Mondo Enoico

La rivoluzione dei consumi? Nel vino può passare attraverso le bottiglie. Forse

Stimolare il cambiamento. E' quanto bisogna fare per incrementare i volumi di vendita del prodotto confezionato. Da una riflessione sulla possibile sostituzione della capienza delle bottiglie, abbiamo raccolto le libere e franche opinioni di alcuni addetti ai lavori

24 ottobre 2009 | L. C.

Giampietro Comolli è un vulcano di idee. E ha fretta. Tanta fretta nel comunicarle.
Chi si occupa di vino lo conosce molto bene, è il direttore del Forum Spumanti d'Italia. Con lui abbiamo trattato le settimane scorse un tema molto importante, con una domanda ben precisa: è la strada giusta quella di abbassare i prezzi del vino per superare la crisi?
Non era facile rispondere, assumendosi la responsabilità di rendere pubblico il proprio parere. Secondo Comolli i componenti della formulazione del prezzo sono assai diversificati; e ha preferito così portare all'attenzione di tutti un esempio concreto: leggi qui link esterno

Nel mentre si è affrontato il tema dei prezzi, Comolli ci ha prontamente suggerito, lo scorso 2 ottobre, un'inchiesta circa l'ipotesi di cambiare modalità di presentazione del vino in bottiglia. Ed esattamente passando ai formati da mezzo litro e da litro intero - almeno per ciò che concerne i vini spumanti - per eliminare la storica bottiglia da 750 ml.
Una idea roboante, che aveva in sé la necessità di essere formulata per iscritto così da raccogliere i pareri di chi si occupa di vino.

Ed eccoci dunque con la nostra inchiesta, che nasce proprio a partire dalle riflessioni di Comolli. Il quale, senza farsi attendere, ci ha prontamente fatto pervenire un testo il 4 ottobre scorso, con una proposta chiara ed esplicita. Un parere che, evidentemente, aveva l'urgenza di essere comunicato, tant'è che, animato da una selvaggia fretta, Comolli ha pensato bene di diffonderlo prima del tempo, nonostante tutto fosse programmato per il numero di sabato 24 ottobre. Ed eccoci a noi




GIAMPIETRO COMOLLI: METTERE MANO AI CONTENITORI DEL VINO

La crisi dei consumi di vino di alto pregio e valore, il neo proibizionismo di maniera, visto che tutto si basa sulla quantità e non sulla formazione, informazione, cultura, controllo, sostegno, sviluppo, la necessità di ottimizzare anche fattori e costi di produzione, ma anche distribuzione e trasporti mi ha fatto riflettere sulla bontà di mettere mano anche ai contenitori del vino.

Non parlo di utilizzare materiali alternativi al vetro per i vini blasonati, ma di puntare sul "contenuto dei contenitori". Almeno per i vini spumanti perchè non pensare alle bottiglie da mezzo litro e da litro intero, eliminando la storica 0,750?

Credo che il formato con ridotta quantità vada in linea con le cene a due limitando veramente il consumo a soli due calici a testa, viceversa l'aumento al litro intero può soddisfare la famiglia numerosa e la cena con più amici in casa, ma anche nella mescita una bottiglia da dieci calici può essere più utile.

In questo modo, soprattutto per i vini spumeggianti, non ci sono minime quantità da stoccare in frigo con la perdita della freschezza delle bollicine oppure dover aprire una nuova bottiglia normale per poi doverla ritappare per il giorno dopo, se va bene.

Se le aziende del vetro fossero disponibili e i produttori volessero provare, credo che il Prosecco Doc potrebbe avere il suo battesimo nel nuovo formato. Eppoi bisognerebbe subito trovare i nomi leggendari di questi nuovi contenitori, magari di qualche Re Padano o Longobardo!

Giampietro Comolli
Direttore del Forum Spumanti d'Italia link esterno



FELICE MODICA: IL LITRO FA UN PO' DISCOUNT

Sinceramente sono perplesso. Mentre il mezzo litro mi pare una giusta soluzione per le "cene a due", il litro fa un po' discount, "bollicine in saldo". Nulla di male, per carità! Da individualista praticante, ritengo che la scelta debba restare delle aziende (com'è ovvio con la complicità delle vetrerie).
Perché mai, ogni innovazione dovrebbe godere dell'unanime consenso? Se a qualcuno piace il litro, che lo proponga come novità. Se ha ragione avrà successo per primo, se sbaglia non lo farà più.
Mi accorgo - parlo da piccola azienda produttrice di olio e vino - che i clienti cercano sempre i formati più diversi. A volte quelli che non si hanno. Non per questo si possono inseguire i desideri di ciascuno. Spesso sarebbe antieconomico. Credo comunque di più nel mezzo litro e nei piccoli formati, piuttosto che nel litro, che mi pare né piccolo né grande. Non è un Magnum, né un Nabucodonossor. Al massimo lo potremmo chiamare Asterix...
Con tutto il rispetto per gli amatissimi Goscinny e Uderzo...

