Economia

Turismo e agritech guidano la crescita delle start up italiane

Turismo e agritech guidano la crescita delle start up italiane

Nel 2022 celabrata la nascita di tredici startup nel comparto biotecnologico e cinque nel turismo. In Lombardia, Piemonte e Emilia Romagna gli incubatori d'impresa proficui

28 giugno 2023 | C. S.

Sono 487 milioni di Euro i capitali raccolti nei primi sei mesi da startup italiane. Il dato, poco più che dimezzato rispetto al miliardo dei primi sei mesi dell'anno scorso (999.146.069 con 96 deal), resta comunque in linea con la flessione globale registrando un totale di 84 deal. 

È questo il dato principale che emerge dal report realizzato da StartupItalia e presentato nella cornice di "SIOS23 Summer: Insieme", il summit organizzato in collaborazione con Sace, il Gruppo assicurativo-finanziario direttamente controllato dal ministero dell’Economia e delle finanze. Il report, elaborato con l’Università Luiss Guido Carli, è stata l'occasione per riunire a Roima, per la prima volta, il mondo dell’impresa, quello istituzionale e associativo e l’Accademia per fare il punto semestrale sugli investimenti in Italia,sulle prospettive del settore e sui principali trend emergenti. 

Come l'anno scorso, anche nel primo semestre del 2023 a correre sono soprattutto gli investimenti nel biotech: su 84 deal totali, 13 riguardano startup che operano nel comparto della biotecnologia (pari al 15,6%). Al secondo posto, cinque investimenti in startup medtech, nel turismo e nei servizi (6,02%). A pari merito i deal finalizzati da startup che operano nel campo del lavoro, energia, agritech ed edutech (4,8%). A seguire le tre operazioni chiuse nel campo del fintech (3,6%) e ancora gli investimenti realizzati nel deeptech, nel delivery, in nuovi materiali e cybersecurity (2,4%). 

Guardando alla distribuzione dei round a livello regionale, su 83 deal poco meno della metà (38) hanno come protagoniste startup lombarde (il 45,7%): segue il Piemonte con 14 deal (16,8%). Terza regione in classifica per numero di operazioni è l’Emilia Romagna, con 8 startup del territorio emiliano che hanno concluso dei round (9,6%). Fuori dal podio il Lazio con 6 operazioni (7,2%) e la Toscana con 4 (4,8%). E ancora la Sicilia con tre operazioni (3,6%) e il Veneto, la Puglia e il Trentino Alto Adige con due startup che hanno ottenuto dei finanziamenti (2,4). Una sola operazione infine (1,2%) in Campania, Molise, Sardegna e Liguria.

La flessione complessiva dell'Italia, passata da 96 a 84 deal conclusi, risulta in linea con la tendenza globale pari al - 51,17% rispetto allo stesso periodo del 2022. 
Il calo degli investimenti non riguarda infatti solo il nostro Paese, ma si registra a livello mondiale: il Regno Unito fa segnare il -57%, la Francia -55% e la Germania -44%. Anche allontanandosi dall’Europa, la situazione non cambia: -49% sono i miliardi investiti negli Stati Uniti e in Cina. A giustificare questa riduzione ci sono diversi componenti, tra cui l’assenza di grandi deal (sopra i 100 milioni) e l’elevata incertezza che pesa a livello globale causata da diversi fattori esogeni all’ecosistema, come guerra e inflazione. 

“Il calo degli investimenti non sorprende: pesano l’incertezza economica legata al difficile contesto internazionale, come il conflitto in Ucraina e le difficoltà che nei mesi scorsi hanno interessato il sistema bancario americano ed europeo -spiega Dario Scacchetti, ceo di StartupItalia-. Abbiamo un ecosistema di startup che sta crescendo, che ha bisogno di attenzione da parte delle istituzioni, che può generare nuovi posti di lavoro. Questa prima edizione di Sios a Roma ha proprio voluto ampliare lo sguardo sull’intero ecosistema”.

“Siamo felici di partecipare a SIOS2023, l’appuntamento più importante per il mondo delle startup e delle pmi innovative, una platea di oltre 15.000 imprese che come Sace vogliamo supportare nella crescita in Italia e nel mondo -aggiunge l'ad Alessandra Ricci-. Le startup sono il futuro del made in Italy: non solo perché cresceranno e diventeranno imprese mature ma soprattutto perché sono il fulcro dell’innovazione. Chi innova esporta di più ed esporta meglio: abbiamo calcolato, nel nostro ultimo Rapporto sull’export presentato pochi giorni fa, che l’innovazione triplica le opportunità di crescita delle esportazioni”.

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