Legislazione

ANCHE IN ITALIA I CARBURANTI DOVRANNO CONTENERE UNA QUOTA DI COMBUSTIBILI RINNOVABILI

Avanti, piano. Il provvedimento governativo è improntato alla cautela. Eppure la produzione di biocarburanti da coltivazioni agricole consentirebbe di attenuare le crisi dovute al caro petrolio

23 luglio 2005 | Ernesto Vania

È in vigore dal 13 luglio scorso il decreto legislativo 30 maggio 2005, n. 128 concernente "Attuazione della direttiva 2003/30/CE relativa alla promozione dell'uso dei biocarburanti o di altri carburanti rinnovabili nei trasporti", pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 160 del 12 luglio 2005.
Il provvedimento è finalizzato alla promozione dell'uso di biocarburanti (carburanti liquidi o gassosi per i trasporti, ricavati dalla biomassa) o di altri carburanti rinnovabili in sostituzione del diesel o della benzina, al fine di contribuire al raggiungimento degli obiettivi nazionali in materia di riduzione delle emissioni di gas serra e di sicurezza dell'approvvigionamento di fonti di energia.
In base alla direttiva 2003/30/CE tutti i carburanti per i mezzi di trasporto dovranno contenere una quota minima di combustibili rinnovabili.
Il decreto legislativo fissa i seguenti obiettivi indicativi nazionali, calcolati sulla base del tenore energetico, di immissione in consumo di biocarburanti e altri carburanti rinnovabili, espressi come percentuale del totale del carburante diesel e di benzina nei trasporti immessi al consumo nel mercato nazionale:
a) entro il 31 dicembre 2005: 1,0 per cento;
b) entro il 31 dicembre 2010: 2,5 per cento.
Le attività di ricerca e di sviluppo di biocarburanti e delle relative tecnologie, nonchè le attività di promozione delle stesse, costituiscono uno degli obiettivi generali dell'accordo di programma quinquennale da stipulare con l'Ente per le Nuove tecnologie, l'Energia e l'Ambiente (ENEA).

“È insufficiente il piano nazionale per la produzione di biocarburanti ottenuti da coltivazioni agricole che l'Italia produce in abbondanza e che potrebbe ulteriormente incentivare per uscire dalle crisi ricorrenti causate dal caro petrolio e contribuire al raggiungimento degli obiettivi fissati dal protocollo di Kyoto con la riduzione delle emissioni di gas serra”. È questo il giudizio espresso da Franco Pasquali, segretario generale della Coldiretti, al workshop Adiconsum sulle tariffe elettriche nel commentare i contenuti del Decreto Legislativo 128/2005 che attua la Direttiva 2003/30/CE relativa alla promozione dell'uso dei biocarburanti o di altri carburanti rinnovabili nei trasporti, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n.160 del 12 luglio. Nonostante che, secondo l'Agenzia Internazionale per l'energia, i biocarburanti siano ritenuti competitivi con un prezzo del petrolio sui 60 dollari al barile, gli obiettivi fissati dal Decreto si pongono ben al di sotto del target fissato dall'Unione Europea che prevede di sostituire entro il 2005 il 2% dei consumi totali di benzina e gasolio da autotrazione con biocarburanti, per poi salire al 5,75% entro il 2010. Inoltre viene prevista una distribuzione extrarete che ostacola fortemente le possibilità di diffusione del biodiesel e del bioetanolo che andrebbero invece integrati nei normali carburanti come peraltro avviene in altri paesi europei.
“Potenziando le coltivazioni dedicate alla produzione di biocarburanti (biodiesel e bioetanolo), l'utilizzazione di residui agricoli, forestali e dell'allevamento e l'installazione di pannelli solari nella aziende agricole - ha sostenuto Pasquali - è possibile arrivare a coprire entro il 2010 fino al 13% del fabbisogno energetico nazionale, risparmiare oltre 12 milioni di tonnellate di petrolio equivalenti e ridurre le emissioni di anidride carbonica di origine fossile di 30 milioni di tonnellate. Il ritardo nazionale è particolarmente grave anche in relazione alle iniziative adottate dai principali Paesi dell'Unione Europea come la Germania dove sono ormai 1900 le stazioni distributrici di biodiesel ottenuto dalle coltivazioni agricole o la Francia dove un proprietario di auto diesel su due viaggia utilizzando miscele con energia verde, sette raffinerie su tredici incorporano il biodiesel nel gasolio in percentuale del 5%, oltre trenta gruppi industriali utilizzano veicoli con biodiesel al 30% e nei prossimi tre anni verrà triplicato il contingente defiscalizzato.”