Legislazione 05/02/2016

Fermare la caduta dei redditi professionali, occorrono misure più incisive

Fermare la caduta dei redditi professionali, occorrono misure più incisive

Il disegno di legge che ha avuto il via libera dal Consiglio dei ministri è un primo segnale positivo ma non basta. Servono azioni a maggiore impatto, specie per i professionisti agricoli, come una più alta detraibilità nell'utilizzo dell'autovettura a fini di lavoro


Il recentissimo disegno di legge approvato dal Consiglio dei Ministri, nella seduta del 28 gennaio 2016, recante misure per la tutela del lavoro autonomo non imprenditoriale e misure volte a favorire l’articolazione flessibile nei tempi e nei luoghi del lavoro subordinato introduce, se approvato, alcune misure di sostegno per il lavoro autonomo ed i liberi professionisti.

In particolare, sono previste delle agevolazioni fiscali consistenti nella deducibilità :

- nella misura del 100%, delle spese sostenute per i servizi personalizzati di certificazione delle competenze, orientamento, ricerca e sostegno all’auto-imprenditorialità finalizzate all’inserimento o reinserimento del lavoratore autonomo nel mercato del lavoro;

- nella misura del 100% delle spese per la partecipazione a convegni, congressi e corsi di aggiornamento professionale, e in misura integrale delle spese per gli oneri sostenuti per la garanzia contro il mancato pagamento delle prestazioni di lavoro autonomo fornita da forme assicurative o di solidarietà, allo scopo di favorire la stipula di tali polizze, e favorendo, allo stesso tempo, lo sviluppo del mercato assicurativo e la diffusione di tali forme assicurative, con un conseguente abbattimento dei costi per il lavoratore autonomo.

Ulteriori norme riguardano:

- la parificazione dei lavoratori autonomi ai piccoli imprenditori ai fini dell’accesso ai PON e ai POR a valere sui fondi strutturali europei;

- il riconoscimento del diritto di percepire l’indennità di maternità spettante per i due mesi antecedenti la data del parto ed i tre mesi successivi, indipendentemente dalla effettiva astensione dall’attività lavorativa, l’estensione della durata e dell’arco temporale entro il quale tali lavoratori possano usufruire dei congedi parentali, prevedendo che l’indennità per congedo parentale possa essere corrisposta per un periodo massimo di sei mesi entro i primi tre anni di vita del bambino;

- la previsione della sospensione, senza diritto al corrispettivo, del rapporto di lavoro dei lavoratori autonomi che prestano la loro attività in via continuativa per il committente in caso di gravidanza, malattia e infortunio, per un periodo non superiore a 150 giorni per anno solare, e la sospensione del versamento dei contributi previdenziali e dei premi assicurativi per l’intera durata della malattia e dell’infortunio fino ad un massimo di 2 anni, in caso di malattia e infortunio di gravità tale da impedire lo svolgimento dell’attività lavorativa per oltre 60 giorni.

- la previsione di una specifica misura di tutela contro la malattia in base alla quale, i periodi di malattia certificata come conseguente a trattamenti terapeutici di malattie oncologiche, sono equiparati alla degenza ospedaliera.

Queste misure costituiscono, in un contesto caratterizzato da una diminuzione dei redditi dei liberi professionisti, un piccolo segnale positivo, il primo dopo molti anni.
E’ certamente un primo passo per invertire la caduta dei redditi professionali riscontrata negli ultimi anni.

Ma se nel disegno di legge venissero introdotte misure più forti, a titolo esemplificativo la maggiore detraibilità delle spese sostenute per l’utilizzo dell’autovettura finalizzata all’attività professionale, l’effetto moltiplicatore sul reddito sarebbe molto più incisivo rispetto al riconoscimento delle spese per la partecipazione a convegni e corsi di aggiornamento.

Con le attuali norme il professionista che utilizza la propria autovettura per l’esercizio della propria attività professionale può portare in detrazione solo il 20% dell’imponibile speso ed il 40% dell’IVA.

La reintroduzione del regime antecedente alla legge 28 giugno 2012, n. 92 recante “Disposizioni in materia di riforma del mercato del lavoro in una prospettiva di crescita” meglio nota anche come “Legge Fornero” e alla Legge 24 Dicembre 2012, n. 228, (legge di Stabilità 2013 contente “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato) consentirebbe di riportare a valori più accettabili l’imposizione fiscale sull’autovettura utilizzata.

Infatti, attualmente si verifica il paradosso che più intenso è l’utilizzo dell’autovettura - e quindi più elevate sono le spese sostenute - più alta è l’incidenza della pressione fiscale reale sul reddito professionale dichiarato alla fine dell’anno.

L’auspicio è che il disegno di legge venga modificato ed integrato durante l’iter parlamentare con questa ed altre misure più incisive ed impattanti sui redditi prodotti dal lavoro autonomo non imprenditoriale e libero professionale in particolare, così duramente provati da questi anni di crisi.

di Roberto Accossu