Mondo Enoico
IL FRIULI VENEZIA GIULIA DICE ADDIO AL TOCAI MA FESTEGGIA IL RECUPERO DI DUE ANTICHE VARIETA’ D’UVA
La disputa tra Ungheria e Friuli ha visto vincitrice la prima. Così si è celebrato il funerale del Tocai Friulano, tra qualche polemica. Intanto due antichi vitigni trentini, Lagarino bianco e Verdealbara, sono stati iscritti nel registro nazionale
21 aprile 2007 | R. T.
E' ufficiale, il Tocai Friulano, uno dei vini più importanti non solo per la regione Friuli Venezia Giulia, ma anche per la viticoltura e l'enologia italiana, è stato definitivamente cancellato.
Con la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale Europea n. 95 del 5 aprile del regolamento n. 382/07, dal 1º aprile 2007 su tutto il territorio dell'Unione Europea "Tokaj" designerà solo ed esclusivamente il Vqprd prodotto in Ungheria.
Rovistando tra vecchie pratiche legali si scopre che la vertenza ha una lunga storia. Già nel 1962 i baroni Economo di Aquileia e la ditta Monimpex di Budapest si trovarono a discutere in tribunale e il pronunciamento della Corte di cassazione fu alla fine favorevole ai primi. Questa volta, invece, la vittoria è andata agli ungheresi.
Lâultima disputa sui due nomi, risale al 1993, quando la Comunità Europea e la Repubblica d'Ungheria hanno concluso un accordo sulla tutela e il controllo delle denominazioni denominazioni dei vini. Per tutelare l'indicazione geografica ungherese âTokajâ, l'accordo ha vietato l'utilizzo del termine Tocai. Si è preferito pertanto dare maggiore tutela ad un territorio privilegiando le indicazioni geografiche. I due vini con il nome simile, Tokaj è comunque diverso da Tocai Friulano, hanno inoltre caratteristiche estremamente differenti. Il Tokaj è prodotto con uve Furmint ed Harslevelu, che danno un vino passito liquoroso e molto alcolico; mentre il Tocai Friulano è un vino dal colore paglierino dorato chiaro, con profumo delicato e gradevole, sapore asciutto, pieno, con lieve retrogusto amarognolo.
La regione Veneto ha già celebrato le esequie del Tocai, con tanto di corteo funebre. Un momento di tristezza che ha però subito lasciato spazio allâottimismo grazie alla presentazione con tanto di brindisi della nuova etichetta, il Tai, per la quale la regione è pronta a unâimponente campagna pubblicitaria a livello internazionale. Lâobiettivo è spingere i consumatori a familiarizzare quanto prima con la novità di un marchio che interessa una produzione di oltre 250 mila bottiglie. La scelta fatta del Veneto di utilizzare la denominazione Tai è stata contestata dallâazienda Specogna di Corno di Rosazzo che da anni ha registrato quel nome per vini bianchi e rossi. Il servizio marchi e brevetti di Treviso Tecnologia parla chiaro: il 9 settembre 2005 la Toblar Srl, azienda delle cantine Specogna, ha depositato i marchi Tai Ros e Tai Blanc, classe di prodotti numero 33 secondo il registro, ovvero bevande alcoliche. Ma il nome Tai rientra anche in altre tre registrazioni da parte di San Pellegrino Spa, Pharma Zentrale Gmbh e infine Vigneti Pietro Pittaro, che ha registrato il nome Tai Friulano.
Eâ quindi probabile che, dopo lâimprovvida uscita delle Regione Veneto, il Tocai Friulano sarà chiamato solamente Friulano. Se la vendemmia 2007 darà i frutti del 2006, arriveranno sul mercato italiano e internazionale 5 milioni di bottiglie, pari a 56 mila ettolitri di Friulano doc di oltre mille produttori.
Il Friuli Venenzia Giulia potrà inoltre contare su due ânuoveâ varietà di vite.
Gli antichi vitigni trentini Lagarino bianco e Verdealbara, recuperati e conservati dallâIstituto Agrario di San Michele allâAdige, sono stati recentemente iscritti nel Registro nazionale delle varietà di vite idonee alla produzione di vino che è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 38/2007.
Conservate nella collezione di vecchi vitigni coltivati in Trentino, situata in località Giaroni di San Michele, il Lagarino bianco e il Verdealbara sono stati inseriti nellâelenco rispettivamente con il codice varietale 399 e 401. Qualora esistesse un interesse alla coltivazione in ambito locale, questâultima è subordinata allâinserimento dei due vitigni nellâelenco ufficiale delle varietà idonee alla coltivazione in Trentino, di competenza della Provincia autonoma di Trento.
Il Lagarino bianco è presente in provincia e precisamente in Val di Cembra da tempi immemorabili, ma nel tempo però ha avuto una limitata diffusione. Le zone storiche dove si è maggiormente diffuso sono principalmente la val di Cembra e la Valsugana nei dintorni di Pergine. Il nome âLagarinoâ dovrebbe derivare dalla italianizzazione del nome âLagrein biancoâ, ma negli areali di coltivazione viene chiamato anche con il sinonimo dialettale âchegarelâ. Oggi questa varietà è presente su piccole superfici in vigneti di 40â70 anni lungo tutta la Val di Cembra.
Il Verdealbara è presente in provincia di Trento, precisamente in bassa Vallagarina da tempi antichissimi; ebbe nel tempo una limitata diffusione nelle valli laterali della Valle dellâAdige, quali la Vallarsa e la Valle di Terragnolo. La zona storica dove si è maggiormente diffuso fu principalmente la Vallagarina. Il nome di questa varietà fa riferimento allo speciale colore che la buccia delle sue uve assume alle prime luci dellâalba. Oggi questa varietà è presente su piccole superfici in vigneti di 30â50 anni, nella zona di Avio.
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