Cultura

Trucchi e strategie per catturare i consumatori

C’è in noi una parte razionale fatta di bisogni reali, e una parte istintuale che ci travolge. Non è raro il caso di ritrovarsi davanti alla cassa con un carrello pieno di prodotti non programmati e spesso superflui. E’ su questa sottile linea di confine che i venditori e i pubblicitari ci guidano negli acquisti

12 novembre 2011 | Paola Cerana

LO ZOO NEL SUPERMARKET

E’ facile immaginare i nostri antenati, abitanti delle caverne, svegliarsi ogni mattina con due drammatiche e connesse istanze: una, istintuale, di doversi procurare il cibo per la giornata e l’altra, razionale, di come farlo con il minor rischio e la massima efficacia possibile.

Ebbene, oggi la realtà è ben diversa ma le due urgenze, non più drammatiche e soprattutto invertite, permangono nei nostri comportamenti tesi alla provvista di cibo e prodotti per la quotidianità. Infatti, quando andiamo a fare acquisti, ci destreggiamo anche noi tra due motivazioni profondamente intrecciate. Quella razionale, fatta di bisogni reali che annotiamo su una lista della spesa, mentale o concreta, prima di uscire da casa. L’altra istintuale, che ci travolge appena entriamo in qualsiasi supermercato alla semplice vista degli scaffali pieni di invitanti offerte di cibo o altro, che scatenano spesso in noi impulsi verso acquisti di cose assolutamente non previste. Non è raro, quindi, il caso di ritrovarsi davanti alla cassa con un carrello pieno di prodotti non programmati e spesso superflui.

E’ su questa sottile e atavica linea di confine tra ragione e istinto, che i venditori e i pubblicitari si destreggiano come equilibristi, per guidarci negli acquisti attraverso messaggi strategici, talvolta vagamente subliminali, capaci di conquistare la ragione seducendo i sensi. Infatti, quando valutiamo la qualità di ciò che è esposto su banchi e scaffali di un supermarket, ci affidiamo principalmente alla vista, al tatto ed eventualmente all’olfatto. Quasi mai al gusto che, paradossalmente, resta il senso più escluso e l’ultimo ad arrivare. Possiamo guardare, toccare, annusare i prodotti, soprattutto se freschi e crudi, ma normalmente non possiamo addentare una banana prima di decidere se comprare oppure no l’intero casco. I venditori, perciò, si trasformano in tanti ‘pifferai magici’, ingegnandosi in trucchi e strategie per catturare il senso target della spesa, cioè il gusto, sfruttando la permeabilità di tutti gli altri sensi. E l’udito? Questo senso, evidentemente lontano dal piacere del gusto, ha anch’esso un ruolo nella scelta della spesa? Pare proprio di sì, anche se non ce ne rendiamo conto a livello conscio. Un po’ come per l’olfatto, che è già da tempo coinvolto con successo in molte operazioni di marketing e vendita.

Ecco un interessante esempio: a Topeka, nel Kansas, è stato inaugurato recentemente un nuovo supermarket che va oltre gli stratagemmi psicologici finora noti, puntando proprio sull’udito. Ogni reparto alimentare accompagna i clienti negli acquisti diffondendo nell’ambiente un sottofondo sonoro che evoca la natura, insieme a un effluvio di aromi coerenti con i sapori dei prodotti offerti in vendita. Questa contemporanea sollecitazione di vista-udito-olfatto stuzzica il cliente di passaggio, lo invoglia a soffermarsi e a comprare gli alimenti così piacevolmente proposti, quasi si trovasse improvvisamente in un agriturismo in aperta campagna.

Gli scaffali di frutta e verdura sono dotati di nebulizzatori d’acqua automatici, che mantengono i prodotti freschi, turgidi e colorati, come appena colti. Nel momento in cui il nebulizzatore s’accende e un tenue velo d’acqua resuscita frutta e verdura, si diffonde contemporaneamente nell’ambiente il suono di un tuono, insieme a un piacevole odore di pioggia e terra bagnata. Questo crea un’irresistibile suggestione di freschezza e genuinità che spinge i clienti a riempire il carrello, magari oltre le esigenze razionali.

