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POTARE RISPARMIANDO. ECCO UNA GUIDA PER DISTRICARSI TRA FORBICI, ELETTRICHE O PNEUMATICHE, CIMATRICI E POTATRICI POLIVALENTI

Sebbene la meccanizzazione totale è esclusivo appannaggio delle aziende più grandi, è possibile abbattere i costi e ridurre anche l'affaticamento, con benefici per il corpo e il portafoglio. Vi proponiamo un utile confronto tra i diversi sistemi di potatura, analizzando anche gli aspetti economici, e non solo

08 gennaio 2005 | Lorenzo Brugali

Il mese di gennaio dà inizio al periodo di potatura dei vigneti, operazione che si protrae fino all’inizio del ciclo vegetativo della vite.
Fino alla metà del secolo scorso tutte le operazioni colturali del vigneto erano eseguite a mano impegnando circa 1000 ore ad ettaro.
Con l’avvento della meccanizzazione molte operazioni colturali hanno subito una forte riduzione nell’impiego di manodopera con notevoli benefici in termini di tempo occupato.
In questo articolo si confronteranno i diversi sistemi di potatura secca della vite (manuale, con l’ausilio di forbici pneumatiche e/o elettriche, con macchine cimatrici e legatrici), esaminando con particolare attenzione l’aspetto economico, senza tuttavia trascurare alcune importanti considerazioni pratico-applicative.
Si considera, a titolo di esempio, un vigneto allevato a cordone speronato, che risulta il sistema di allevamento della vite più diffuso in Italia.

Potatura manuale:
Si esegue mediante l’uso di apposite forbici ed impegna l’agricoltore per circa 130 ore ad ettaro a seconda della tipologia di intervento che è in relazione alla vigoria che vogliamo ottenere e di conseguenza alla qualità del prodotto finito. Sappiamo infatti che la potatura è uno dei controlli dello sviluppo vegetativo e che la vigoria varia in modo inversamente proporzionale al numero dei germogli e all’entità della produzione.
A complicare le operazioni di potatura manuale è l’ormai cronica mancanza di maestranze preparate e professionali.
Per rifinire le operazioni di potatura secca (invernale) occorre considerare le operazioni complementari di stralciatura liberando il terreno per l’inizio delle lavorazioni del terreno (aratura, erpicatura e concimazione).

Potatura manuale con l’ausilio di forbici pneumatiche e/o elettriche:
La modalità di operazione è identica per la potatura manuale ma l’operatore si avvale di cesoie pneumatiche o elettriche che comportano sicuramente una riduzione sul tempo di esecuzione senza arrecare nessun danno alla pianta. L’efficienza della potatura comporta una riduzione di tempo intorno al 40% e, in più, l’operatore non subisce nessun tipo di affaticamento fisico.
In un confronto tra le forbici pneumatiche e quelle elettriche trovo che le prime sono più efficienti per la maggiore velocità di potatura, considerando che è possibile lavorare su due o più filari contemporaneamente, ma presentano l’inconveniente di avere sempre relativamente vicino la trattrice. È da sottolineare che i macchinari di ultima generazione hanno un serbatoio di aria compressa tanto grande da permettere di poter proseguire la potatura anche per alcune ore senza dover necessariamente riavviare trattrice e compressore. Il costo per acquistare compressore e due cesoie varia indicativamente tra settemila e diecimila euro, forbici aggiuntive, generalmente fino ad un massimo di quattro, hanno un prezzo di 350 euro.
Le cesoie elettriche hanno il vantaggio di essere molto leggere (500 gr) e poco rumorose rendendo il lavoro di potatura quasi piacevole; di contro però, trattandosi di un mezzo individuale, ad ogni operatore deve corrispondere una forbice elettrica, il cui costo è intorno ai duemila euro.

Potatura meccanica:
Occorre distinguere fra potatura secca (invernale) e verde (primaverile).
La prima consiste in tagli di raccorciamento e di selezione dei tralci per proporzionare la carica di gemme alla potenzialità produttiva della vite.
In Italia le macchine cimatrici sono comparse intorno alla metà degli anni settanta per poi dare inizio ad un ciclo di macchine potatrici polivalenti presenti sul mercato in vari modelli. Gli esemplari più vecchi erano dotati di tre barre falcianti regolabili a mano o, nei modelli più evoluti, da movimenti oliodinamici. Nei modelli di nuova concezione esiste la possibilità di inserire un tastatore a “pettine “ che permette alla barra di far penetrare i tralci tra un dente e l’altro recisi così dalle lame. A contatto con i pali o comunque con diametri maggiori delle pianta, la barra falciante tenuta in posizione da una molla ruota all’indietro evitando l’ostacolo.
Quando ci si avvale di macchine potatrici polivalenti si cerca di uniformare il vigneto in maniera tale da non avvalersi di un ripasso manuale che comporterebbe un tempo variabile tra le 15 e le 25 ore. Quest’ultima pratica manuale dovrebbe essere eseguita riducendo gli speroni in soprannumero e quelli eccessivamente lunghi.
Con la potatura invernale mediante l’ausilio di macchine il tempo necessario per eseguire tale operazione si riduce a sole 10 -20 ore ad ettaro.
Macchine potatrici si possono trovare di vari modelli per ogni forma di allevamento della vite variando da quelle per doppia spalliera a singola barra a quelle scavallanti come i modelli australiani.
Queste macchine sono di solito acquistate da ditte di contotersisti in grado di ammortizzare il loro elevato costo su più superfici vitate magari di diversi ettari ciascuno per rendere meno il problema dello spostamento, è necessario disporre di un minimo 100 ettari di vigneto perchè l’acquisto di tale macchine risulti economicamente conveniente.
Molto più usate in Italia sono le macchine cimatrici per i tagli primaverili-estivi che rendono meno faticoso, ma soprattutto più veloce, il lavoro per l’operatore. Infatti rispetto all’uso del falcetto o delle forbici manuali il tempo per eseguire l’operazione viene dimezzato (100 ore per il metodo manuale, 40-50 ore con l’ausilio di cimatrici). Sono anche facilmente ammortizzabili, visto il loro non elevato costo d’acquisto.

Conclusioni
La meccanizzazione totale è esclusivo appannaggio delle aziende più grandi, con superfici tali da ammortizzare l’alto costo d’acquisto delle cimatrici polivalenti.
Considerando che la superficie media dei vigneti per ogni azienda vitivinicola italiana è di circa 5 ettari, molti dei quali in collina, è chiaro che le uniche macchine che queste imprese possono comprare sono le cimatrici per la potatura verde e le forbici elettriche/pneumatiche.
Alcuni autori credono che un incentivo alla potatura meccanica può venire dalla mancanza di manodopera e dalla scarsa capacità professionale di quella disponibile. Sono però convinto che corsi professionali e adeguati tirocini pratici-applicativi in azienda, magari patrocinati da enti ed istituzioni locali, possano preparare adeguatamente personale che sarà proficuamente impiegato nelle stagioni di potatura con costi sicuramente inferiori rispetto a un nolo, tanto meno di un acquisto, di una macchina potatrice polivalente.

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