Gastronomia
L'amaro e il piccante nell'olio d'oliva sono un piacere
A sorpresa a prevalere nel Gioco del Piacere organizzato da Slow Food in contemporanea in tutta Italia sono stati un sardo e un toscano, contraddistinti da netti sentori verdi e da note amare e piccanti ben evidenti. Il trend si sta invertendo?
10 giugno 2016 | Alberto Grimelli
Il Gioco del Piacere organizzato da quaranta condotte Slow Food in tutta Italia, che ha visto la partecipazione di più di mille persone, è stato un indubbio successo.
Molti appassionati di buon cibo e anche molti novizi, che si avvicinavano all'olio extra vergine di qualità per la prima volta. Un pubblico molto eterogeneo, dunque, ma molto sensibile alla qualità e all'eccellenza dell'alimentazione.
Non si tratta, dunque, del profilo del consumatore medio ma mille persone, sparse su tutto il territorio nazionale, in maniera piuttosto omogenea, da Venezia a Lecce, rappresentano un campione statistico significativo.
"E' stata una serata molto piacevole e interessante - ha affermato Gianni Lezzi che ha coordinati gli assaggi a Lecce - è stato bello scoprire tanta attenzione e curiosità intorno a un prodotto del territorio, come l'olio extra vergine di oliva, considerato di casa nel Salento. Ci si apre a nuovi gusti e sapori. Questo significa che l'olio non è più solo olio. Ottime premesse per il futuro."
"Adulti e giovani si sono confrontati con l'assaggio di oli di qualità - ha dichiarato Vincenzo Nisio che ha condotto la serata a Piedimonte Matese - Quello che mi ha sorpreso è che nessuno si è spaventato dell'amaro e del piccante dell'olio. E senza che nessuno facesse premesse sul valore di questi due elementi sulla qualità dell'extra vergine. Vedo segnali positivi, i messaggi trasmessi negli anni stanno passando."
In effetti, sulla base del risultato nazionale, a prevalere sono stati due oli con spiccate note verdi e amaro e piccante in evidenza.
Primo posto, nel Gioco del Piacere, per la Bosana Lunavera di Sebastiano Fadda (Oliena - Nu) e piazza d'onore per il Monna Giovannella biologico dell'anomina azienda di Bagno a Ripoli.
Al terzo posto il Colli Etruschi Io di Blera (Vt) e al quarto l'olio più dolce tra quelli proposti, la Dop Terra d'Otranto di Forestaforte (Gagliano del Capo - Le).
Da sottolineare che gli oli del territorio hanno "perso" anche nei territori d'origine. A Firenze a prevalere è stato proprio Fadda e stesso risultato a Lecce.
"Assaggiare l'olio col bicchierino, per percepire differenze e la ricchezza degli oli italiani, è stato per molti una novità - ha affermato Sonia Donati che ha condotto la serata a Firenze - e mi ha piacevolmente sopreso, girando per i tavoli, scoprire le discussioni su gusti, sentori e preferenze che animavano le discussioni degli intervenuti. Per molti scoprire che di olio non ce n'è solo uno ma molti e molto diversi è stata una novità. L'approccio all'olio come gioco funziona e può contribuire a diffondere una corretta cultura olivicola."
Di seguito i profili organolettici degli oli come descritti da Slow Food.
Con pieno merito si conferma anche quest’anno la dinamica azienda guidata dai Bettina e Andrea, grazie all’Igp Monna Giovannella Biologico (varietà Frantoio, Moraiolo, Leccino, Pendolino; 13 € bt 0,75 l). Al naso l’olio esprime sentori di oliva a giusta maturazione e note vegetali, tipiche delle varietà. La pasta di buona consistenza si segnala con una conduzione dolce iniziale, per cedere poi il passo al sottofondo amaro e al ben dosato stimolo piccante.
Le intense note varietali del Dop Terra d’Otranto (varietà Ogliarola Salentina, Cellina di Nardò; 12 € bt 0,50 l) portano fresche sensazioni di mandorla verde. Al gusto la carica aromatica dell’amaro intenso tende a imporsi, anche se la pasta è sottile. Nel bel finale troviamo dolci sensazioni di frutta rossa, qua e là ravvivate da intermittenti note piccanti. Un ottimo prodotto.
L’Io Bio (varietà Caninese; 15 € bt 0,50 l) si presenta al naso con profumi che si aprono su una nota verde di frutto, un intrigante erbaceo e un tocco floreale. In bocca entra sapido per poi mostrarsi continuo nei toni di amaro-piccante e nella aromaticità in accordo con l’olfatto che conduce a un finale in crescendo.
Ricco e compatto il Lunavera Bosana Biologico (20 € bt 0,50 l) esprime all’olfatto un netto fruttato verde e sentori freschi che ricordano le erbe campestri, il carciofo e il mallo di mandorla. In bocca gli stessi aromi vegetali sono esaltati dalle note amare e piccanti decise e sostenute da un corpo di buona struttura. Di bella complessità e armonia regala un finale appagante di lunga persistenza.