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L'uso dell'acqua nel vigneto sotto la lente della ricerca

I risultati permetteranno di risalire alla profondità delle radici e alle fonti d’acqua a cui le viti attingono. Sarà dunque possibile definire sia la quantità d'acqua che arriva alla vite in un determinato momento, sia la sua provenienza

12 marzo 2020 | C. S.

Che acqua ‘beve’ la vite? L’uso efficiente della risorsa idrica è alla base della produzione vitivinicola di qualità. Un team di ricercatori ed esperti italiani e sloveni studierà lo stato e le possibili strategie di miglioramento dell’irrigazione dei vigneti a partire da tre aree vocate alla produzione vinicola, ma in contesti geomorfologici e climatici diversi: il Carso, l’area isontina del Collio e la Valle del Vipacco in Slovenia.

Le attività del progetto, ACQUAVITIS, sono partite proprio dal versante sloveno, con l’installazione di pluviometri tra i filari, per raccogliere i campioni di precipitazioni da studiare. I risultati preliminari dello studio sono attesi tra circa un anno e supporteranno enti locali e aziende per una gestione efficiente della risorsa idrica in viticoltura.

“Uno degli obiettivi della ricerca - spiega Barbara Stenni, professoressa di Geochimica e coordinatrice del team dell’Università Ca’ Foscari Venezia - è la valutazione dello stato idrico dei vigneti e la stima della quantità d'acqua accessibile alle viti. Analizzeremo la composizione isotopica dell’acqua estratta dalla linfa dalle viti e da altre matrici ambientali per valutare l’origine dell’acqua assorbita dalle piante e stimare la profondità a cui attingono le radici”.

“L'acqua subisce molteplici processi fisici durante tutte le fasi del ciclo idrologico - spiega Mauro Masiol, ricercatore di Geochimica e membro del team che si occuperà delle analisi – Questi processi portano al frazionamento isotopico delle molecole d’acqua. Di conseguenza, i rapporti degli isotopi stabili dell’ossigeno 18O/16O e dell’idrogeno 2H/1H dell’acqua sono utilizzati come traccianti per ricostruirne l'origine e per identificare le aree di ricarica di bacini idrografici, fiumi, acquiferi e sorgenti”.

Nei sei vigneti sperimentali coinvolti dal progetto, gli scienziati raccoglieranno l’acqua da diverse sorgenti da cui attingono le viti, come le precipitazioni meteoriche, acqua superficiale, acqua nel suolo a diverse profondità, acqua di infiltrazione in regioni carsiche e acqua d’irrigazione. Analizzeranno la composizione isotopica di questi campioni nei laboratori del Campus Scientifico di Ca’ Foscari tramite spettroscopia laser Cavity Ring Down, per poi confrontarla con quella misurata nella linfa estratta da foglie e fusti dalle viti.

I risultati permetteranno di risalire alla profondità delle radici e alle fonti d’acqua a cui le viti attingono. Sarà dunque possibile definire sia la quantità d'acqua che arriva alla vite in un determinato momento, sia la sua provenienza. In seguito, i risultati raccolti serviranno a elaborare modelli di circolazione idrica.

Il progetto ACQUAVITIS “Soluzioni innovative per l’uso efficiente dell’acqua in viticoltura transfrontaliera” è stato finanziato dalla Commissione europea attraverso il programma Interreg Italia-Slovenia, che mira a promuovere lo sviluppo e la sperimentazione di tecnologie verdi e di soluzioni innovative per migliorare la gestione delle risorse idriche in aree viticole transfrontaliere tra Italia e Slovenia.

Il progetto è stato finanziato per 2 anni (2020-2021) con 878mila euro e vede la partecipazione di 6 partner tra università ed istituti di ricerca italiani e sloveni: il Kmetijski inštitut Slovenije (coordinatore), l’Università di Trieste, l’Università di Udine, il Geodetski Inštitut Slovenije, il Zavod Nova Gorica e Ca' Foscari.

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