Economia

L'ortofrutta italiana in rilancio sui mercati mondiali

Segnali di ripresa per frutta e verdura, con incremento dell’export, fino a ottobre 2007, del 8% in termini di quantità e del 12% in valore

23 febbraio 2008 | T N

In totale, da gennaio a ottobre 2007 l’Italia ha esportato ben 3.037.410 tonnellate di frutta e verdura nel mondo.
Un 8% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso e comunque un segnale di ripresa complessiva per il comparto.

I dati in valore sono ancora più eclatanti se si considera che i 2,5 miliardi di euro dell’esportazione 2007 corrispondono ad un + 12% rispetto al 2006.
Si ampliano anche i mercati di sbocco dell’export italiano a riprova di un adeguamento del nostro sistema produttivo organizzato alla domanda globale.

A livello di produzione l’Italia si conferma paese leader in Europa per molte specie con una offerta complessiva pari a 30,4 milioni di tonnellate di frutta e verdura ed una PLV (Produzione Lorda Vendibile) pari a 11,4 miliardi di euro nel 2006 corrispondenti al 29% della PLV agricola .

Lo studio, presentato dal CSO, analizza nello specifico le specie frutticole più importanti a livello nazionale e, con apposite elaborazioni sui dati catastali delle imprese associate in Emilia Romagna, riesce ad ottenere anche proiezioni alla primavera 2010 sull’assetto produttivo e varietale .

L’analisi per singole specie evidenzia una situazione di sostanziale stabilità produttiva per le mele in Italia con un calo dell’offerta di varietà tradizionali e un incremento importante, soprattutto in Emilia Romagna, degli investimenti di varietà come la Fuji per la quale è previsto un aumento di oltre l’80% della potenzialità produttiva nel prossimo triennio.

Per le mele si rileva come ,a fronte di consumi sostanzialmente stabili negli ultimi tre anni ,l’export appare in crescita e comunque svincolato dall’ offerta.
La situazione di pesche e nettarine evidenzia una maggiore competizione sui mercati internazionali dovuta ad un ristagno dei consumi in Europa a fronte di una accresciuta offerta di prodotto.

L’export di pesche e nettarine appare perciò fortemente vincolato all’andamento produttivo dell’annata. Le maggiori tensioni di mercato con ripercussioni sui prezzi alla produzione si evidenziano nella prima parte della campagna di commercializzazione, in particolare da metà giugno a metà luglio.

In Emilia Romagna dal 2000 al 2006 la superficie investita a pesco è calata del 17%.
Attualmente gli ettari a pesco ammontano in Regione a circa 8.000 mentre per le nettarine la superficie investita è pari a 15.000 ettari . Nel prossimo triennio è prevista una riduzione di investimenti del 7% sia di pesche che di nettarine.

Per le pere l’Italia conferma la posizione di leader produttivo europeo con l’offerta concentrata per il 65% in Emilia Romagna.
Dal 2000 al 2007 la superficie investita in Emilia Romagna è calata del 10%.
Nei prossimi anni sono previsti incrementi di investimenti solo per la varietà Abate Fetel , in crescita del 5% nel 2010.

Ottime le prospettive per il kiwi di cui l’Italia è il primo produttore mondiale con un livello dell’offerta in continua crescita.
Il 70% dell’offerta è destinato all’export e l’andamento delle spedizioni risulta fortemente correlato alla produzione dell’annata. I consumi interni di questo prodotto sono in crescita a differenza delle precedenti specie frutticole. Le superfici in Emilia Romagna sono previste, da qui al 2010, in lieve aumento (+2%).

“ Un quadro complessivamente positivo per l’ortofrutta italiana- dichiara Renzo Piraccini, Consigliere Delegato del CSO – soprattutto sul fronte delle esportazioni che sono generalmente in aumento. L’ampliamento dei mercati di sbocco – continua Piraccini - offre spazi sempre maggiori alle nostre produzioni anche se sull’oltremare il super euro ci ha un po’ frenato rispetto allo scorso anno ma la tendenza rimane comunque buona”.

I segnali positivi sono confermati anche da Paolo Bruni Presidente di CSO che traendo una sintesi dai dati emersi dallo studio dichiara: “in un contesto come quello attuale dove la competizione globale vede l’agroalimentare in primo piano nel dibattito sugli scambi commerciali mondiali, appare determinante lo sforzo del nostro sistema produttivo verso l’export, in un ventaglio di paesi sempre più ampio; sarà molto importante, nell’immediato, lavorare con impegno per favorire l’ingresso dei nostri prodotti di punta in mercati oggi ancora chiusi a causa delle barriere fitosanitarie.

In tal senso la positiva collaborazione che il CSO ha avviato con i competenti uffici del MIPAAF spero possa dare presto risultati soddisfacenti”


Fonte: Cinzia Zanella

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