Il trucco è semplice e trasparente, ci si casca volentieri, e ogni reparto alimentare lo replica, trasportando idealmente la spontaneità della natura dentro l’asettico supermarket. Così, proseguendo verso il reparto dei latticini, ecco sopraggiungere alle orecchie un bucolico muggire di mucche al pascolo che, il profumo d’erba appena tagliata, rende ancora più realistico. I banchi di carne e insaccati accolgono, invece, i clienti con un invitante aroma di bistecche alla brace e cipolle grigliate, magari con un sonoro accompagnamento di ketch-up e maionese sulle salsicce (sguish!). Proseguendo verso la polleria, un allegro coccodè ricrea il giocoso scompiglio di un pollaio e un appetitoso profumo di bacon invita all’acquisto di uova fresche di gallina pronte da impiattare a mò di frittata. Gli scaffali del pane saporano, invece, di casa, d’intimità e calore, e ai clienti piace lasciarsi idealmente coccolare dall’aroma fragrante di tiepide pagnotte e dal musicale spezzarsi di baguette croccanti tra le mani.

Suoni e odori, dunque, concorrono a influenzare i nostri acquisti quotidiani, creando attorno e dentro di noi un’inconsapevole sensazione di coerenza, di armonia e piacevole famigliarità. In questo senso, ci comportiamo un po’ come degli animaletti, che scrutano, fiutano, tastano, ascoltano, il proprio territorio, riconoscendolo e facendolo proprio. Tutti questi input sensoriali non agiscono separatamente ma si mescolano in una giostra sinestetica che giunge al cervello influenzando le nostre scelte finali. Probabilmente, esistono molti più sensi e sistemi sensoriali rispetto a quelli noti e si dovrebbero inventare nuovi nomi per definire questa straordinaria ‘spugna porosa’ che scambia continuamente messaggi invisibili tra noi e l’ambiente. Sicuramente, prendere coscienza dello ‘zoo’ che alberga in noi, poco al di sotto della soglia di consapevolezza, può esserci d’aiuto per diventare più critici e maggiormente padroni delle nostre azioni. Frugando bene, infatti, dentro noi stessi troveremo un pipistrello, che presta orecchio all’ambiente in cui ci muoviamo; un cane, che fiuta gli odori più impercettibili; un ragno, che percepisce le superfici senza toccarle direttamente; una lucciola, che si sintonizza in maniera sincronica con gli altri; un topo, che assaggia l’ambiente per dedurne sicurezza o pericolo; una scimmia, che interpreta e imita le espressioni altrui trasformandole in emozioni e in linguaggio empatico.

La consapevolezza dell’Essere umano non ha eguali nel regno animale. Tuttavia, saper riconoscere la grammatica istintuale del nostro serraglio interiore può aiutarci ad affinare il nostro potenziale percettivo e ottimizzare gli istinti, anche mentre facciamo la spesa in un supermercato, passeggiando qua e là tra orti lussureggianti, ruspanti galline e mucche al pascolo … facendo bene attenzione a dove mettiamo i piedi!

In fondo, a pensarci bene, gli scaltri ‘pifferai magici’ del supermarket di Topeka non hanno fatto altro che riscoprire l’udito ed esaltare l’olfatto, cioè le due più ancestrali componenti sensitive, insieme alla vista, che accompagnavano le cruenti cacce al cibo dei nostri antichissimi antenati.

Come dire: niente di nuovo sotto il sole!

 

Potrebbero interessarti

Cultura

L'olivo protagonista in uno splendido dipinto de Il Perugino

Ci troviamo intorno al 1500 ben 200 anni dopo che Giotto dipinse gli olivi a palma ad Assisi nella Basilica Superiore e a Padova nella Cappella degli Scrovegni. Pianta difficile da realizzare, non fosse per le caratteristiche olive nere

12 giugno 2025 | 16:00

Cultura

La produzione di olive da tavola nel Mediterraneo ha più di 6000 anni

A Kfar Samir, lungo le costa israeliane, veniva prodotto l'olio d'oliva, mentre a Hishuley Carmel i dati hanno mostrato che grandi quantità di olive da tavola. Alcune olive potrebbero persino essere da piante di olivi coltivati e non più selvatici

11 giugno 2025 | 13:00

Cultura

Mostra Spazi di Aria all'Accademia dei Georgofili

La mostra, a cura di Giandomenico Semeraro e Qiu Yi, espone opere degli artisti Gianni Asdrubali, Riccardo Guarneri, Marco Pellizzola, Bruno Querci, Valdi Spagnulo, Fang Hui, Ma Wenjia, Xia Yang, Zhang Wang, Zhang Zhimin

