Mondo Enoico
Cambiano gli equilibri nel mondo del vino. L'Italia dipende da quattro mercati
In Europa la produzione cala ma crisi economica e concorrenza dall'emisfero sud non permettono un aumento delle quotazioni. Senza Usa, Canada, Germania, Regno Unito e Svizzera il nostro comparto crollerebbe
09 marzo 2013 | R. T.
Chi l'avrebbe mai detto che l'Italia vitivinicola dipende in maniera tanto forte da soli quattro paesi? Usa, Canada, Germania, Regno Unito e Svizzera rappresentano, secondo rilevazioni dell'Uiv, il 65% del nostro export. Un quadro altamente critico anche perchè nel mercato maggiormente in espansione, quello dell'estremo oriente, le nostre esportazioni arrancano, rappresentando solo il 5% del totale. Il restante 30% è spezzettato in molti piccoli paesi, soprattutto europei.
Sebbene il 2012 si chiuderà per l'export italiano in maniera positiva, a tutto novembre sono stati spediti nel mondo 19 milioni di ettolitri, soprattutto con l'incremento del valore, 4,3 miliardi nei primi 11 mesi dello scorso anno, l'Italia è rimasta sostanzialmente immobile a guardare mentre i nostri competitors hanno differenziato le strategie.
Una, su tutti, proprio la Francia che oggi ottiene il 20% del fatturato del proprio export in Cina e Hong Kong, l'Australia che, come il Sudafrica, ha dirottato lo sfuso nel Regno Unito e l'imbottigliato in Asia è al 16% mentre l'Italia che in 10 anni è passata dallo 0,2% al 2%, nell'ultimo anno è stata superata anche da Spagna e Cile.
Il 2013 si prospetta poi un anno particolarmente complicato sul fronte commerciale. L'Europa avrà meno vino da vendere a causa di un'annata poco favorevole mentre l'emisfero sud dovrebbe registrare un segno positivo. E' dunque possibile che i nuovi paesi produttori cerchino di accaparrarsi, visto il momento favorevole, quote di mercato appannaggio del vecchio continente, anche grazie a politiche commerciali aggressive.
La preoccupazione è dunque che con una scarsa produzione i produttori di vino europei non possano neanche beneficiare di un incremento delle quotazioni.
Secondo un recente rapporto Rabobank, si prevede una produzione moderata in Australia a causa della canicola estiva, qualcosa di più rispetto al 2012 per la Nuova Zelanda e previsioni molto variabili nel caso del Cile. Nel caso dell'Argentina, il rapporto fa riferimento alle recenti previsioni sul raccolto fatte dall'Istituto nazionale del vino, che prevede una significativa crescita del 26%.
Anche a causa di queste previsioni, i prezzi del vino sfuso sulle principali piazze internazionali nel mese di dicembre sono scesi del 30% rispetto ai massimi raggiunti la scorsa estate, ma rimangono ancora del 50% superiori a quelli registrati due anni fa.
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