Economia

Alla ricerca di nuovi mercati per l'olio extra vergine d'oliva. Perchè non pensare alla Francia? Anzi a Parigi?

I nostri cugini tradizionalmente amano il burro e poi vengono considerati così fortemente tradizionalisti da non degnare neanche di uno sguardo i prodotti esteri. Vero ? Falso ? Lo abbiamo chiesto a Bruno Colucci, Carniato Europe, che con l'olio fattura già più di un milione di euro in Francia

21 marzo 2014 | Alberto Grimelli

Dove vendere il proprio extra vergine d'oliva ? Dove avere la giusta remunerazione e trarne le giuste soddisfazioni economiche ?

Generalmente la mente vola verso paesi lontani : Giappone, Cina, Canada... Raramente, come italiani, guardiamo al di là del nostro naso.

E se un mercato interessante lo avessimo alle nostre frontiere ? Sì, la Francia, croce e delizia. Amati e odiati nello stesso momento. Sono i nostri cugini d'Oltralpe che sembra abbiano però preso ad amare il nostro extra vergine.

Possibile ? Lo abbiamo chiesto a Bruno Colucci, titolare del Carniato Europe, leader nella distribuzione dell'eccellenza Made in Italy in Francia, ma soprattutto a Parigi.

- la Francia è considerato un Paese fortemente nazionalista. Che speranze vi sono che i francesi acquistino i prodotti agroalimentari italiani?

Voi in Italia dite sempre che i francesi sono nazionalisti, sarà per giustificare il vostro disfattismo?

Io direi che “peccano” per eccesso di orgoglio. Cosi riescono con molto meno degli italiani ad avere una notorietà mondiale soppravalutata (Patrimonio Unesco) mentre noi, quasi quasi, ci nascondiamo.

Il successo che stiamo avendo oggi con le eccellenze italiane non era calcolato. I francesi ci guardavano dall’alto condiscendente solo a lasciarci intrapolarci nell’immagine della Pizzeria “Scadente degli anni 80’ ” Che aveva perso totalmente l’identità italiana.

C’è voluto l’arrivo sul mercato, nel 1987, di 4 gruppi italiani (GIV, GSI, RIUNITE e CEVICO) combinato con la passione, l’impegno e la determinazione del sottoscritto per pazientemente, giorno dopo giorno, costruire partendo da ceneri, un mercato di eccellenze italiane.

25 anni di progressione millimetrica! A Parigi, sopratutto non si può parlare del successo di oggi senza precisare che ci sono voluti 30 anni per ottenerlo!

- quali speranze dunque per i nostri prodotti?

Oggi non si parla più di speranze ma di realtà ! I consumatori francesi, che sono preparati, stanno ammettendo oggi l’enorme potenziale qualitativo e dietetico delle eccellenze italiane. Inoltre, i prodotti alimentari italiani offrono una particolarità unica: essere fortemente legati al loro territorio e quindi oltre alla bontà, veicolano un immagine di bellezze e di cultura.

La richiesta è oggi alta e i francesi vogliono trovare questi meravigliosi prodotti anche sotto casa !

20 anni fa, avevamo una gamma di circa 200 prodotti, piuttosto basilari: pasta, conserve, formaggi duri, pochi salumi e vini.

Adesso, vantiamo un assortimento di 2500 prodotti! Stiamo facendo crescere lo standard qualitativo ogni giorno - prodotti che stanno avendo forte successo oggi, non erano concepibili ancora pochi anni fa - come la burrata, di enorme successo, vini pregiati da tutte le regioni d’Italia, oli d’oliva DOP, aceti balsamici di qualità, paste artigianali, salumi e prosciutti tipici...

- finora abbiamo parlato di mercato francese. E' corretto oppure, per le eccellenze agroalimentari italiane, dovremmo in realtà parlare di mercato parigino?

Basta spiegare che la Francia, contrariamente all’Italia, e molto centralizzata sulla capitale: Parigi.