Felice Modica
Azienda agricola olio e vino Bufalefi link esterno


GIOVANNI LONGO: A MALI ESTREMI, RIMEDI ESTREMI

Quanto scrive lo stimato amico Comolli è una strada che, come sappiamo, Fontanafredda sta percorrendo con ottimi risultati. Anche il friulano Radikon propone bottiglie da 50 e 100 cl e probabilmente altre aziende stanno seguendo questi esempi, o pensano di farlo a breve.
Io sono favorevole a un più ampio utilizzo di questi formati, in questo periodo tutte le idee che possono contribuire a consumare buon vino sono molto gradite. Probabilmente questi formati apparentemente anti economici in realtà non lo sono, se confrontiamo la mezza da 375 cl con quella da 500, o la bottiglia classica con quella da litro. Qualche problema gestionale certamente lo creano a tutta la filiera del vino ma a mali estremi, rimedi estremi.
Difficilmente però credo che qualche produttore di vini di alto costo in questo momento pensi di proporre i propri vini in questi formati, ma sono questi i vini che oggi per diversi motivi risultano i più penalizzati. Cosa fare? Penso che solo chi stappa le bottiglie ha delle cartucce da giocare, ma bisogna far chiarezza sulla proposta di ristoranti, trattorie, pizzerie, osterie e wine bar, in merito alla somministrazione di vino al bicchiere, al consumo, bottiglia non consumata e portata via ecc. ecc.

Bicchiere di vino. Spesso un bicchiere di vino è quanto la situazione permette di consumare, ma chiariamoci sulla quantità di questo bicchiere. Oggi questa quantità è solamente a discrezione di chi mesce, si può avere una quantità irrisoria (spesso) o troppo generosa (raro). No! Io chiedo che i bicchieri debbano avere una bella linea orizzontale, inequivocabile alla “tedesca”, a 15 cl e su questa misura (1/5 di bottiglia) indicare chiaramente il prezzo.

Il vino a consumo. Non voglio fare di tutta un’erba un fascio, ma quando un ristoratore mi dice “prego consumi quello che crede” io bevo due bicchieri e pago 4/5 del costo della bottiglia. Anche qui non va, non è per malafede, ma non può essere la discrezionalità di una persona a stabilire il consumo. E’ inoltre bene notare che il più delle volte non si sa qual’é il costo dell’intera bottiglia del vino servito a consumo.

Un teatrino d'altri tempi. negli anni sessanta artigiani e commercianti dovevano recarsi in comune per fare verificare l’esattezza degli strumenti che si usavano. Il sarto portava un barra di legno graduata ogni millimetro che misurava esattamente 100 cm (un metro), il fruttivendolo portava la bilancia con tutti i pesi da 10 gr fino al chilo e l’oste portava tre specie di bottiglie in vetro trasparente col collo molto largo, i famosi “quartino - mezzolitro - litro”, rigorosamente marchiati sulla pancia. Certo era un teatrino che aveva del ridicolo, ma così era la legge.

Un terzo di bottiglia. Una decina di anni fa ero socio di un ristorante a Milano dove è stato sperimentato un servizio del vino un po’ diverso che ho chiamato “terzo di bottiglia”. Un terzo di bottiglia equivale a 25 cl, si ho rispolverato il vecchio “quartino”. Fu un successo. Sulla lista dei vini a rotazione (vera e frequente) 20 bottiglie venivano proposte anche a 1/3 di bottiglia, il prezzo era esattamente 1/3 del costo della bottiglia intera. Risultava simpatico che ogni commensale poteva tranquillamente scegliere il “suo” vino e non doveva adeguarsi alla bottiglia scelta da “uno per tutti”. Le bottiglie erano inserite in un apposito carrello che girava per la sala. Sono state aperte bottiglie anche molto costose, stava alla bravura del sommelier cercare di terminare la giornata senza molte etichette aperte, ma le poche che restavano con l’utilizzo del vacuvin arrivavano perfette al servizio successivo.
E’ forse l’uovo di colombo ed è probabile che qualche oste/ristoratore lo proponga, ma sicuramente la sua diffusione non è conosciuta. E’ un’idea io la consiglio.

Giovanni Longo
Enotecario- Pas president Vinarius - LongoSpeciality link esterno



ANTONIO RUGGIERO: UNA LAMA A DOPPIO TAGLIO

Sono daccordo nel fare una bottiglia da mezzo litro o da un litro, ma credo che ottimizzare una bottiglia di contenuto del genere sia una lama a doppio taglio per il costo che rimarrebbe lo stesso di una bott. di 75 cl riferita ad una bott. da cl 50.
Per ciò che concerne la bottiglia da un litro non saprei.
Resta una considerazione importante, che è quella della quantità di alcol che un consumatore deve bere e quindi può assumere.
Se la bottiglia da mezzo litro serve come mezzo per educare a bere meglio, ben venga.

Antonio Ruggiero
Ristoratore - Fortezza Normanna "Villa Cirelli" link esterno

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