Mondo Enoico
Sorseggiare vino è un toccasana per allenare il cervello
Il neuroscienziato dell'Università di Yale Gordon Shepherd ha scoperto che il vino è in grado di stimolare alcune parti del nostro organo pensante meglio e più in profondità di un complicato problema matematico
15 gennaio 2020 | C. S.
Secondo uno studio effettuato dal neuroscienziato dell'Università di Yale Gordon Shepherd, il vino stimolerebbe alcune parti del cervello, molto di più che un complicato problema matematico. Il processo di degustazione del vino sarebbe un’operazione superiore all’ascolto della musica classica o del cimentarsi con un complesso quesito matematico.
Shepherd ne ha parlato nel suo libro “Neuroenology: How the Brain Creates the Taste of Wine“, sottolineando che quando beviamo un bicchiere di vino, non ci limitiamo a mandarlo giù, ma lo assaporiamo, annusiamo, guardiamo e poi, infine, inghiottiamo, coinvolgendo il senso dell’olfatto, della vista, del tatto, e attivando diversi processi muscolari e motori.
L’odorato che permette la degustazione, riconoscendo i sentori di fiori, frutti e spezie, il tatto con il piacere di stringere tra i palmi della mano il calice. Il gusto che percepisce il sapore. Inoltre i vini si associano ai ricordi.
Profumi e sapori, coinvolgono naso, lingua e gola e ci fanno emozionare. Secondo uno studio che supporterebbe questa teoria, i sommelier del mondo avrebbero specifiche aree del cervello più sviluppate e avrebbero più elasticità mentale.
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