 6.300.000.000 di euro lâanno. Un prodotto, divenuto patrimonio di tutte le regioni italiane, che esalta la qualità e la tipicità dellâagricoltura del nostro Paese. âMargheritaâ, âMarinaraâ,la pizza è una vera passione. E per gli italiani, dopo la pasta, è il piatto più amato. Ma non solo. Eâ anche un grande business. Nel nostro Paese -secondo unâanalisi compiuta - si vendono ogni anno nelle oltre 40 mila pizzerie più di un miliardo e mezzo di pizze tipiche al piatto, che muovono un giro dâaffari di sei miliardi e trecento milioni di euro, con un indotto che supera i 15 miliardi di euro. Basti pensare che per confezionare queste pizze vengono utilizzati, ogni anno, 7.500 tonnellate di olio dâoliva, 90 mila tonnellate di mozzarella, 45.000 tonnellate di pomodori (San Marzano, Pachino, Ciliegino), 135.000 tonnellate di farina. A ciò si devono aggiungere le bevande che accompagnano le pizze tipiche. Il 50 per cento di chi ama la pizza sceglie la birra, il 30 per cento acqua minerale e bevande analcoliche (Coca Cola, aranciata) e il 20 per cento vino (soprattutto bianco e frizzante). Il che significa, in termini economici, ottocento milioni di litri di birra, duecento milioni di litri di bevande analcoliche, centodieci milioni di litri di vino. Quindi, è proprio la pizza che, meglio di ogni altro prodotto, esprime il valore, la tipicità e la tradizione dellâagricoltura italiana e Meditteranea all'interno del nuovo contesto Europeo. Per questo-sottolinea Lopa- chiedemmò al Ministro dellâepoca, Alemanno, di utilizzare il prodotto Pizza come testimonial del semestre Europeo, e con lei quella dieta Mediterranea-di cui è alimento principe, che, nonostante gli sterili e strumentali attacchi che spesso vengono da oltre oceano, è riconosciuta, a livello scientifico e medico, come la più equilibrata per la salute umana, vedi la possibilità di prevenire il cancro. Recenti studi, non a caso, hanno rilevato quanto, in alcun zone del nostro Paese, sia elevata lâetà media della vita per quelle persone che basano la propria alimentazione con i classici prodotti mediterranei. Il riconoscimento da parte Europea, è l'occasione per riaffermare questi concetti e per snocciolare una serie di dati relativi alla pizza, prodotto simbolo di Napoli, dellâItalia e della sua agricoltura nel mondo. Dâaltra parte, la pizza, che ha più di tremila anni storia (avendo le sue origini fin dallâantico Egitto), è divenuto un patrimonio delle varie regioni italiane. Uscita dai confini di Napoli, dove non è solo un mito ma unâicona stessa del suo popolo e suo folclore, la pizza ha conquistato spazi nelle realtà locali e si è legata saldamente con le tradizioni alimentari. Così, oggi, abbiamo centinaia e centinaia di varietà di pizze, ognuna delle quali si identifica con il territorio, con le sue culture alimentari. Dalla Val dâAosta alla Sicilia, questo straordinario prodotto, nato dalla cucina povera, è divenuto un âcultâ, un modo di mangiare, che coinvolge tutti, grandi e piccini. La pizza, emblema stesso del sole del Mediterraneo, è un insieme di colori e di sapori che esaltano la nostra agricoltura tipica e diversificata, che danno corpo a quella qualità che i produttori agricoli italiani stanno sempre più valorizzando. Pizza, quindi, sinonimo di italianità e di agricoltura e delle sue apprezzate produzioni. Pizza che richiama la storia e le culture delle nostre terre e che si mescola con le vecchie usanze e ricette e dà sfogo allâarte, allâinventiva, alla creatività che ne esaltano il carattere genuino e popolare. Per lâoccasione,si stanno già rinnovando una serie di appuntamenti di promozione. Un modo per rappresentare il valore e la tradizione dellâagricoltura e dellâagroalimentare Campano. Agricoltura e pizza -ha continuato Lopa- formano un connubio perfetto basato proprio sulla qualità . Un aspetto che per noi è prioritario come la rintracciabilità , che rappresenta quel complesso di atti e documenti che consentono di seguire le varie fasi del processo di produzione agro-alimentare, mirata a garantire la sicurezza e la gestione dei rischi.Dâaltronde -ha aggiunto il presidente del Comitato- la qualità costituisce quel âplusâ di comportamenti, volontari, che lâimprenditore agricolo mette in opera per qualificare è diversificare sul mercato i propri prodotti: sistemi di controllo, certificazioni e autocertificazioni, firma del prodotto, disciplinari di produzione, etica. Ecco perché riteniamo che il sistema di rintracciabilità , la sicurezza alimentare e le strategie per la qualità debbono essere organicamente messe a sistema.
Pizza e prodotti agricoli Consumi ogni anno in Italia :
1.500.000.000 di pizze al piatto 7.500 tonnellate di olio extravergine dâoliva 90.000 tonnellate di mozzarella 45.000 tonnellate di pomodoro 135.000 tonnellate di farina 110.000.000 di litri di vino 300.000.000 di foglie di basilico