10 giugno 2025 | 18:00

Cultura

Il ragno e la tua tela, non solo portafortuna ma anche portaguadagno

In una parte del mondo contadino veneto, come un po' ovunque, è tradizione che non bisogna distruggere le ragnatele che assicurerebbero protezione e buona fortuna alle abitazioni. Il ragno era anche amuleto per successo negli affari per gli antichi Romani

06 giugno 2025 | 15:00 | Giulio Scatolini

Cultura

Jazz & Wine in Montalcino: grandi artisti e calici di qualità in un’atmosfera magica

Dal 22 al 27 luglio a Montalcino torna il festival deidcato a vino e musica. Per la 28ma edizione, la rassegna presenta un programma con artisti come Enrico Pieranunzi, Kenny Barron, Malika Ayane, Nicola Piovani, Fabrizio Bosso e Javier Girotto, Avishai Cohen

04 giugno 2025 | 17:00

Cultura

L’olio lampante, ecco come ha illuminato Roma

Dall’antichità, uno degli utilizzi dell’olio d’oliva è l’illuminazione, tanto da dare il nome alla categoria merceologica cui quel tipo di olio, ora meno pregiato, appartiene. Ecco come la città di Roma illuminava le proprie strade mediante l’olio d’oliva e grazie alla figura dell’accenditore o lampionaio.

04 giugno 2025 | 12:00 | Giosetta Ciuffa

Commenta la notizia

Per commentare gli articoli è necessario essere registrati

Accedi o Registrati

Paola Cerana

15 novembre 2011 ore 18:38

Son d'accordo con lei, gentile signor Marcaccio, sul fatto che il rapporto di fiducia, spesso confidenziale, tra consumatore e commerciante sia quasi ovunque del tutto perso oggi. Tuttavia, personalmente continuo a nutrire un'istintiva fiducia nelle persone in generale e spero che insieme ad una onesta e adeguata informazione possa coesistere una presentazione accattivante e piacevole dei prodotti come quella raccontata nell'articolo. Immagino, dunque, che accanto a etichetta e prezzo si possa offrire una stimolazione multisensoriale che non sia ingannevole ipnotica ma che amplifichi le qualità proposte e descritte invogliando ad acquistare senza circuire.
Peccherò d'ingenuità ma spero sia prevalentemente così. Certo come dice lei sta anche a noi, consumatori, arrivare armati di cultura di fronte alle tentazioni. La ringrazio della riflessione, non c'è contagio più sano di una buona conversazione.

Vincenzo Lo Scalzo

15 novembre 2011 ore 18:11

QUESTA RIFLESSIONE PARE FACCIA PARTE DI UN ALTRO FILM....

Rinaldo Marcaccio

15 novembre 2011 ore 17:49

A mio parere il consumatore di oggi è molto più solo e abbandonato a se stesso, di quanto non lo sia stato in passato. Non può più contare sul rapporto fiduciario con il piccolo commerciante. Ora deve fare uno sforzo in più d'informazione, perchè gli manca quel punto di riferimento. Deve acquisire maggiore consapevolezza per districarsi meglio nel labirinto delle offerte. Di fatto mi sembra di notare ora e positivamente, una tendenza in atto verso le questioni ad esempio d'etichettatura o di tracciabilità dei prodotti. Oltretutto c'è anche il fenomeno web che dal punto di vista dell'informazione può dare una mano perlomeno a quella parte d'utenza più digitalizzata: e senz'altro tale ruolo sarà ancor più rilevante in futuro.
Ho la sensazione che un'operazione come quella sopra descritta, vada di proposito in controtendenza; cercando cioè di fidelizzare il consumatore, non mettendogli a disposizione strumenti d'informazione, ma affabulandolo con stratagemmi più formali che sostanziali.
Ciò mi porta a pensare che non a tutti convenga confrontarsi con un mercato del consumo sempre più consapevole.

