Cultura

Gualtiero Marchesi. Un maestro, tante diverse storiae

Inaugurata a Milano una mostra dedicata a un impareggiabile protagonista della grande cucina italiana. La sua attitudine a fare scuola in modo autorevole, e senza prevaricare, non è casuale: i più rinomati cuochi italiani sono stati influenzati da lui, ma senza diventare “replicanti”. L’esempio, in fondo, è la forma più alta di insegnamento

24 aprile 2010 | Monica Sommacampagna



Una mostra preannunciata, attesa e infine inaugurata il 16 aprile nelle Sale Viscontee del Castello Sforzesco di Milano, alla presenza dell’assessore alla cultura di Milano Massimiliano Finazzer Flory.
Gualtiero Marchesi e la grande cucina italiana hanno così detto finalmente la loro in un contesto prestigioso voluto non solo per celebrare un innovatore, giunto al traguardo dei suoi ottant’anni, ma anche per ampliare il contesto a “storiae d’Italia”.

Ripartita in sette tappe, l’esposizione ripercorre storia della cucina e capitoli della vita di Marchesi, richiamando spesso le sette note musicali e le sette pennellate della copertina del menù del maestro. Si parte dalla sala dove vengono raffigurate le radici di Marchesi: Corte Olona e San Zenone Po, per poi approdare alle materie prime su cui ha incentrato la sua ricerca, facendosi suggestionare dai suoni, dai colori dei prodotti agroalimentari del mercato, luogo nelle cui vicinanze sorgeva l’albergo di famiglia.

L’accuratezza nelle tecniche di cottura impiegate si esprime quindi con un’ampia rassegna di pentole, casseruole, fruste spesso studiate ad hoc da Marchesi in funzione di determinate ricette. Nella sezione dedicata all’apparecchiatura spiccano gli originali flute per acqua, un piatto bianco al cui centro è stato posto un quadrato nero per mettere in risalto la mozzarella, le forchette artisticamente ironiche di Bruno Munari e posateria che coniuga design e funzionalità.



Quando si parla di Gualtiero Marchesi, inoltre, il riferimento alla sua attitudine a fare scuola in modo autorevole senza prevaricare non è casuale: i più rinomati cuochi italiani sono stati influenzati da lui senza diventare “replicanti”. Questo perché, come è stato ribadito nella presentazione della mostra, Marchesi ha “in-segnato”, segnato dentro. E ha aggiunto: “noi siamo quello che abbiamo visto e abbiamo potuto fare, abbiamo bisogno di grandi orchestre ma senza conoscere la materia non possiamo diventare bravi compositori”. A proposito della sua storia ha spiegato: “Io sono moderno per quanto mi concede la mia storia, non bisogna mai buttare il proprio passato per qualcosa di completamente nuovo”.

Gualtiero Marchesi è oggi rettore della scuola internazionale di Alma a Colorno (Parma), la sua vocazione a considerare la cucina come una forma d’arte si esprime quest’anno anche nella creazione di una Fondazione il cui obiettivo è la diffusione delle arti e soprattutto di quella gastronomica. L’esposizione a Milano lo documenta in maniera precisa: non solo con immagini di ricette dedicate a famosi artisti come Burri, Pollock e Piero Manzoni, ma anche per le sue amicizie con artisti come Aldo Calvi, di cui la mostra presenta una piccola rassegna di opere, con Luigi Veronelli, oltre per la sua relazione speciale con la musica, coltivata da un’ampia parte della sua famiglia a partire dalla moglie. E spiccano anche quadri della collezione Marchesi di esponenti come Enrico Baj o Emilio Tadini.

Il viaggio “raccontato” nelle sale viscontee si conclude infine con il passaggio dall’ispirazione nouvelle cousine alla cucina totale. A corredo dell’esposizione sono previsti dimostrazioni gastronomiche e incontri di approfondimento per sperimentare la M’Arte...

Alla fine, ci viene naturale pensare, la storia di Gualtiero Marchesi subisce in questa mostra il curioso destino di perdersi in più storie, in più vite. Talora rimane un senso di smarrimento, come se l’esposizione lanciasse numerosi stimoli senza mai consentirci di trarne una sintesi. Nonostante ciò ogni suggestione lascia a dispetto di tutto il proprio importante segno, perché Marchesi ha il merito di aver tracciato nella storia della cucina italiana una strada “maestra” per aprirne tante altre ad appassionati come lui, “l’esempio è in fondo la forma più alta di insegnamento”…




Gualtiero Marchesi e la grande cucina italiana
17 aprile – 20 giugno 2010
Milano – Castello Sforzesco – Sale Viscontee
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