Che Parigi e Ile de France (zona urbana che circonda Parigi) rappresenta il 20% della totale popolazione e il 40% del poter acquisto per capire che Parigi e il resto della Francia sono due Paesi Diversi. Non voglio essere provocatorio ma è cosi!

Prima Parigi e poi, con calma e tempo, la provincia.

- veniamo all'olio extra vergine d'oliva. La Francia è terra di burro. Come accolgono gli oli italiani?

Certo che la Francia è il paese del burro! solo nella zona mediterranea si produceva e consumava un po’ d’olio di oliva ma pochissimo! Per tanto tempo il francese non concepiva il sapore dell’oliva in cucina, per tanti anni considerato rustico e direi: volgare...perche emblematico del Sud?

Poi l’olio di oliva si sposava piuttosto male con gli abitudini alimentari francesi a base di salse, creme ecc...che coprono il sapore naturale degli ingredienti. L’olio di oliva, al contrario, gli esalta!

Però, negli anni 90’, i Francesi hanno scoperto che l’olio di oliva è senza colesterolo, contrariamente al burro e alla panna. E nato allora una specie di snobismo (sempre a Parigi) dell’olio di oliva. Nello stesso tempo, la GDO incominciò a proporre (e continua) degli oli d’oliva pseudo italiani a prezzi bassissimi contribuendo altamente alla grande confusione alimentata dagli italiani stessi a vendere come italiani oli provenienti da tutt’altre origini, magari imbottigliati e/o assemblate in Italia.

- il mercato dell'olio extra vergine italiano in Francia, secondo lei, ha ancora possibilità di espansione?

Se parliamo di olio di oliva italiano, allora c’è ancora tutto da fare. Il mercato, per via di quanto sopra, rimane un mercato dettato dal prezzo e quindi si gioca ancora sulla confusione dell’origine.

Per lottare contro questo fenomeno di concorrenza , sono stato il primo a sfruttare, man mano che apparivano sul mercato, le DOP che garantiscono l’origine regionale oppure gli oli 100% italiani.

Questi oli DOP o 100% italiani, per via del costo giustamente elevato, sono distribuiti da negozi di lusso o specializzati e quindi si indirizzano ad una fascia elevata di consumatori, essenzialmente parigini. Sono una nicchia assoluta. Penso che la sinergia qualitativa orchestrata da Carniato Europe (importante crescita del livello e dell’assortimento) sta permettendo ad un’alta ristorazione, gastronomie e negozi italiani di svilupparsi. (Sempre prevalentemente a Parigi) e poi nelle altre città francesi, Marsiglia, Lione, Bordeaux ecc... Questa sinergia gastronomica italiana, una comunicazione capillare operata direttamente dai nostri agenti esclusivi verso migliaia di punti vendita tradizionali su tutto il territorio, gli chef francesi, grandi comunicanti, che si “ispirano” sempre più della nostra cucina e utilizzano i migliori oli italiani, tutto questo mi lascia ottimista sul futuro qualitativo ed il potenziale ancora tutto da sfruttare per gli oli italiani.

- qual'è il prezzo medio di una bottiglia d'olio extra vergine italiano venduta dal Carniato Groupe? Che fatturato sviluppate sull'olio?

Carniato vende circa 150.000 bottiglie di oli di oliva extra vergine per un fatturato di oltre 1.000.000€. Interessante notare che la percentuale tra Dop e 100% italiani è in forte crescita.

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Gianni Lezzi

22 marzo 2014 ore 10:27

Si apprezza ciò che si conosce. Con la lettura del Vs. interessante articolo, rinvigorisco quanto già da alcuni anni sto "orecchiando" sulle potenzialità di sviluppo commerciale dei Ns. buoni oli da olive in territorio francese. Significativi risultano, soprattutto, i riferimenti salutistici venuti alla ribalta negli anni '90 come, anche e purtroppo, la parallela consapevolezza della gran confusione che le etichette trasmettono sullo scaffale. Da ciò scaturisce la naturale, ma prudente, diffusione di oli da olive prevalentemente certificati a D.O.P..
Un barocco saluto da Lecce, GianniLezzi