Mondo Enoico

VENDEMMIA DIFFICILE IN ITALIA, DISASTROSA IN EUROPA. LE INCLEMENTI PIOGGE DI SETTEMBRE STANNO INFLUENZANDO NEGATIVAMENTE LA QUALITA’ DELLE UVE

Un raccolto sotto le aspettative e un altro anno difficile per i vitivinicoltori. Molto vino rimane in cantina, i prezzi sono bassi, la quantità d’uva sarà inferiore, probabilmente del 10%, rispetto alla scorsa campagna. Se agosto ha fatto ben sperare, settembre rischia seriamente di rovinare tutto. Si registrano danni per milioni di euro

24 settembre 2005 | R. T.

Tutti contenti e soddisfatti. Le dichiarazioni di esperti, enologi e produttori erano improntate all’ottimismo quando, alla fine di agosto, è iniziata la vendemmia 2005.
Effettivamente c’era di che gioire. Le condizioni meteo raramente erano state così favorevoli, la pioggia caduta in agosto aveva evitato eccessivi stress idrici ai vigneti e aveva favorito la maturazione delle uve. L’abbassamento delle temperature alla fine di agosto, e in particolare le alte escursioni termiche registrate, facevano prevedere grandi note aromatiche e vini eccellenti.

Roberto Bruchi, direttore dell’Associazione produttori viticoli toscani dichiarava: “Ci attende una vendemmia di qualità, con caratteristiche peculiari e di grande interesse, ovviamente sarà importantissimo che il tempo sia clemente. Le giornate assolate degli ultimi giorni sono state comunque un vero toccasana per i vigneti toscani perché hanno riequilibrato lo stato delle uve rispetto all'umidità di fine agosto. Sarà un'ottima annata per i vini bianchi, i rossi giovani e di medio invecchiamento, saranno accentuate le caratteristiche aromatiche e di freschezza in linea quindi con i più recenti gusti dei consumatori, ma anche i grandi rossi non deluderanno.”
Pareri simili venivano espressi dalla Confederazione Italiana Agricoltori (Cia) della Basilicata: “le previsioni in termini qualitativi e quantitativi della prossima vendemmiarono ottime, con punte di eccellenza per i vini Doc”.
Più prudente era Riccardo Cotarella, enologo di fama mondiale: “per ora siamo in una fase di stand by, nel senso che bisogna aspettare che le condizioni metereologiche si assestino al bello, per poter dare un giudizio certo.”

Oggi la situazione è radicalmente mutata.
Le abbondanti piogge settembrine non hanno permesso, in alcune aree, di entrare ancora nei campi. La vendemmia procede con ritardi, anche notevoli, un po’ ovunque. Iniziano anche a riscontrarsi problemi di marciumi sulle uve. Inoltre le 15 perturbazioni che si sono avvicendate sul nostro Paese dalla metà di agosto ad oggi hanno prodotto anche danni considerevoli in alcune zone.
Grandine sui vigneti di Moscato, rovinato il 20% delle uve. Così titolava “L’Eco di Bergamo” solo pochi giorni fa.
In quasi tutte le regioni -segnala la Cia- si registrano pesanti danni nelle campagne. Le più colpite risultano comunque il Piemonte, la Lombardia, il Veneto, il Trentino, il Lazio, la Puglia, dove grandine, piogge abbondanti, vento e smottamenti dei terreni hanno messo in ginocchio moltissime aziende agricole. A preoccupare -sottolinea la Cia- è soprattutto la vendemmia. Infatti, in alcune zone vigneti, anche di alto pregio, hanno subito pesantissimi danni a causa della grandine e degli allagamenti. Danni per decine di milioni di euro.”
Sebbene non vi siano ancora stime ufficiali e i dati sono ben lungi dall’essere confermati, circolano voci insistenti di un ridimensionamento considerevole delle stime produttive, fino al 15%.

In Europa stanno peggio
Per l’intera Unione europea si prevede un netto ribasso in termini quantitativi rispetto al 2004 e situazioni diversificate per quanto concerne l’aspetto qualitativo. Infatti, le piogge insistenti fino ad alluvionali del Nord Europa e la siccità della penisola iberica fanno prevedere per la vendemmia in corso quantitativi di vino in netto calo e qualità non eccelse.
A fronte di oltre 194 milioni di ettolitri dell’anno scorso, per quest’anno i 25 paesi dell’Unione europea produrranno 173 milioni di ettolitri con cali consistenti in Spagna, Francia, Italia e Slovacchia, piccole riduzioni nella repubblica Ceca, Germania, Austria e Portogallo e sostanziale conferma delle produzioni passate in Grecia, Cipro, Lussemburgo, Ungheria, Malta, Slovenia e Regno Unito.
Una diminuzione generale dell’11%.

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