Mondo Enoico
Tecnologia e robotica sostituiranno il sommelier del vino?
Lingua elettronica e dispenser intelligenti promettono di creare il vino su misura per ogni palato. Il processo di analisi chimica imita la degustazione, descrivendo il vino in termini sensoriali. E' poi già realtà la macchina capace di creare, istantaneamente, vini corposi, leggeri, secchi o dolci
11 novembre 2016 | T N
A descrivere il vino, nel futuro, potrebbe non essere più un sommelier in carne ed ossa ma una macchina, una lingua elettronica, capace di analizzare zuccheri, composti fenolici e aromatici, e, imitando il processo di degustazione, sviluppare un profilo organolettico.
La lingua elettronica in questione, al momento testa di vini rossi spagnoli, è stata realizzata dall'Università del Sud Africa.
Già oggi la lingua elettronica può segnalare se il vino è invecchiato o no e se ha subito una maturazione in botti di rovere americano o francese.
Al momento la lingua elettronica è stata sviluppata per aiutare e coadiuvare il sommelier. Considerando che può eseguire diverse decine di analisi tutti i giorni, una mole di lavoro impossibile per un sommelier, la lingua elettronica potrebbe segnalare i profili più interessanti che verrebbero poi vagliati da degustatori professionisti.
Secondo Heather Smyth dell'Università del Queensland, in Australia, la lingua elettronica, per quanto precisa, non potrà mai sostituire un sommelier che, come essere umano, è influenzato nel giudizio, e quindi lo può arricchire con mille sfumature, dalle esperienze, ricordi e psicologia.
La lingua elettronica, però, potrebbe venire in aiuto per la creazione e la messa a punto di dispenser di vino intelligenti.
Al momento un prototipo di questi dispenser di vino del futuro è stato creato dall'azienda inglese Cambridge Consultants. E' capace di combinare quattro diversi vini base per crearne altri secondo il gusto del cliente.
“Miscelare vini differenti per raggiungere una determinata sfumatura è in realtà un metodo di vinificazione impiegato con successo da secoli - ha dichiarato Sajith Wimalaratne, direttore commerciale della divisione Food&Beverage in Cambridge Consultants - Una delle sfide è capire il complesso rapporto tra il sapore finale e le proporzioni dei vini utilizzati per la miscele. Così abbiamo analizzato il modo in cui i consumatori valutano e scelgono il vino, organizzando prove di assaggio per capire come loro percepiscano gli aromi e descrivano i sapori.”
Una volta determinate le preferenze generali di gusto, Cambridge Consultants ha analizzato la composizione chimica di svariati vini, giungendo a stabilire 4 vini-base su cui permettere al consumatore di costruire la propria miscela personalizzata, ovvero Pinot Noir, Merlot, Syrah e Moscato Rosso.
Il punto centrale è l'app di controllo che formula alcune domande al cliente: una volta assaggiato il vino-base si può decidere se e quanto lo si desideri più corposo o più leggero, più secco o più dolce. In questo modo il robot, dalle sembianze di un rubinetto collegato a una piccola centrifuga, è in grado di personalizzare il prodotto finale mescolando in modo preciso quantità definite dei componenti base.
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