Mondo Enoico

Possibile individuare l'essenza di cui è composta la barrique da un'analisi sul vino

Attenzione a cosa si scrive in etichetta. Dichiarare di affinare il nettare di bacco in preziose botti di rovere e invece utilizzare meno pregiati legni di robinia può costituire un illecito

21 settembre 2013 | R. T.

L'etichetta deve riportare informazioni veritiere, altrimenti il rischio è addirittura un'imputazione per frode in commercio.

Da oggi i produttori vitivinicoli dovranno stare ancora più attenti.

In base ai risultati di una ricerca spagnola, infatti, sarà possibile distinguere, sulla base di un'analisi di un vino, in quale tipologia di legno lo stesso è stato affinato.

Oggi spesso si leggono sulle etichette, e relativo materiale promozionale, che è stato utilizzato il nobile legno di rovere ma è noto che i vini vengono affinati anche in legni di robinia, ciliegio, castagno e frassino.

Ogni legno, sulla base dei dati presentati da Fernandez de Simom dell'Inia di Madrid, rilascia al vino particolari composti fenolici che sono caratteristici e individuabili.

Questi composti fenolici, che non sono antocianici, possono dunque essere dei marker chimici.

Il team di ricerca spagnolo ha individuato ben 68 composti fenolici, 15 dei quali sono caratteristici solo del legno di acacia, 6 del legno di ciliegio e 1 del legno di castagno.

Ulteriori indagini sono in corso per stabilire marker specifici anche per altre tipologie di legno in maniera che questo profilo fenolico possa essere un utile strumento per identificare i vini invecchiati in certe tipologie di legno.

Oltre a marker chimici ben definiti, i ricercatori hanno anche individuato differenze nella composizione fenolica complessiva, comunque legata alla cessione, a diversi livelli, di fenoli dal legno delle botti.

E' inoltre stato scoperto che la dinamica di evoluzione di flavonoli e flavanoli nei vini a contatto con diversi legni subisce profonde modificazioni.

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