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Controllare la maturazione delle uve grazie agli ormoni

I cambiamenti climatici impongono nuove sfide ai viticoltori: estati troppo calde o troppo fredde possono causare anticipi o ritardi della maturazione che possono compromettere qualità ed efficienza delle aziende. Una soluzione può essere utilizzare gli ormoni, come si fa da anni in frutticoltura

04 maggio 2018 | R. T.

I ricercatori dell'istituzione australiana di ricerca CSIRO stanno sviluppando un metodo per controllare la maturazione delle uve.

Tutto si basa sugli ormoni naturali delle piante e in particolare l'auxina (NAA è l'acronimo dell'auxina sintetica), già comunemente utilizzata in frutticoltura, ma non autorizzata in viticoltura.

Un primo progetto ha dimostrato la capacità della NAA di ritardare la maturazione degli acini d'uva se applicata alle uve non invaiate, in condizioni di clima fresco. Un secondo progetto, recentemente completato, ha ampliato i parametri con l'auxina e ha anche testato alcune delle potenziali alternative.

In particolare i ricercatori australiani hanno testato le citochinine (ormoni vegetali che causano una maggiore divisione cellulare), l'acido gibberellico (già usato per ingrandire le dimensioni di alcune uve da tavola), un composto che rilascia etilene (il classico regolatore di maturazione) e anche un estratto di tè verde.

Particolare curiosità ha destato l'utilizzo del composto naturale, estratto dal tè verde. I ricercatori australiani hanno testato anche questo estratto perchè in letteratura scientifica viene riportato che alcune molecole di questo estratto possono interagire con l'enzima che contribuisce all'ammorbidimento delle pareti cellulari.
Sebbene la ricerca abbia incrementato le conoscenze su questi processi fisiologici, i ricercatori non hanno trovato nulla che potesse superare l'efficienza dell'NAA per ritardare attivamente la maturazione. La NAA è ancora migliore della sua controparte naturale, l'acido indolo-3-acetico, che viene metabolizzata troppo rapidamente.

Le prove hanno dimostrato che il NAA funziona in molteplici condizioni climatiche e, cosa più importante, ha un impatto minimo, se non addirittura nullo, sul vino risultante se usato per ritardare la maturazione di una o due settimane.

Ma quando, eventualmente, effettuare il trattamento?

Trattare troppo presto significa sprecare il prodotto poichè l'auxina può essere stata metabolizzata prima dell'inizio dell'invaiatura.

Un trattamento ritardato, quando alcune bacche hanno già iniziato l'invaiatura, può aggravare il problema del ritardo di maturazione, anziché migliorarlo.

Eseguire il trattamento a invaiatura in corso, poi, non porta ad alcun effetto.

In conclusione, quindi, il trattamento con auxina può risultare molto efficace ma non privo di rischi o controindicazioni.

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