Mondo Enoico
Il cambiamento climatico non è una minaccia immediata per i viticoltori
Fino al 2050 le misure compensative in vigna e in cantina possono superare le difficoltà causate dall'aumento della temperatura e della CO2. Possono essere però marcate le conseguenze in termini di composizione delle uve
03 giugno 2016 | R. T.
Cosa accadrà ai vigneti europei fino al 2050? E' la domanda che si sono posti a Symposium Climwine2016 tenutosi a Bordeaux dal 10 al 13 aprile.
L’aumento della temperatura dell'aria e i cambiamenti dei regimi pluviali sono stati ampiamente trattati, ma l'attenzione si è indirizzata anche sulle questioni relative alle temperature del suolo e del vento che possono avere gravi conseguenze sul funzionamento del vigneto (mineralizzazione, evaporazione dell'acqua, ecc).
Il problema non sarebbe solo l'aumento delle temperature, poiché l'interazione tra diversi fattori climatici può cambiare completamente gli effetti di un singolo parametro.
Sembra però che quando l’acqua non è un fattore limitativo, un ulteriore aumento di 2 gradi potrebbe essere ininfluente sugli aspetti colturali della vite. Possono essere invece più marcate le conseguenze in termini di composizione delle uve.
L'unica possibilità è quindi giocare in campo e in cantina per migliorare l'adattabilità degli attuali vitigni alle mutate condizioni climatiche. Si può giocare per esempio sulla densità di impianto, sulla conduzione della vigna, sui rapporti foglie/frutti, sulla data di potatura.
I ricercatori hanno voluto tranquillizzare i produttori.
Il cambiamento climatico non è necessariamente considerata una minaccia immediata per viticoltori ed è pertanto necessario prendere in considerazione l'adattamento a lungo termine a livello di pratiche e di investimenti che facciano fronte alla variabilità climatica di medio-lungo periodo.
La principale conclusione di questo simposio è stata senz’altro l’importanza della percezione del cambiamento climatico da parte di tutti i soggetti del settore al fine di adeguarsi alle sfide del futuro.
Potrebbero interessarti
Mondo Enoico
Diminuisce lentamente la giacenza di vino italiano in cantina

Il 55,2% del vino detenuto è a denominazione di origine, con leggera prevalenza di vini rossi. Le prime 20 denominazioni contribuiscono al 57,6% del totale delle giacenze di vini a indicazione geografica
20 maggio 2025 | 11:00
Mondo Enoico
Il consumo mondiale di vino torna ai livelli del 1960

Il consumo globale di vino è stimato a 214 milioni di ettolitri. L'inflazione e la scarsa offerta continuano a mantenere i prezzi elevati rispetto agli anni pre-pandemia, quasi il 30% in più
15 maggio 2025 | 15:00
Mondo Enoico
Che cos’è la macerazione carbonica e che effetti ha sul vino, confrontata alla macerazione con azoto

Nella macerazione carbonica si può sostituire l’anidride carbonica con il gas azoto inerte, dando origine a effetti diversi sul vino in termini chimici e anche organolettici. Se la cantina dispone di un generatore di azoto per l’imbottigliamento, può essere utilizzato per il processo di macerazione.
10 maggio 2025 | 14:00
Mondo Enoico
Affinare i vini toscani in botti di legno di castagno

Il legno di castagno interagisce con le caratteristiche del vino in modo diverso rispetto a quanto avviene con il legno di rovere, migliorando la stabilità del colore nei vini rossi, che risultano allo stesso tempo anche più intensi
06 maggio 2025 | 09:00
Mondo Enoico
Giacenza di vino italiano stabile rispetto allo scorso anno

Il 55,0% del vino detenuto è a denominazione d'origine, con leggera prevalenza di vini rossi. Al 31 marzo 2025 negli stabilimenti enologici italiani sono presenti 52,8 milioni di ettolitri di vino e 4 milioni di ettolitri di mosti
17 aprile 2025 | 14:00
Mondo Enoico
La geografia della viticoltura italiana e della produzione di vino in Italia

Il Veneto si conferma la “regina” del vino italiano con una produzione, nel 2024, a 10,7 milioni di ettolitri, pari al 22,3% sul totale della produzione italiana. La Sicilia è la regione con la maggiore superficie vitata in Italia
09 aprile 2025 | 11:00