Mondo Enoico
Dalla crisi da Covid nuove opportunità per il settore del vino

Il settore è altamente concentrato, e pertanto rischioso. Ciò dimostra che la diversificazione è necessaria, a partire dal consumo. Stabile ormai dal 2017 la superficie mondiale a vigneto
30 aprile 2021 | C. S.
La superficie del vigneto mondiale nel 2020 è stimata in 7,3 milioni (Mio) di ettari, stabile dal 2017.
La produzione mondiale di vino, esclusi succhi e mosti, nel 2020 è stimata in 260 milioni di ettolitri (Mio hl) (+1%/2019), un livello leggermente al di sotto della media per il secondo anno consecutivo.
Il consumo mondiale di vino 2020 è stimato in 234 Mio hl, in calo del 3% rispetto al 2019, toccando il livello minimo di consumo dal 2002.
Nel 2020 il mercato mondiale delle esportazioni di vino si è contratto leggermente in volume, toccando i 105,8 Mio hl (−1,7%/2019), segnando invece un calo relativamente consistente in valore, con 29,6 miliardi di euro (−6,7%/2019).
Le prime stime della produzione di vino 2021 nell’emisfero australe fanno prevedere volumi elevati nella maggior parte dei paesi, con l’eccezione dell’Argentina.
Le significative revisioni al ribasso dei dati relativi alla superficie a vigneto e alla produzione e al consumo di vino in Cina, insieme al netto calo delle importazioni di vino, indicano che la tendenza di crescita sostenuta iniziata 20 anni fa è probabilmente giunta al termine.
L’impatto del Covid-19 sul settore vinicolo: principali tendenze osservate
Comportamenti di consumo eterogenei nel 2020 nei diversi paesi, legati a fattori quali le abitudini nazionali di consumo (peso del vino rispetto al totale delle bevande alcoliche, peso del canale Ho.Re.Ca., ecc.), la durata e la severità delle misure di lockdown e delle politiche associate, quali i divieti di vendita, e il peso del turismo sul consumo di vino nazionale.
Cambiamento del canale di distribuzione: la chiusura totale o parziale del canale Ho.Re.Ca. ha prodotto una caduta del valore delle vendite e, in misura minore, del loro volume, solo parzialmente compensata dall’aumento delle vendite di vino tramite e-commerce e grande distribuzione.
Volume vs. Valore: i vini premium sono quelli che hanno maggiormente sofferto delle chiusure dei ristoranti e delle sale di degustazione, mentre i grandi produttori, che detengono il canale off-premise con controparti della grande distribuzione, hanno ottenuto buoni risultati.
Ad eccezione del prosecco, il vino spumante è la categoria di vini maggiormente colpita nel 2020. Al contrario, le vendite di vino bag-in-box sono cresciute notevolmente, sebbene il loro volume complessivo si mantenga basso.
Cambiamenti degli schemi del commercio mondiale dovuti alla combinazione delle previsioni di contrazione della domanda globale a causa del Covid-19 e dell’imposizione di nuove barriere al commercio (dazi ritorsivi degli USA, dazi sui vini australiani della Cina, Brexit).
Nel suo intervento conclusivo, il direttore generale dell’OIV ha ricordato che per i produttori di vino esiste, e continuerà a esistere, la necessità di adattarsi alla diversificazione dei mercati e dei canali di distribuzione. Il direttore generale ha evidenziato le difficoltà che questa situazione va ad aggiungere a un sistema già complesso di per
sé, commentando che solo coloro in grado di adattarsi continuamente rimarranno in piedi.
“Il settore è altamente concentrato, e pertanto rischioso. Ciò dimostra che la diversificazione è necessaria, a partire dal consumo”, ha affermato. L’OIV ha tra i suoi obiettivi rendere il vino un bene di consumo più universale. Secondo Pau Roca, “L’Asia, continente nel quale il consumo è in crescita, rappresenta una delle sfide principali del settore vinicolo”.
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