Cultura
L'ULTIMO SALUTO DI ERMANNO. A NOI RESTA UNA SEDIA VUOTA
Krumm ci ha lasciato prematuramente. Il poeta e critico d'arte è scomparso in questi giorni. Abbiamo il segno della sua testimonianza nella raccolta titolata semplicemente "Respiro". Avremmo dovuto intervistarlo per la rubrica “Voce al pensiero”, in maggio. Ora rimane, di lui, un assordante silenzio
18 giugno 2005 | Luigi Caricato
Ermanno Krumm doveva essere intervistato per la rubrica âVoce al pensieroâ di maggio. In occasione dellâuscita della sua raccolta di versi per Mondadori, nella collana dello Specchio, prevista allora in aprile, ma in libreria dal 7 di giugno. Poi nulla, si era rimandato per i miei troppi impegni, in coincidenza con la stesura di un mio libro in uscita a ottobre. Succede. Però ora che Ermanno Krumm è scomparso, prematuramente, per una feroce malattia, il dispiacere è grande. Era un uomo gentile e nobile dâanimo, capace di una pulita ironia. Almeno questo è il ritratto di lui che io posso fare.
Ci siamo conosciuti negli anni Ottanta, allâepoca in cui dirigevo la rivista di poesia âJuveniliaâ nellâambito dellâUniversità Cattolica di Milano. Per me châero giovanissimo, lo guardavo con occhi che brillavano. Le sue poesie sono canti dellâanima, profondi. Poi nel tempo i contatti non sono mancati. Mi ha riservato alcuni bellissimi inediti da pubblicare per la rivista âLâAria dei Messapiâ, splendidi, musicali. Infine, tra le ultime cose, la sua partecipazione al corso che ho organizzato in via esclusiva per gli scrittori con lâAis Lombardia. Krumm vi ha partecipato con piacere: âIl vino mi dà un senso di benessere e di prosperità â aveva detto. E lui ha seguito da grande appassionato le lezioni che si sono svolte a Milano tra febbraio e marzo: âHo trovato di ottimo livello il corso, molto bravi i docenti sommeliers, bella la formula intima adottata. Ciascuno dei docenti ha fornito apporti molto precisi e belli, non posso non desiderare che la cosa abbia un seguito, con degustazioni, cene di approfondimento in modo da approfondire sul campo. Lo dico con molta franchezza: mi ha molto colpito la classe dei sommeliers e il contesto in cui si sono svolte le lezioni. Il sommelier perennemente in piedi dietro di noi, quasi a vegliarci e accudirci, mi ha particolarmente impressionato. In pochi ambienti si riceve oggi una simile attenzione. Eâ una manifestazione di gran classe che viene affermata anche attraverso la sola presenzaâ.
Con Ermanno Krumm avevamo un appuntamento aperto per unâintervista da pubblicare su âTeatro Naturaleâ, nella rubrica âVoce al pensieroâ. Purtroppo per i miei troppi impegni non sono riuscito più a incontrarlo in maggio. Lâoccasione dellâintervista era data dallâimminente uscita del volume di versi Respiro nella celeberrima collana mondadoriana âLo Specchioâ. Ne abbiamo parlato al telefono. Lâattesa di un libro per un autore è sempre coinvolgente ed emozionante come lâattesa di una nascita. Ecco perciò alcune sue battute che ho trascritto a moâ di appunti in vista del nostro incontro, che non si è più tenuto.
âRespiro è un libro châè nato dopo una serie di ricerche sul presente. Ho cercato di dare luce ai quadri di mio padre. Li conservo in solaio e in questo libro li faccio rivivere nellâoggi. Ho scritto poi una quarantina di poesie dâamore. Infine câè stato posto pure per una sezione che rimanda al tema degli animali e degli uomini. Vi sono parti nuove, in particolare, in cui il rimo della parola si abbandona a se stesso, sempre restando leggibile. Altre poesie, invece, sono più vicine alla forma modello della poesia di oggi. Câè soprattutto il tema della fragilità del corpo...â
Ecco: la fragilità del corpo. Viene proprio da pensare a quel corpo reso fragile dalla malattia, fino ad abbandonarlo.
Ermanno Krumm non câè più, resta solo il suo Respiro. Non vaga più nellâaria, è scritto nelle pagine di questa sua ultima opera. Ecco come viene presentato appunto Respiro (Mondadori, pp. 136, euro 9,40) nel risvolto di copertina.
Un fitto numero di presenze vive si manifesta nella luce del mondo, appare e riappare, ogni giorno, nel disegno di misteriosa armonia a cui tutte appartengono, senza intaccare "l'immobile curva/del cielo". L'osservatore, il poeta, si pone come una figura tra le tante, immerso a sua volta in quella luce, o proteso, semplicemente, alla sua ricerca. Proseguendo sulla linea felicemente iniziata con Animali e uomini, Ermanno Krumm dispone in questo senso la scena della sua poesia, popolata da una molteplicità di corpi sensibili che si incrociano: animali e uomini, appunto, poco diversi in fondo nei loro destini, pur nella grande capacità di dominio della materia e di espressione che è nell'uomo e nella sua arte, a cui in Respiro l'autore dedica capitoli strutturalmente essenziali, come quello sul padre pittore e su Courbert.
Il libro, che costuisce a tutt'oggi il vertice della poesia di Ermanno Krumm, risalta tra le altre cose per la ricchezza di temi e sfumature proposte. L'amore, le stagioni, i luoghi della quotidianità e della vacanza, la meraviglia della natura che assiste al nostro passaggio, i bilanci di un'esistenza, il depositarsi del vissuto nel colore e sulla tela come nel testo. Una poesia generosa e aperta, capace di forti slanci comunicativi ma sempre controllatissima nel linguaggio e nel racconto delle emozioni. Rispetto ai suoi libri precedenti, se possibile, Krumm va ancora più a fondo, indaga più nel dettaglio la complessità dell'esserci e del reale, e lo fa nei toni di una parola tagliente ed esatta, energica, muovendosi con uguale sicurezza nel componimento breve come nel poemetto, quasi azzerando il tasso di artificio e di letterarietà a vantaggio di una verità del dire che è in fondo il traguardo di ogni vero poeta.
Nato nel 1942 a Golasecca, in provincia di Varese, Krumm è vissuto a Milano. Molto intensa la sua attività di critico dâarte per il quotidiano il âCorriere della Seraâ. Nelle vesti di poeta ha pubblicato le raccolte Le cahier de Monique Charmay (1987), Novecento (1992), Felicità (1998), Animali e uomini (2003). Ha inoltre curato, con Monique Charvet, Tel Quel, un'avanguardia per il materialismo (1974) e, con Tiziano Rossi, La poesia italiana del Novecento (1995).
Ed ecco infine, quale omaggio alla memoria, una poesia di Ermanno Krumm che ho pubblicato sulla rivista âLâAria dei Messapiâ nel 1998, dal titolo âAlla mia destraâ.
A letto ti voglio sempre dallo stesso lato
non perché sia quello che preferisco
del corpo o del volto ma perché
come i rami di un vegetale
pendo verso la luce da quella parte
e a vederti mi sporgo
con gli occhi della giovinezza.
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