Economia

Il prezzo del grano crolla, insieme alle speranze degli agricoltori italiani

Il grano tenero è sceso sotto i 16 euro per quintale e quello duro sotto i 22 euro per quintale. A rischio l’agricoltura della bassa modenese

08 novembre 2008 | T N

Il prezzo del grano è crollato del 60 per cento in sei mesi sul mercato internazionale, con perdite di oltre 120 miliardi di euro per gli agricoltori nei diversi continenti che rischiano di essere costretti ad abbandonare una coltivazione dalla quale dipende la sopravvivenza di miliardi di persone con un raccolto di quasi 600 milioni di tonnellate all'anno. Sono i dati riferiti da Coldiretti sulla base di una analisi dei dati del Chicago Board of Trade, che rappresenta il punto di riferimento per il commercio internazionale delle materie prime agricole.

“Gli scenari internazionali sono sempre un punto di riferimento importante – commenta Tazio Gallini, presidente della sezione Coldiretti di Finale Emilia – ma è sufficiente guardare le nostre campagne modenesi per capire che la situazione è drammatica, con il grano tenero (per il pane) che è sceso sotto i 16 euro per quintale e quello duro (per la pasta) sotto i 22 euro per quintale. Si tratta di valori - sottolinea Gallini - che non consentono di coprire i costi di produzione in forte ascesa (solo per i concimi si parla di + 56 per cento in un anno) e mettono a rischio le prossime semine e con esse la vitalità delle imprese della bassa modenese che hanno nelle colture cerealicole il loro punto vitale. Senza contare la inevitabile destrutturazione del sistema con immaginabili ripercussioni di carattere economico e sociale”.

“Al danno per gli agricoltori, si aggiunge la beffa per i consumatori – continua il rappresentante finalese della Coldiretti - infatti, in generale mentre i prezzi alla produzione agricola sono calati (- 6,5 per cento a settembre) quelli al consumo continuano ad aumentare. L'andamento del prezzo della pasta che ha raggiunto 1,5 euro al chilo in media dimostra che nell'ampia forbice tra quotazioni del grano e quelle della pasta c'è sufficiente margine da recuperare per garantire un giusto reddito agli agricoltori e consentire acquisti convenienti i consumatori.

“E' in questa direzione che occorre intervenire perché ancora una volta si è dimostrato che – termina Gallini - l'emergenza alimentare non si risolve con i prezzi bassi all'origine per gli agricoltori, perché di questi non beneficiano i consumatori e non consentono di coprire i costi di produzione e, nel lungo periodo, portano alla chiusura delle imprese.

Fonte: Coldiretti Modena

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