Cultura
EVOLUZIONISMO O CREAZIONISMO? UN DIBATTITO SERRATO E A VOLTE PERFINO INSIDIOSO E STRISCIANTE
L'argomento è tra i più spinosi, ma non si può certo derubricarlo. Su Internet, oltre che sui media tradizionali, ritorna puntualmente in scena l'annosa querelle, risvegliata da un'ondata di fans del creazionismo, troppo spesso irrigiditi sulle proprie posizioni
20 ottobre 2007 | Anna Irma Farinaro, Federico Esposti
Il dibattito tra i sostenitori dell'evoluzionismo e quelli del creazionismo è sempre acceso. A volte c'è chi esagera, manifestando posizioni chiuse in se stesse. Per fare un po' di chiarezza, elenchiamo una serie di punti chiave dai quali partire per un confronto.
1. La teoria evoluzionistica ha ormai quasi quarant'anni anni di prove scientifiche alle spalle; prove che negli ultimi anni stanno permettendo di trattare decine di malattie dâorigine genetica (la spina bifida, le malformazioni alla nascita e l'alzheimer...) e che prima erano a noi incomprensibili.
2. La constatazione che il materiale genetico si conservi tra specie diverse in percentuali sorprendentemente elevate (ad esempio, tra uomo e scimpanzè c'è una condivisione del 99% del materiale genetico) esclude la possibilità che sia solo una casualità .
3. La teoria creazionistica che individua la nascita dell'universo non più di sei mila anni fa (ovvero nel 4004 a.C.) è in contrasto con le prove geologiche e archeologiche (ci sono villaggi ben precedenti) e paleoantropologiche (sono stati trovati ormai scheletri di una quarantina di umanodi, nostri ex antenati: lâuomo di Neanderthal) e si basa solo su quanto scritto sulla Bibbia.
4. E' vero che la teoria evoluzionistica è molto più complessa di quello
che viene spiegato alle scuole elementari, ma questo non vuol dire che sia una bugia o un complotto internazionale. Anzi credo che sia proprio un
retaggio del complesso di superiorità dell'uomo nei confronti di ciò che gli sta attorno credere di essere stato creato così come siamo ora e supporre di essere a immagine e somiglianza di Dio. Molto più facile accettare questo rispetto all'umilissima constatazione di essere separati dagli altri animali solo da poche mutazioni genetiche.
4. Volendo essere più precisi, la teoria evoluzionistica può essere cosi riassunta come segue.
Qualunque specie deriva dalla mutazione casuale del patrimonio genetico di una specie diversa.
Le mutazioni genetiche sono casuali e avvengono per fattori esogeni sia climatici (ex. radiazioni solari) che chimico-biologici (ex. gli errori che possono essere fatti nella duplicazione del dna a livello cellulare).
Si stima che nella popolazione umana attuale si verificano ad ogni generazione da cento a mille miliardi di mutazioni.
Tali mutazioni a volte possono introdurre dei vantaggi competitivi nella sopravvivenza della prole.
Tale vantaggio è in grado su lunghi periodi; parliamo di centinaia di generazioni, di determinare il successo o l'insuccesso di organismi con patrimonio genetico leggermente diverso dai loro predecessori.
Alla lunga il patrimonio genetico diventa così diverso da determinare la classificazione di una nuova specie.
Alcuni primati hanno realizzato un vantaggio competitivo rispetto a quelli della loro specie a causa di mutazioni nei geni codificanti per la struttura del sistema nervoso centrale. Questo ha determinato la nascita di una quarantina di diverse specie di ominidi con capacità "intellettuali" diverse e crescenti, la maggior parte delle quali hanno vissuto contemporaneamente.
In presenza del susseguirsi di vicende climatiche avverse le accresciute capacità celebrali si sono rivelate determinanti per il successo di una specie di homo rispetto alle altre (homo sapiens).
5. A questo punto la domanda sorge spontanea: perchè noi non ci evolviamo?
La verità è che i meccanismi alla base dell'evoluzione funzionano ancora in noi, ma il nostro stile di vita (ovunque nel mondo) ha annullato il vantaggio riproduttivo di alcuni individui rispetto ad altri (per intenderci un magrolino ha le stesse possibilità di riprodursi di un individuo sano e robusto).
Un esempio di evoluzione dell'uomo è la preponderanza di persone con
anemia falciforme (una patologia che porta ad una malformazione dei
globuli rossi, che diventano appunto a forma di falce) in regioni ad elevata endemicità malarica come la Toscana.
Infatti la malformazione dei globuli rossi impedisce lo sviluppo della malattia, ossia chi aveva l'anemia falciforme non moriva giovane prima di riprodursi.
E' importante sottolineare che si tratta di bambini: è un vantaggio della prole! Tanta confusione che si è fatta sulla teoria evoluzionistica, deriva dallâinfelice espressione usata da Darwin "lotta per la sopravvivenza". Non si tratta di lotta tra adulti ma di sopravvivenza della prole rispetto ad altri "piccoli" fino all'età della riproduzione.
E' importante sottolineare che rifiutare la conoscenza scientifica significa rifiutare la rivoluzione galileiana che ha permesso l'evoluzione della nostra società da una concezione misterica medioevale allâetà moderna. Indipendentemente dalla teoria di cui riferiamo, domani alcuni si scateneranno di certo su altro, le nostre libertà sono interamente basate su quella rivoluzione: sull'indipendenza della ragione umana rispetto a credenze mistiche millenarie.
Solo in quel momento è nata la libertà di PENSIERO, l'idea di poter avere un'indipendenza intellettuale rispetto ai dogmi della chiesa o di qualunque altro organo sovraordinato.
In quel momento è nato anche il DIRITTO ALLA RAGIONE e, in pratica, il
diritto di poter "usare" quello che senza dubbio si può definire il più
grande dono che dio (o la natura) ci abbia fatto: l'intelletto.
Gli stessi che hanno chiesto a Galileo di inginocchiarsi e negare la rotondità della terra ora chiedono a noi di rifiutare le nostre origini in nome di una credenza religiosa che, peraltro, ufficialmente non si pone in contrasto con questa teoria.
La scienza per sua natura non può di fornire tutte le risposte che l'uomo ha bisogno di sentirsi dare, risposte che possono essere trovate solo nella spiritualità .
La scienza non sta creando una nuova religione, ma cerca giorno dopo giorno solo di capire e migliorare quello che ci circonda.
Il nostro mondo interiore non deve però trasformarsi in una cieca negazione delle evidenze che ci circondano.
Bibliografia
Per approfondimenti si può leggere:
- Il caso e la necessità, di Jaques Monod, premio Nobel per la medicina;
- Infinite forme meravigliose, di L.B. Carroll, tra i maggiori studiosi di evolutional development;
- Geni, popoli e culture, di Luigi Luca Cavalli Sforza.
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