Vincenzo Lo Scalzo

14 novembre 2011 ore 09:30

Dovrebbe farti particolarmente piacere il commento di Alberto, il riflesso spontaneo alla tua affabile comunicativa, la preferenza espressa e scelta al "pane", nutrimento ecumenico che accompagna dalla nascita il corso vitale di quasi ogni essere umano del pianeta. Hai messo in rilievo quanto sia ad effetto duraturo la "magia", anche quella dei pifferai, che riesce a rinnovare i sentori ambientali fisici e psichici nel tempo, accompagnati dalla luce, dal tepore ambientale e riflesso. Ti auguriamo di continuare a vedere e comunicare, senza limiti al bello, al nuovo, ma soprattutto rivolto al bello e possibilmente al sano. Anche per il "piacere" congiunto del nutrimento del corpo!
Buona settimana, ti ricopio la sintesi della filosofia di Blumenthal: " Eating is a Multisensory Experience - My philosophy - Of course I want to create food that is delicious, but this depends on so much more than simply what's going on in the mouth-context, history, nostalgia, emotion, memory and the interplay of sight, smell, sound and taste all play an important part in our appreciation and enjoyment of food."

alberto minaldi

13 novembre 2011 ore 17:35

Brava Paola Cerana! Sono sbalordito da come racconti piccole cose facendole diventare importanti senza eccedere e da come scrivi argomenti scientifici con la chiarezza necessaria per capire, senza sentenziare.
Mi piacciono "Gli scaffali del pane saporano, invece, di casa, ....... lasciarsi idealmente coccolare dall’aroma ... e dal musicale spezzarsi di baguette croccanti tra le mani." Brava davvero! Siamo nella stessa città e non ti conosco, ma intuisco che sei giovane. Ti chiederò la banale "amicizia" su Facebook, così, se vuoi, potrai vedere le mie foto e leggere su NOTE le mie stupidaggini sui miei viaggi giovanili.
Alberto Minaldi

Paola Cerana

13 novembre 2011 ore 09:42

Ringrazio Vittorio Salvati, sempre generoso e lusinghiero nei miei confronti, e Vincenzo Lo Scalzo che, con la sua cultura e la sua esperienza mi illumina sempre.
Devo dire che questa bella nota su Identità Golose evoca molto più l'Arte che non una tecnica di persuasione pseudo-subliminale di Marketing. E' molto affascinante l'idea di lasciarsi coinvolgere consapevolmente da un abbraccio di piacevoli sensazioni, una giostra sinestetica guidata da una regia con lo scopo di amplificare i sensi e non di ipnotizzarli. Tornando a Topeka, invece, direi che l'abilità dei 'pifferai magici' del supermarket non potrà essere valutata solo dall'introduzione di quel trucco ma anche dalla capacità di far durare la magia, di rinnovarla nel tempo. Perchè dopo l'ennesimo passaggio attraverso reparti odorosi d'erba e fieno, accompagnati dall'eco di mucche al pascolo, anche il più sensibile dei consumatori si stancherà, si abituerà e avrà bisogno di nuovi stimoli per accontentare il suo senso critico ed essere persuaso che sotto il sole possa davvero spuntare sempre qualcosa di nuovo, di bello, di buono e possibilmente sano ...
Stiamo a vedere!

vittorio salvati

12 novembre 2011 ore 12:57

BELLISSIMO E INTERESSANTE ARTICOLO!

Vincenzo Lo Scalzo

12 novembre 2011 ore 10:28

Puntualissima Paola con la lezione "istintuale" originale di Topeka! Non solo "talvolta vagamente subliminale", ma ancor più efficacemente con le associazioni ambientali dirette, che aggiungono "piacere" sensoriale durante il percorso tra gli scaffali concentrando l'attenzione all'insieme ambientale oltre che al singolo obiettivo portando al trionfo reale oltre che subliminale!
Identità Golose, il congresso di cucina e gastronomia creato da Paolo Marchi a Milano a fine gennaio, aveva stimolato la mia sensibilità con due associazioni a cui la tua lezione accenna, ma proposto dalla fantasia e creatività di alcuni ristorantori, ma in più, amanti delle emozioni che il "gusto", consciamente o inconsciamente, ama associare al piacere del cibo : l'empatia naturale con i suoni, con la musica, con cui risuona sinergica esaltazione di picchi incredibii tra sapori e cervello, addirittura il singolo e la caratteristica personalità di ogni strumento... Inoltre con "visione" ambientale e "odori" generabili con atomizzazione o dispersione di sentori aromatizzati da una lenta combustione ed una delicata ventilazione mentre immagini tra fantascienza e natura si intravedono con l'impiego di tecnologie artistiche... E' una regia scenografica di cui ricordo - tra gli autori più convincenti conosciuti - Uliassi (musica e sapori), Bottura (immagini), Blumenthal (sensazioni ambientali coinvolgenti)... Si presta a portare arte nella fantasia... Niente di nuovo, ma tanto di bello, al soccorso dell'uomo...