Mondo Enoico
NON BISOGNA RIMETTERE IN DISCUSSIONE IL MODELLO DEI VINI A DENOMINAZIONE DI ORIGINE CONTROLLATA
Federdoc e Cnaoc lanciano un appello per opporsi all’industrializzazione dell’intero settore viticolo. Il consumo mondiale di vino progredisce ogni anno e le prospettive sono incoraggianti. L’Ue deve impegnare di più le risorse disponibili verso la promozione
21 ottobre 2006 | R. T.
I Presidenti delle due più grandi Organizzazioni europee dei produttori dei vini a Denominazione di Origine Controllata, la Cnaoc e la Federdoc hanno lanciato un appello agli altri produttori europei di vini a DO per opporsi allâindustrializzazione dellâintero settore viticolo.
âLe proposte di riforma presentate dalla Commissione Europea privilegiano lo sviluppo di un vino industriale con la libertà di impiantare non importa dove, senza limiti di produzione, con lâapertura molto ampia di pratiche enologiche ivi comprese quelle che sono molto lontane dalla definizione di vino, e con la fine dellâinterdizione di vinificare i mosti importati. Se riconosciamo lâinteresse per lâUnione Europea di essere presente su tutti i segmenti di mercato ed in special modo quello dei vini da tavola, non accettiamo che il modello dei vini a Denominazione di Origine e le garanzie che esso comporta nei confronti dei consumatori (Origine, zone di produzione, vitigni, rese limitate, liste limitative di pratiche enologiche, controlli, ecc.) siamo messi in discussione in occasione di questa riformaâ ha dichiarato Riccardo Ricci Curbastro, presidente di Federdoc.
La Cnaoc e la Federdoc hanno sottolineato lâincoerenza (estirpazione di 400.000 ettari da una parte e libertà di impianti dallâaltra) e il carattere difensivo delle proposte presentate dalla Commissione Europea. Hanno altresì denunciato una riforma che impegna mezzi e crediti in favore di una politica semplicemente di arretramento (2,4 miliardi di euro per lâestirpazione).
âLa riforma dellâOcm deve condurre alla messa in atto di una politica ambiziosa e coerente. Lâunione Europea deve promuovere una politica di riconquista dei mercati (oggi solamente 15 milioni di euro sono destinati alla promozione) e migliorare la competitività dei suoi viniâ ha sottolineato Christian Paly, Presidente della Cnaoc
Il consumo mondiale di vino progredisce ogni anno e le prospettive sono incoraggianti. LâUnione Europea deve impegnare di più le risorse disponibili verso la promozione, gli investimenti nei settori della trasformazione, commercializzazione, ricerca e innovazione. Lâobbiettivo prioritario deve essere di sedurre nuovi consumatori, specialmente quelli dei mercati in via di sviluppo.
âLe nostre due Organizzazioni andranno a rafforzare la loro collaborazione a livello europeo, con lâobbiettivo di lanciare una piattaforma capace di difendere le specificità dei nostri vini. Invitiamo quindi tutti i produttori di Vini a Denominazione di Origine della Ue ad aderire a questa piattaforma, per poter contribuire insieme alle riflessioni sulla riforma dellâOcm vinoâ hanno concluso Christian Paly e Riccardo Ricci Curbastro.
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