Mondo Enoico

PRODUZIONE IN CALO A LIVELLO MONDIALE MA STOCK IN AUMENTO. I PREZZI CALERANNO ANCORA

Le previsioni dell’Oiv indicano un raccolto inferiore a quello del 2004. Le quantità prodotte rimangono comunque superiori al livello di consumi. Per gli anni a venire si attende un ulteriore incremento delle produzioni e una diminuzione dei prezzi per vini da tavola e Vqprd

26 novembre 2005 | R. T.

La produzione mondiale di vino per il 2005 sarà compresa tra i 271,6 e i 287,7 milioni di ettolitri. Una campagna che chiude quindi con un saldo negativo, in media del 6%.
In Europa, eccetto Spagna e Portogallo, come pure Cipro, dove si registrano ribassi sensibili (-21%, -16%, -42%), negli altri Paesi dell’Ue i cali previsti sono moderati, generalmente inferiori al 10%. Una tendenza che conferma la flessione globale della produzione comunitaria vinificata di circa 16 milioni di ettolitri rispetto al 2004.
Fuori Europa, gli Usa, come il Cile, dovrebbero incrementare la produzione rispettivamente del 7 e del 6%. Stabili invece le produzioni in Australia e in Argentina. Flessioni sensibili in Sudafrica, Nuova Zelanda e Brasile (-9%, -16%, -28%).

Tenendo di conto di una tendenza a una lenta crescita nei consumi mondiali di vino, il livello previsto di consumo sarà compreso tra i 232,3 e i 238 milioni di ettolitri, si deduce un eccesso di offerta valutabile in circa 40 milioni di ettolitri, l’anno scorso tale valore fu decisamente superiore (61,8 milioni di ettolitri).

Saturate molto probabilmente le necessità del mercato delle acquaviti di vino e dei brandy, come pure quelle del mercato degli aceti e dei vermuth, in occasione della campagna 2004/05, gli stock di alcol d’inizio campagna potrebbero raggiungere un livello mondiale relativamente elevato, in particolare in vista dei meccanismi di regolazione del mercato messi in atto a livello comunitario.
In questo contesto rischia di manifestarsi una pressione abbastanza generalizzata al ribaso dei prezzi a causa del livello di disponibilità molto elevato. I prezzi dei vini da tavola comunitari sono mantenuti bassi in Spagna e sono in caduta in quest’inizio di campagna in Italia e Francia, a causa di una regolazione quantitativa insufficiente sul piano comunitario in occasione della campagna precedente.
In conclusione il mercato mondiale del vino non è sempre omogeneo tanto geograficamente che in termini d’evoluzione dei vari settori di mercato.
Si deve tuttavia temere che tale contesto si riveli nuovamente sfavorevole alla valorizzazione di politica di differenziazione.

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