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CRITERI DI SCELTA DEL PORTAINNESTO. UNA GUIDA SULLE CARATTERISTICHE DI VITIS RIPARIA, BERLANDIERI, RUPESTRIS E DEI LORO IBRIDI

La decisione della formula nesto-portinnesto non può essere lasciata al caso perchè per rimediare occorrerebbero trent'anni. I caratteri agronomici devono quindi essere combinati con i dati pedologici e climatici della zona

13 marzo 2004 | Lorenzo Brugali

Al momento della messa a dimora di un vigneto è doveroso porre molta attenzione sulla scelta dei portinnesti in base alle caratteristiche pedologiche della zona, del clima, della piovosità media annua, o meglio della lunghezza dei periodi di siccità, del contenuto di calcare attivo.
I portinnesti utilizzati maggiormente appartengono tutti al genere vitis le cui specie interessate sono Vitis Riparia, molto meno utilizzata rispetto al passato anche se ha come caratteristica peculiare lo scarso vigore vegetativo, Vitis Rupestris, che possiede un apparato radicale molto profondo, buona resistenza al calcare, mentre è poco resistente alla siccità, Vitis Berlandieri, con doti di buona resistenza alla siccità e al calcare.
Queste tre specie sono utilizzate tal quale o meglio mediante incroci tra di loro (ibridi) per meglio sfruttare le particolarità di ogni singola specie.
Al momento di recarsi dal vivaista di fiducia per concordare la formula nesto-portinnesto (barbatella di un determinata varietà e di un determinato clone), la cosa migliore da fare è quella di orientarsi su materiale certificato e garantito. La garanzia affidata ad un cartellino di colore azzurro, è riferita alla varietà che produrrà uva ma anche alla parte che andrà nel terreno che è il portinnesto.
Vediamo in dettaglio le varie combinazioni posibili delle specie sopra descritte che è possibile anche riconoscerle con sigle comuni ( Kober 5BB, 420 A, …). Vista l’estrema specificità dell’argomento in questione, cercherò di schematizzare al massimo per rendere il tutto meno accademico possibile.



Vitis Riparia X Rupestris:
I più utilizzati sono la serie 3306 e la serie 3309. Hanno come caratteristica fondamentale quella di avere un vigore contenuto con buoni livelli qualitatitivi in zone di buona freschezza e fertilità. In zone di elevata carenza idrica sono soggetti ad anticipare l’epoca di maturazione.
Direi che sono i classici portinnesti dell’Italia settentrionale.

Vitis Berlandieri X Riparia:
Fanno parte di questo gruppo ibridi con migliore resistenza alla siccità e al calcare ma anche buona vigoria. Ricordiamo a questo proposito il “grande”Kober 5BB dove la vigoria era la caratteristica peculiare. Parlo al passato in quanto questo portinnesto, se non nei casi più particolari, non è molto più usato in quanto induceva le piante ad un eccessivo lussureggiamento vegetativo.
Dello stesso gruppo ricordiamo il 420 A che ha un vigore molto più contenuto e buona resistenza alla siccità. Buona la resistenza al calcare attivo.
Molto utilizzato nelle aree settentrionali ma anche al centro è l’SO4 con vigoria sicuramente inferiore al Kober 5 BB ma ottima resistenza all’umidità.

Vitis Berlandieri X Rupestris:
Anche se hanno difficoltà alla radicazione, questi ibridi sono più vigorosi dei precedenti e presentano buona resistenza alla siccità e al calcare.
Molto resistente alla siccità è la serie Richter con il 110R adatto quindi ad ambienti meridionali così come il 1103 Paulsen.
Molto resistente alla siccità ma anche al calcare tanto da adattarsi molto bene ai terreni del sud Italia è il 140 R(Ruggeri).

E’ chiaro come il mondo dei portinnesti sia molto vasto e complesso ma è altrettanto vero che un buon viticoltore deve conoscere bene la zona dove verrà ospitato il vigneto. Prendere tutte le precauzioni faciliterà non poco il lavoro quotidiano successivo.
I criteri di scelta si basano sul pedoclima della zona ma anche sulla presenza o meno di parassiti nel terreno.

Schema riassuntivo delle caratteristiche agronomiche dei portinnesti


Ricordo che la scelta va sempre e comunque coadiuvata mediante un'accurata analisi del terreno che ci permetterà di non sbagliare “combinazione” del portinnesto con la varietà che vogliamo far produrre. Non sbagliare questo significa non aspettare minimo venti anni per poter rimediare…

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