Economia
In aumento l'export agroalimentare italiano negli Stati Uniti
Nonostante i dazi di Trump siano un danno per otto imprese italiane su dieci nel settore food, sette su dieci restano comunque ottimiste sul futuro dell’export nel settore food e guardano all’Europa come mercato trainante
07 ottobre 2019 | C. S.
Dazi esteri, un danno per otto imprese italiane su dieci nel settore food, secondo un’indagine realizzata il 3 e 4 ottobre da Promos Italia, la struttura nazionale del sistema camerale a supporto dell’internazionalizzazione delle imprese. Sette su dieci restano comunque ottimiste sul futuro dell’export nel settore food e guardano all’Europa come mercato trainante. Gli alimentari, con un export verso gli Stati Uniti di oltre un miliardo in sei mesi, pesano il 5% sull’export nazionale, +13%. “Condivido e comprendo la preoccupazione delle imprese. – commenta Giovanni Da Pozzo, presidente di Promos Italia –. Nonostante i dazi non colpiscano tutti i prodotti agroalimentari made in Italy, si tratta comunque di un forte contraccolpo per l'export di settore verso gli Stati Uniti, che da anni, tra l'altro, già sconta il gravoso, e irrisolto, problema dell'italian sounding. È necessario - conclude Da Pozzo - avviare al più presto una trattativa a livello comunitario sia per tutelare le imprese del settore sia perché il rischio che Italia e Europa vadano incontro a una fase di recessione, dovuta a un ulteriore rallentamento dei mercati internazionali, è concreto".
L’Italia nei primi sei mesi del 2019 ha esportato negli Usa per 22 miliardi, pari a oltre un miliardo e mezzo in più rispetto allo stesso periodo del 2018. L’aumento è del +7,7%. Prime in classifica Milano che supera i 2 miliardi e mezzo di euro (+12,4%), Latina con 1,6 miliardi, in forte crescita (dai 115 milioni del 2018) e Torino con 1,1 miliardi (+14,5%). Superano gli 800 milioni anche Bologna 4°, Modena 5° e Firenze 6°. Seguono Vicenza 7° +4,2% e Bergamo 8° +20,9%. Tra le prime 20 anche altre lombarde: Brescia 10° con 553 milioni, Monza Brianza 19° con 324 milioni (+5,6%) e Varese 20° con 295 milioni (+16,5%).Tra le regioni per export prima la Lombardia che supera i 5 miliardi di euro (+10,2%) e rappresenta oltre un quinto del totale italiano. Precede l’Emilia Romagna con 3,2 miliardi (+3,4%) e il Veneto con 2,7 (+8,8%). Superano i 2 miliardi di export anche Lazio e Piemonte. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi e di Promos Italia, la struttura del sistema camerale italiano a supporto dell’internazionalizzazione delle imprese su dati Istat.
I prodotti italiani più esportati negli Usa sono i macchinari, i prodotti farmaceutici, gli autoveicoli. I macchinari superano i 4 miliardi (+13,8%), i prodotti farmaceutici i 3 (+95,8%) e gli autoveicoli i 2 miliardi. Seguono gli altri mezzi di trasporto, i prodotti delle altre industrie manifatturiere (+14,2%), i prodotti alimentari (+12,9%) e le bevande (+9,3%). L’import nazionale dagli Usa è invece di 8,6 miliardi, +7,%. Lazio, Toscana e Lombardia superano tutte gli 800 milioni di importazioni. Tra le province spiccano Frosinone e Milano con oltre un miliardo, Firenze (761 milioni), Roma (630 milioni), Arezzo (483 milioni) e Torino (432 milioni). Più importati i prodotti farmaceutici (2 miliardi), i macchinari (837 milioni) e gli altri mezzi di trasporto (718 milioni).
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