Mondo Enoico

NOVELLO 2004. SI STAPPANO LE PRIME BOTTIGLIE

Con l'arrivo dell’autunno giunge sulle nostre tavole anche questo oramai classico vino fruttato, fresco e beverino. E' un prodotto di nicchia che rappresenta solo il 3 per cento della produzione vitivinicola, ma sta acquisendo quote di mercato che quest’anno genereranno un fatturato superiore ai cento milioni di euro. E' un successo

06 novembre 2004 | R. T.

Pare che il vino novello abbia origini francesi, quando negli anni 1930 del XX secolo il ricercatore Flanzy sperimentò la conservazione dei grappoli sotto CO2 ed ottenne involontariamente un mosto gradevole e profumato. I primi a produrlo furono i vignaioli del Beaujolais, la regione a sud della Borgogna, con l'appellativo di Beaujolais Noveau, ricavandolo esclusivamente da uva Gamay.
In Italia la primogenitura del vino novello va ex-aequo ad Angelo Gaja negli anni '70 con il “Vinot” ed al “S.Giocondo” di Giacomo Tachis per i Marchesi Antinori, ma oggi il fenomeno conta quasi 330 produttori. A differenza dei cugini francesi nel nostro Paese si utilizzano un po' tutti i vitigni, con prevalenza di Merlot, Cabernet Sauvignon e Sangiovese, ma a fare la parte del leone è soprattutto il Nord, con 6 bottiglie su 10.
Le regioni con il maggior numero di bottiglie prodotte sono nell'ordine il Veneto, la Toscana, il Trentino, il Friuli Venezia Giulia, l'Emilia-Romagna.

La tecnica di vinificazione per macerazione carbonica dell’uva non pigiadiraspata, determina fenomeni fermentativi anaerobici.
Il mosto fermenta in contenitori ermetici, in un'atmosfera di anidride carbonica, grazie agli enzimi contenuti nel mosto stesso, producendo una piccola quantità di alcool etilico che favorisce il passaggio di alcune sostanze coloranti dalla buccia alla polpa e viene inoltre degradato l'acido malico, il maggior responsabile del gusto acerbo dei vini. Dopo circa una settimana di macerazione le uve sono pigiate ed il mosto prosegue poi la fermentazione classica senza le bucce a temperatura controllata. Tutto questo processo si conclude entro 40 giorni circa.
La macerazione carbonica, pur rappresentando una tecnica enologica valida, può presentare degli svantaggi, nel senso che può assimilare organoletticamente un po’ troppo i vini fra loro, se non gestisce con criteri particolari.

Per l'assenza quasi totale di tannino il vino prodotto in questa maniera non è particolarmente longevo, e induce gli addetti ai lavori a promuoverlo in modo massiccio, così da venderlo e consumarlo in tempi brevi (non più di 5-6 mesi dall'uscita).

L’annata 2004
Si apre la settimana del vino novello 2004 e sale a 22 milioni (+5%) il numero di bottiglie e si raggiungerà per la prima volta il valore di 100 milioni di euro nelle vendite realizzate da circa 400 cantine nazionali coinvolte.
Accanto alla crescita quantitativa del 5% si preannuncia anche un ottimo livello qualitativo grazie all'andamento climatico che ha consentito la raccolta di uve ben mature e favorito valori ottimali di macerazione carbonica.
La produzione italiana raggiungerà il mercato con dodici giorni di anticipo rispetto al Beaujolais Nouveau francese, che si potrà assaggiare solo a partire dal terzo giovedì di novembre (il 18).
Tuttavia anche se in crescita costante il vino novello continua a rappresentare una piccola nicchia, non più del 3% della produzione nazionale di vino.

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