Economia

L'embargo russo all'agroalimentare italiano ci è costato 2,5 miliardi di euro

L’Italia, fra i paesi europei principali esportatori, è quello che sta risentendo meno dell'embargo. Le Regioni maggiormente danneggiate sono state l’Emilia Romagna, il Piemonte e il Veneto

01 marzo 2019 | C. S.

Con decreto n. 778 del 7 agosto 2014, Il Governo della Federazione Russa ha stabilito il divieto di importazione, da UE, Usa, Canada, Norvegia ed Australia, in Russia, di molti prodotti agroalimentari.
Il provvedimento, assunto in risposta alle misure restrittive conseguenti alla “crisi Ucraina”, doveva inizialmente durare un anno; in seguito è stato prorogato ed è tuttora vigente.

Le conseguenze economiche per l’Italia sono state molto pesanti, poiché, nel periodo 20092013, il valore delle esportazioni di prodotti agricoli e alimentari verso la Russia era in rapida ascesa (+111%), passando dai 333 milioni di euro del 2009 (pari al 1,4% dell’export nazionale complessivo di settore) a 705 milioni di euro del 2013 (pari al 2,1%). Nel periodo successivo, vigente l’embargo, il valore delle esportazioni di prodotti agricoli e alimentari verso la Russia, si è ridotto fino a 381 milioni di euro (2015) per poi tornare a crescere fino a 552 milioni di euro (2018).

I settori produttivi più colpiti sono stati quelli della frutta (-100%), delle carni (-99,9%) e degli ortaggi (-99,7%). Seguono il latte e derivati (-93%) e le preparazioni di cereali (-31,3%). Complessivamente l’esportazione di prodotti agricoli e dell’industria alimentare dell’Italia verso la Russia si è ridotto, nel 2018 a confronto col 2013, di oltre 153 milioni di euro, pari a -22%.

Solo confrontando l’esportazione agricola e dell’industria alimentare dell’Italia verso la Russia del 2013, con quello degli anni seguenti in cui è vigente l’embargo, la perdita economica si calcola in circa 1.034 milioni di euro. In realtà si tratta di una valutazione molto sottodimensionata considerando che nel periodo 2009-2013 la crescita media annua dell’esportazioni agricola e dell’industria alimentare dell’Italia verso la Russia è stata di oltre il 20%.

Tenendo invece conto anche della crescita delle esportazioni italiane di prodotti agricoli e dell’industria alimentare verso la Russia nel periodo 2009-2013, e proiettandola nel periodo 2014-2018, si stima che il valore complessivo della perdita economica dell’Italia a causa dell’embargo russo sia stato 2.431 milioni di euro. Nel 2020 arriverebbe a 3.706 milioni di euro.

Tuttavia l’Italia nel 2017 rispetto al 2013 è, fra i Paesi dell’Unione Europea principali esportatori di prodotti agricoli e alimentare, il meno danneggiato dall’embargo russo (-183 milioni di euro); lo sono molto di più Lituania (-893 milioni di euro), Polonia (-794 milioni di euro), Olanda (-673 milioni di euro), Germania (-603 milioni di euro), Danimarca (-433 milioni di euro), Spagna (-317 milioni di euro), Francia (-364 milioni di euro), Belgio (-248 milioni di euro).

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