Gastronomia

Giocare col vino e l'olio per scoprire la gastronomia regionale

Abbandonato, per una sera, il tradizionale bicchierino d'assaggio per l'olio, ci si può abbandonare e immergere in sapori e profumi poco conosciuti o dimenticati. E' così che si fa parlare un territorio

31 marzo 2015 | Pasquale Di Lena

Non servono grandi spazi per fare grandi cose, ma idee, persone capaci e una dose giusta di passione di chi di un evento ne diventa il protagonista.

L’Oleonauta, a poco più di un chilometro in linea d’aria dal Lungomare Toscanelli di Ostia, è, più che un negozio di olio e confetture varie, una teca attrezzata che accoglie bottiglie, barattoli, pubblicazioni e mette tutto a disposizione di una clientela di intenditori e di esperti, oltre che di un normale consumatore.

Simona Cognoli è l’anima di questo delizioso ambiente, dove senti scorrere, liscio come l’olio, il tempo, che ha visto sabato scorso animarsi, dalle 19 alle 23, di esperti di enogastronomia, blogger e giornalisti, richiamati dal Molise e dalle sue eccellenze: dal tartufo all’olio; dalla birra artigianale al vino; dal caciocavallo ancora fresco a quello stagionato, essenziale per una delle tante bontà di Agnone, la “zuppa a la Santé”; dalla soppressata e mitica ventricina (il salume che si scava e non si taglia) alla salsiccia di fegato, che solo palati aperti a un gusto netto, forte, speciale, sono in grado di apprezzare.

L’accettazione entusiasta che fa spalancare gli occhi, prim’ancora che la bocca e lo stomaco, o il rifiuto con uno scatto della testa come senso di fastidio, è la sorte di prodotti che il Molise ha e conosce, come il tartufo, l’ostrica, la pampanella di San Martino in Pensilis, la scolatura delle acciughe, la scapece alla vastese (il pesce marinato in vino, aceto e zafferano), l’anguilla o lo stesso capitone, il formaggio con i vermi o la testina di agnello, insieme con altri bocconi deliziosi che ti restano nella mente per lungo tempo ancora.
I presenti erano quasi tutte donne, sia quelle che stavano dietro i tavoli a raccontare e far degustare sia quelle che hanno partecipato e vissuto con grande attenzione la degustazione delle eccellenze molisane.

Un gioco ideato da Fabrizio Fazzi, un attivissimo promotore di olio (Pignatelli) e vini, quelli di Campi Valerio di Monteroduni, che ha convinto Simona Cognoli e la sua Oleonauta, ad accogliere i prodotti e ad ospitare i produttori di una Regione, il Molise, che non esiste, anche se sono alcune decine di migliaia i molisani che vivono a Roma.

Un gioco che ha divertito molto quanti hanno risposto all’invito e hanno avuto la fortuna di essere presenti all’incontro e, così, sopportare anche la brezza di una sera della primavera da poco arrivata, entrando ed uscendo dallo stretto ambiente dell’Oleonauta per gustare i frutti della terra e dell’artigianato molisano; sentir parlare di un territorio ricco di ambienti, paesaggi e tradizioni che, da Roma, non è poi così lontano.

Un gioco che si ripeterà alla fine di maggio (25) sempre a Roma, questa volta nella splendida cornice di Villa Miani, con la partecipazione alla manifestazione “Solstizio d’estate”, organizzato da Daniele De Ventura. Con questi ed altri protagonisti ad affiancare i produttori di olio, di formaggi, salumi, vini, birra, elaborazioni gastronomiche molisane presenti sabato scorso all’Oleonauta.

Due appuntamenti – è il mio auspicio - da ripetere in autunno per presentare l’olio nuovo e, con esso, tutto il buono e il bello che il Molise è in grado di mettere sulla tavola delle bontà.

I prodotti, accuratamente scelti da Manuela Mancino e Sebastiano Di Maria della Scuola del Gusto, hanno ricevuto il giusto applauso dei partecipanti all’incontro all’Oleonauta. Con l’olio “Principe Pignatelli” di Monteroduni,c’erano: l’Olio Benedetto di Benedetto Salvatore di Lupara e L’Olio di Flora de La Casa del Vento di Larino; il vino “Opalia”, la Tintilia del Molise Doc dei Campi Valerio di Monteroduni e i vini di Angelo D’uva, vignaiolo in Larino, “Lagenio”, un bianco doc, la “Tintilia” e un delizioso passito Igt, l’Egò; la Ventricina e la Soppressata, due dei salumi di Casa Florio di Montecilfone; il Caciocavallo del Caseificio Antonio Di Nucci di Franco Di Nucci di Agnone dal 1662; la “Ru Sprusciat” e la Salsiccia di fegato di Salumi Antonelli di Castel del Giudice; i tartufi e le delizie di Francesco Tasillo di Frosolone; le Birre di Dario Fardone; le preparazioni della TavoladelMolise di Mimmo Borrelli e Carmelina Del Monaco di Miranda; i confetti e il cioccolato Papa Dolceamaro di Monteroduni. E, infine, la presenza preziosa de La Molisana, il pastificio di Campobasso che il mondo conosce, con i suoi spaghetti quadrati e le orecchiette rigate.

 

Foto di Ramona Di Meola

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