Economia
L'export di vino italiano soffre la pandemia globale da Covid-19
Nel complesso da gennaio a settembre 2020 i volumi esportati sono del 2,6% inferiori a quello dell'anno precedente, mentre in valore la perdita è del 3,4%
17 dicembre 2020 | C. S.
Il fronte estero resta cruciale per il settore vinicolo italiano. I dati di giugno e avevano in qualche modo attenuato le perdite di aprile e maggio, mentre in agosto e settembre è tornata ad affacciarsi qualche perplessità. Il dato puntuale del mese di settembre, ha registrato volumi esportati un po' inferiori a quelli dello stesso periodo del 2019, con una flessione anche del valore.
Nel complesso da gennaio a settembre 2020 i volumi esportati sono del 2,6% inferiori a quello dell'anno precedente, mentre in valore la perdita è del 3,4%.
Tra le destinazioni, l'Ue e i Paesi extra Ue fanno registrare battute d'arresto sostanzialmente simili, mentre in valore le perdite sono state dell'1% entro i confini comunitari, mentre è del -5% nei Paesi Terzi.

Al di là del dato puntuale dei due mesi "epicentro" della crisi sanitaria, a preoccupare gli operatori sono i dati mondiali del commercio con l'estero che già da marzo avevano registrato una decisa battuta d'arresto del valore che è si è consolidata dal secondo trimestre nei principali Paesi importatori ad eccezione di Canada e Svizzera che hanno aumentato (secondo dati IHS Markit) la propria domanda in volume rispettivamente del 5 e 4 per cento, a fronte però di cali in valore seppur limitati.
Gli Usa, paese particolarmente importante per l'export italiano, nei primi nove mesi dell'anno ha ridotto le proprie importazioni totali dell'1% in volume con una spesa, espressa in euro, ridotta dell'11% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.
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