Cultura

In memoria di Gianna Baltaro

29 gennaio 2008 | Massimo Rondi

"Un verso di un poeta torinese s’intona soprattutto a Gianna Baltaro, alla sua esistenza in punta di piedi: 'Vivremo altre vite, noi amanti di cortesie infinite' ".
Bruno Quaranta, La Stampa



Gianna Baltaro non ha atteso di concludere il primo mese del 2008. Se ne è andata. In soli quattro giorni.
In punta di piedi, senza troppo disturbare.
Con garbo, come le era congeniale.
Lo ha fatto sorprendendoci, come in realtà ci si aspetta da un autore di gialli (ma, in questo caso, alla sorpresa volentieri avremmo rinunciato).

I tasti della gloriosa Olivetti attendono la pressione dei suoi polpastrelli per comporre un’ennesima pagina della storia del commissario Martini cui la scrittrice stava lavorando. Chissà in quale luogo è rimasto Andrea, chissà se già ha intuito chi è il colpevole e l’ha lasciato al suo destino di redenzione e di colpa…

Sicuramente da qualche parte nella Torino che la Baltaro sapeva far rivivere con minuzioso e ironico affetto, in quei Favolosi Trenta che non aveva mai conosciuto eppure vagheggiava.

La metropoli di cemento, vetri rotti, inquinamento, spaccio non s’addiceva a una Signora Omicidi sì, ma Arsenico e Vecchi Merletti?
Così, spesso, è stata definita. La Liala del Giallo, l’Agatha Christie italiana, la Signora in giallo… anche se avrebbe preferito essere paragonata a Simenon col suo Maigret pipa e Calvados. Ma in fondo era lei, la Baltaro, unica e inimitabile, narratrice di piccoli grovigli di vipere cesellati e guizzanti come bassorilievi nella cripta di una chiesa barocca.

Lei, che ci voleva bene, che non ci voleva mesti, non ci ha lasciati nella fredda morgue né in una navata di cattedrale, bensì con un brindisi in calici di cristallo, proprio sotto casa sua, di fronte alle bancarelle dei bouquiniste.

Con Gianna abbiamo perso un’amica.
Torino perde una scrittrice che ne ha descritto con empatia il carattere e il passato, forse perch’era schiva, proprio come la sua città.

Tanti hanno ricordato Gianna con affetto:

- Bruno Quaranta su LA STAMPA: Così dolce, così educatamente efferata, un angelo custode del piccolo mondo antico torinese. Una signora di biscuit, Gianna Baltaro, scomparsa ieri. Fedelissima con l’appuntamento annuale con i lettori, a Natale aveva suggellato la diciottesima inchiesta del commissario Martini, "Il mistero di Linda" Edizioni Angolo Manzoni. I suoi estimatori (sotto la Mole e non solo) non erano pochi. Le telefonavano, le scrivevano, la sollecitavano a tessere nuove trame. La morte l’ha colta mentre rivedeva un’avventura d’antan, apparsa nei Gialli Mondadori, "Delitti di prima classe"… Un verso di un poeta torinese s’intona soprattutto a Gianna Baltaro, alla sua esistenza in punta di piedi: "Vivremo altre vite, noi amanti di cortesie infinite".

- Roberto Mistretta, La Sicilia: Ci mancherà la cara Gianna e con lei ci mancherà il commissario Martini, così solido e torinese, così umano e rassicurante. Addio cara maestra, che il cielo degli scrittori ti accolga con giubilo e scriva insieme a te le pagine più belle ora che puoi volare con nuove ali.

- Massimo Novelli su LA REPUBBLICA: Se ne va Gianna Baltaro. La "Signora in giallo". È morta Gianna Baltaro, scrittrice e giornalista molto popolare e amata dal suo pubblico, autrice di una fortunata serie di romanzi polizieschi, ben 18, ambientati nella Torino e nel Piemonte degli anni Trenta…

- Pino Cottogni su THRILLERMAGAZINE: …la bella città di Torino perde una persona che la sapeva così ben descrivere e far rivivere.

- Marina Rota, Il falcone Maltese: L'avevo sentita nelle feste di Natale ; mi aveva parlato, con la sua abituale cortesia, del nuovo libro che stava scrivendo e ci eravamo ripromesse di incontrarci presto.. Per consolarci, pensiamola all'officina il primo dicembre, in quel momento felice, circondata da una marea di lettori e di amici, in cui il suo ricordo non morirà mai.

- Mimì Albanese, scrittrice: È una notizia che mi addolora moltissimo, davvero… un pensiero affettuoso pieno di rimpianto per la grande Gianna.

- Piero Burzio, scrittore e filosofo: …Ma uno scrittore non è mai invano.

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