Economia
L’Italia vale un terzo dell’export europeo di olio di oliva

Dopo la debacle all’inizio della campagna olearia, dovuta allo shock dei prezzi, da aprile i volumi di esportazione di olio di oliva dall’Europa crescono sensibilmente più della campagna precedente
18 settembre 2024 | T N
Dopo il panico dei primissimi mesi della campagna olearia, con l’aumento dei prezzi mal digerito da buyer e GDO, la situazione pare in via di stabilizzazione da aprile quando le quotazioni all’ingrosso si sono lievemente abbassate ma solo di qualche decina di centesimi.
Nel complesso, da ottobre a giugno 2024, secondo la Commissione europea, sono state esportate dall’Europa verso paesi extra UE 458 mila tonnellate di olio di oliva, contro le 475 mila tonnellate dello stesso periodo della campagna precedente e le 579 mila della media degli ultimi 5 anni, quando però i volumi disponibili erano ben superiori.
Ma è analizzando i dati mese per mese che si scopre come lo shock di mercato è stato assorbito man mano che trascorrevano le settimane.
Dalle sole 49 mila tonnellate esportate a ottobre 2023, 20 mila tonnellate in meno di ottobre 2022, il trend si è invertito a febbraio 2024 con 53 mila tonnellate vendute, contro le 47 mila di febbraio 2023.
Se guardiamo la situazione nei vari trimestri, infatti scopriamo che il punto più basso è stato toccato a ottobre-dicembre 2023 con 139 mila tonnellate esportate contro le 180 mila dello stesso periodo dell’anno precedente. La situazione migliora già nel primo trimestre 2024 quando il deficit di export si è stabilizzato. Inversione di tendenza da aprile a giugno 2024 quando sono state esportate 162 mila tonnellate di olio di oliva, contro le 138 mila tonnellate dello stesso periodo dell’anno precedente.
L’Italia vale un terzo dell’export europeo di olio di oliva
Se guardiamo invece alla forza dell’export dei vari Paesi europei, notiamo come la Spagna rappresenta il 55% del totale, l’Italia il 31% e il Portogallo il 9%, con la Grecia relegata al 3% anche a causa della pessima campagna olearia.
Si può altresì notare che il Portogallo è quasi integralmente dipendente dalle importazioni del Brasile e, allo stesso modo, l’Italia esporta soprattutto negli Stati Unit mentre la Spagna ha destinazioni molto più diversificate.
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