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L'Italia ha uno standard unico nazionale di sostenibilità per il settore vitivinicolo

L'Italia ha uno standard unico nazionale di sostenibilità per il settore vitivinicolo

Regole uniche in materia di impiego di agrofarmaci e di buone prassi in vigna e in cantina, ma anche, una volta raggiunta la certificazione, un logo unico e pubblico riconoscibile ai consumatori

28 giugno 2021 | C. S.

L'Italia sarà il primo Paese in Europa a dotarsi di uno standard unico nazionale di sostenibilità per il settore vitivinicolo, grazie al decreto Sostenibilità firmato dal Dipartimento per il coordinamento delle politiche europee e internazionali e dello sviluppo rurale del Mipaaf. Lo fa sapere il presidente di Unione italiana vini (Uiv), Ernesto Abbona, secondo il quale il provvedimento rappresenta per il vino italiano un passaggio fondamentale in chiave socioeconomica. "Ora serve accelerare con il disciplinare di produzione per chiudere un quadro giuridico - precisa il presidente - che consentirà alle imprese di applicare il nuovo modello già a partire dalla prossima vendemmia". Secondo il segretario generale Uiv, Paolo Castelletti si tratta del "primo tassello sostanziale di un percorso fortemente voluto da Uiv, la chiusura del cerchio di uno strumento normativo e di mercato in grado di rispondere positivamente a sfide e obiettivi della nuova Pac e della strategia Farm to fork".

Con il provvedimento a regime, spiega Uiv il vino italiano avrà uno standard pubblico unico nel suo genere, attraverso un disciplinare basato sul sistema nazionale di produzione integrata declinato in tutte le regioni italiane. Per tutti i produttori, poi, regole uniche in materia di impiego di agrofarmaci e di buone prassi in vigna e in cantina, ma anche, una volta raggiunta la certificazione, un logo unico e pubblico riconoscibile ai consumatori. Secondo una recente indagine su un campione di 17 mila intervistati in 17 Paesi realizzata da Wine Intelligence, i vini prodotti in modo sostenibile sono al secondo posto tra 13 giovani tipologie produttive che offrono maggiori opportunità di crescita, dietro solo ai biologici e molto più considerati dai consumatori rispetto, per esempio, ai vini senza conservanti, a quelli senza solfiti, agli orange, ai prodotti a basso tenore alcolico, ai biodinamici o ai vegani.

“L’Italia sarà presto il primo Paese a dotarsi di un sistema di certificazione della sostenibilità della filiera vitivinicola. Con l’approvazione del decreto del Ministero delle Politiche agricole che istituisce il CoSVi (il comitato della sostenibilità vitivinicola a cui partecipano Mipaaf, Regioni, Crea, Accredia e, a titolo consultivo, i produttori) prende concretamente avvio il percorso tracciato dalla norma da me introdotta al Decreto Rilancio, che raccoglie il lavoro fatto negli ultimi anni dall’intera filiera del vino”. Lo dichiara il deputato Filippo Gallinella (M5S), presidente della commissione Agricoltura e primo firmatario dell’emendamento che ha istituito il sistema unitario di certificazione della sostenibilità della filiera vitivinicola, che utilizza le modalità del SQNPI (Sistema di Qualità Nazionale di Produzione Integrata).

“Attraverso un logo distintivo, i vini italiani potranno certificare e comunicare di essere realizzati seguendo specifiche regole di produzione che diano importanza e attenzione ai relativi impatti ambientali – prosegue – Un valore aggiunto per tutta la filiera vitivinicola nazionale, leader nel mondo, e un fattore rilevante per i consumatori e il mercato, sempre più attento alle tematiche legate all’ambiente. In linea con la nuova PAC (Politica Agricola Comune) e le principali strategie comunitaria (‘Green Deal’ e ‘Farm to Fork’), stiamo indirizzando il lavoro delle imprese agricole italiane verso innovativi e elevati standard qualitativi che prevedano il connubio tra sostenibilità ambientale, economica e sociale mettendo al primo posto, ovviamente, la qualità intrinseca dei prodotti”.

“È nostra intenzione – aggiunge Gallinella (M5S) – raggiungere presto questi risultati anche in altri settori, ad iniziare dal comparto zootecnico e da quello olivicolo. Non possiamo che esprimere, dunque, soddisfazione per la costituzione del CoSVi che ci condurrà all’approvazione del disciplinare di produzione contenente le buone pratiche da seguire in campo e in cantina per garantire il rispetto dell’ambiente, la qualità e la sicurezza alimentare, la tutela dei lavoratori e dei cittadini e un adeguato reddito agricolo. A ciò si aggiungeranno il sistema di monitoraggio e l’individuazione degli indicatori necessari alla valutazione della sostenibilità della filiera vitivinicola” conclude.

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